Erbe spontane in cucina





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Il cardoncello nome scientifico : Scolymus hispanicus L. in vernacolo : Cardngidde.

È una pianta biennale della famiglia delle Composite, con fusti ramosi alati e alti fino a 80 centimetri, percorsi da ali spinose, foglie allungate dai denti profondi e margine spinoso, radici fittonanti e carnose. I fiori spuntano da aprile a giugno, gialli e raccolti in capolini piumosi dall’involucro spinoso. Predilige il clima temperato; è comune nelle macerie, negli incolti sabbiosi, lungo le strade della regione mediterranea. Se ne possono mangiare cotte le radici, lunghe 20-25 centimetri e grosse come un dito, ma soprattutto le coste delle foglie, che sono gustose come i cardi: queste, infatti, caratterizzano il tradizionale brodetto pasquale del nord Barese, u brdette. Per questo tipico monopiatto – nel quale la verdura funge da “ primo”, mentre la carne è un gustoso “ secondo”- si mondano le foglie dalle spine e si lessano. Si soffriggono intanto separatamente piccoli pezzi di agnello, e li si unisce ai carboncelli lessati al dente, ricoprendo integralmente con acqua calda salata. Quando il tutto bolle lo si amalgama con battuto di uova, prezzemolo tritato, pepe, pecorino, rimestando delicatamente.

Io consiglio di lessare le coste, posizionarli in un tegame con funghi, aggiungere olio, pecorino e pomodori ed infornare a 180° per circa 20 min.

Proverbio pugliese : Ci sèmene spin scalze non pot sci!!! ( Chi semina spine non può andare scalzo )

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