Altamura,Saponaro la cultura per smuovere l’economia





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Le elezioni sono alle porte, un cambiamento è vicino. Una delle figure che ha governato lo scenario amministrativo, nell’ambito culturale, della città di Altamura è Giovanni Saponaro.

Nato il 7 Marzo del 1980, è laureato in Economia e commercio presso l’Università degli studi di Bari. In seguito, dopo una breve militanza nel partito ‘Rinnovamento Altamura’, gli viene conferita la nomina di Assessore alla cultura, sport spettacolo e turismo. Un’intervista, la seguente, che mostra l’intero percorso dell’Assessore.

1. Cosa l’ha motivata a candidarsi dieci anni fa?

Inizialmente non mi sono candidato, ho iniziato l’incarico come Assessore esterno, quindi dopo circa un anno e mezzo dall’insediamento con l’amministrazione Stacca, c’è stata la possibilità di nominare un Assessore, sempre in carico alla lista di ‘Rinnovamento Altamura’, la quale ha identificato nella mia persona qualcuno confacente alle caratteristiche dell’Assessore alla cultura. Ho iniziato nel Gennaio 2007 e al termine del primo mandato Stacca mi sono candidato come consigliere comunale, quindi poi eletto e, in accordo col partito, abbiamo deciso di confermare il mio incarico di assessore alla cultura. In principio non ci sono state motivazioni precise che mi hanno spinto alla candidatura, ma essendo un ragazzo era per me una sfida quella di ricoprire un ruolo nell’amministrazione comunale e, sicuramente, avevo in mente di dare una spinta più giovanile al paese, che di certo ne necessitava.

2. Qual è stato il suo percorso nell’amministrazione della cultura durante questi 10 anni? Ci descriva ispirazioni, progetti e dati concreti (sia positivi che negativi).

Innanzitutto, ho seguito quello che di buono era già stato fatto dal mio predecessore Biagio Clemente, il quale mi ha anche avviato, in un certo senso, a questo nuovo percorso.

Abbiamo cercato di ringiovanire le attività, come detto in precedenza, quindi sono state introdotte manifestazioni di animazione, coinvolte le associazioni del territorio: è nata l’idea di poter collaborare in grandi eventi con l’ausilio di queste. Naturalmente, l’amministrazione comunale non è una organizzatrice di eventi: essa ha il ruolo di coordinare, patrocinare, di contribuire alle manifestazioni. Noi, per cercare di dare un impulso nuovo, abbiamo anche assunto il ruolo di organizzatore, ad esempio alcuni progetti come ‘Notte dei claustri’o ‘Dipingiamo Altamura’”Città aperte” ” festeggiamenti del 150 anno dell’Unità d’Italia” “le varie edizioni di Carnevale, Natale in Città e le rassegne estive” e la mostra “Laudati al Palazzo”, dove ci siamo presi la ‘cabina di regia’ della manifestazione, abbiamo fatto sedere al tavolo un bel po’ di artisti o associazioni e abbiamo cercato di coordinare tutte le opere.

L’aspetto positivo è che fondamentalmente Altamura, per quanto grande e per quanto abbia dinamiche vivaci a livello culturale, non aveva mai preso in considerazione l’ipotesi di organizzare degli eventi che potessero essere di ampio respiro e, quindi, anche attrattive nei confronti dei paesi limitrofi, cosa che è avvenuta già nella prima edizione del ‘La notte dei claustri’. Seguendo questo format, tante altre iniziative sono nate ricalcando appunto queste linee di massima (Federicus, Balconi fioriti, Festival dei claustri, I giardini del cuore, etc..) e sono cresciute caratterizzandosi con un target diverso e hanno abbracciato, in linea di massima, quel concetto (che noi abbiamo lanciato) di animazione di un intero centro storico, e soprattutto di attrattiva nei confronti dell’esterno. Quindi, una cultura che oggi diventa un mezzo per fare turismo e per smuovere l’economia.

Ci sono stati molti altri progetti, soprattutto, dettati dal periodo storico in cui si andavano a caratterizzare: nei primi anni del mio mandato, abbiamo partecipato come amministrazione a varie fiere, poi quando si è capita l’importanza di far rete, abbiamo partecipato a questi eventi sia con il GAL terre di Murgia sia con la provincia e regione . Insomma, abbiamo adattato ai cambiamenti che ci sono stati negli ultimi anni, le varie attività dell’assessorato.

Naturalmente, in questo ultimo periodo, registriamo un momento storico particolare, dovuto sia all’inasprimento delle procedure burocratiche sia alla riduzione dei fondi destinati alla spesa corrente e, di conseguenza, alla cultura. Perciò, in un certo senso, abbiamo nuovamente rivisitato la nostra attività mantenendo la prerogativa de ‘La notte dei claustri’, ormai giunta alla settima edizione, avente un impulso continuo delle associazioni, dei soggetti culturali della nostra città cosicchè abbiamo deciso di mantenerla in essere, cercando di coordinare e sostenere quelle iniziative buone che sono state fatte nel nostro territorio.

Riguardo i lati negativi, al termine di questi dieci anni, nonostante ci sia stato un ottimo passo in avanti in questa direzione, ovvero l’abbattimento di alcune barriere che si erano create tra soggetti culturali e tra associazioni del nostro territorio, posso certamente asserire che si possono avere, ancora, alcuni miglioramenti. Quindi, bisogna mettere da parte alcuni egoismi in questo ambito, bisogna cercare di collaborare maggiormente e, soprattutto, dobbiamo sganciarci da una negatività che nel nostro territorio ancora esiste: parlar male dell’operato, non solo dell’amministrazione, ma anche dei soggetti culturali. Così facendo ci facciamo solo del male, nel senso che io sono per le critiche costruttive e, in particolare, per quelle che possono far sì che un qualcosa possa essere migliorato. Di contro, mi oppongo a quelle critiche a prescindere, senza poi andare ad approfondire quali sono i criteri e gli elementi che hanno caratterizzato una scelta.

