Molfetta,NO ALLA PAURA, NO ALLA VIOLENZA, SI ALLA LIBERTA’.





cortometraggio

E’ questo il leitmotiv del cortometraggio girato nella città di Molfetta, in occasione della

giornata internazionale della violenza sulle donne celebrata il 25 novembre. Il video ha
come obiettivo quello di far conoscere e sensibilizzare il mondo femminile ma anche
maschile verso un aspetto più profondo della violenza domestica, ossia quella psicologica
di cui si parla meno rispetto a quella fisica. La violenza psicologica è una forma subdola di
violenza perché, pur colpendo moltissime donne, spesso è invisibile, silenziosa con
conseguenze traumatiche per le vittime che stentano a riconoscere quelle forme di non
amore. Spesso la violenza psicologica è l’espressione di dinamiche disfunzionali di relazioni
di coppia basate sul controllo, sul potere, sulla squalifica, sull’allontanamento della vittima
dalla rete sociale e familiare. Il video, totalmente “made in Molfetta” nasce da un’idea della
dott.ssa Diamante Anna, psicologa e psicoterapeuta, e da quella di Diamante Matteo,
corrispondente della Gazzetta del Mezzogiorno che ne ha curato la regia. Il suggestivo
scenario di Cala S. Andrea ha fatto da cornice all’intero cortometraggio a cui hanno preso
parte anche la giornalista Katia Simone, insieme a Rosaria de Nichilo, Grillo Emanuela,
Maria Messina, Nicla Ragno, Maria Paola Rosito e Spaccavento Rosa. La voce maschile
è quella di Alessandro Sciancalepore. «Si tratta di meccanismi sottili attraverso cui la
donna che subisce violenza psicologica si sente e si convince di essere inadeguata, non
all’altezza del partner, in colpa e addirittura di non meritare l’uomo da cui nel frattempo è
diventata dipendente, con costante senso di paura e vergogna» – è stato il commento della
dott.ssa Diamante. Da qui la voglia di far emergere degli importanti particolari in un video
già divenuto virale sul web. «Chiedere aiuto è il primo passo coraggioso e consapevole per
mettere fine ad una relazione tossica» – ha aggiunto la psicoterapeuta di Molfetta. «A volte
diamo poca importanza a determinati segnali perché si sa, quando vogliamo bene
tendiamo a giustificare – è il commentato di Katia Simone, giornalista che ha preso parte
alle riprese del cortometraggio – ” era arrabbiato, non lo pensava veramente, non avrebbe
voluto dirlo o farlo.. “. Chi ti vuole bene, chi ti ama davvero non sarebbe mai capace di
confondere il rispetto e l’affetto sincero con l’aggressione, il disprezzo o l’umiliazione.
Dovete aver chiaro che la vostra felicità è lontana dalla persona che vi ferisce. Proteggete la

vostra autostima. Chi vi ferisce – ha concluso – non merita i vostri sforzi, il vostro tempo né
il vostro affetto. Vogliatevi bene».

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