 

3. Per quale motivo le vengono rivolte delle critiche? Sono fondate? Come reagisce?

Allora, inizialmente mi consideravo un po’ più permaloso verso le critiche perché, soprattutto da ragazzo, non condividevo il fatto che venissero sollevati polveroni, senza essere a conoscenza di quello che veniva fatto, poi, in un certo senso, mi sono creato una ‘corazza’, ma certamente mi turba molto questo atteggiamento, perché sicuramente non è positivo per la crescita della nostra città. Premetto che la mia figura, già dal primo giorno, è stata oggetto di critiche a prescindere, senza darmi neanche la possibilità di potermi esprimere o di operare e questo solo perchè non ero considerato adatto a quel ruolo. Poi, col passare del tempo, in alcuni settori dove sono presente, hanno continuato ad attaccarmi per problemi vari, ma la cosa che mi tranquillizza è che ho la coscienza a posto, perché in questi anni ho sempre cercato di fare qualcosa di positivo per la mia città, non avendo né secondi fini, né padri, né padroni. Quindi, ho pensato di agire sempre in maniera positiva,avendo degli elementi di base che mi hanno fatto fare tutte le scelte e le valutazioni. I social network, ad esempio, hanno agevolato molto l’attività di chi dietro una scrivania preferisce scrivere anche per darsi importanza, anziché magari confrontarsi e capire quali sono le basi che fondano le scelte di un assessore, di un assessorato e di un’intera amministrazione.

4. Quindi, facendo un rewind di questi dieci anni, rifarebbe tutto?

Allora, ti rispondo in maniera molto ferma: sì, rifarei tutto, anche perché non ho grossi rimpianti di quella che è stata la mia amministrazione. Sicuramente si può fare molto di più, tutto è perfettibile, però – dice ironicamente – anche io avrei voluto creare un ponte diretto con la luna, ma sappiamo bene che non ci sono le possibilità e i mezzi. Si sarebbe potuto dare di più in termini di programmazione, però bisogna anche capire quali sono le logiche che hanno impedito che ciò si facesse. Purtroppo, il momento storico è difficile: le amministrazioni, con l’instabilità del governo centrale, sono vittime delle difficoltà contemporanee, dove le certezze sui bilanci arrivano soltanto a fine anno, rendendo difficile la programmazione di un’attività annuale in questo ambito.

Fallimenti grossi non ne ho avuti, quindi non c’è qualche manifestazione o evento che non rifarei, anche perché, sono del parere che dalle cose negative si possa trarre beneficio e appunto migliorare. Io mi vanto maggiormente, in questi anni di operato, di aver creato un ottimo rapporto con tutte le associazioni, a prescindere dai colori politici. Credo, di non aver mai chiuso la porta in faccia a nessuno e, soprattutto, che il singolo centesimo uscito da questo assessorato, sia stato devoluto per qualcosa di positivo sul nostro territorio. Quindi, mentre prima si era ancoràti all’idea delle associazioni che fossero vicine ad un’amministrazione da cui trarne benefici economici, anche senza progettualità, questo, assicuro, non è mai accaduto. Per cui, sono orgoglioso di questo percorso che ha cambiato il modo di intendere l’assessorato alla cultura in questa città.

5. Qualora non dovesse ricandidarsi o non dovesse essere rivotato, che consiglio darebbe al futuro Assessore alla cultura? E, di conseguenza, cosa ne farebbe della sua seconda vita?

Allora, la mia seconda vita continuerebbe in quella che è la mia attività principale: family banker di banca Mediolanum e, non nascondo che, da questa attività (unita alla precedente di consulente di commercialista) si è sviluppata un’attività molto frenetica.Fortunatamente le due attività sono conciliabili con una buona programmazione dei tempi.

L’Assessore alla cultura è un ruolo bellissimo, molto dinamico e vivace, cosi come il mondo associativo, ma consta della pecca di togliere molto tempo alla vita privata e lavorativa.

Quindi, nel caso in cui non dovessi avere successo, o qualora non dovessi più decidere di ricandidarmi, sicuramente mi dedicherei a pieno alla mia attività principale, sopracitata.

Per quanto riguarda il consiglio che darei al mio successore, è quello di cercare di mantenere ciò che di buono è stato fatto, a prescindere da chi l’ha fatto. Se c’è qualcosa di positivo che abbiamo avviato, il mio consiglio è di andare in quella direzione, magari anche confrontandosi col sottoscritto, il quale può, dato l’esperienza degli anni passati, dare un quadro ben preciso di quello che è stato fatto in questi due mandati. Sicuramente, una risorsa importante che il futuro Assessore alla cultura troverà è quello dell’ufficio cultura, di cui fanno parte la Dott.ssa Anelli, il Dott. Melodia e la Dott.ssa Orfino. Un ufficio a dir poco splendido ed efficiente, che sostiene, e ne è anche parte fondamentale, ogni progettualità. Questo, credo sia l’eredità più grande che possa lasciare, non solo al futuro Assessore, ma anche a tutte le associazioni che continueranno a collaborare con questo assessorato. Poi, per quanto riguarda i progetti futuri, sicuramente tanto si può fare ancora: mi auguro che ci possano essere piccoli tasselli (dunque non eccessivi stravolgimenti) che mirino al nostro territorio, perché bisogna fare piccoli passi e graduali.

 MARIA BRUNO

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