MONOPOLI: PASSEGGIANDO LUNGO L’ANTICA VIA TRAIANA





gruppo trekking costiero

Siamo abituati a tuffarci nelle acque cristalline di Monopoli e Capitolo durante le assolate giornate estive quando le spiagge sono gremite di bagnanti, ma provate a visitare questi luoghi all’inizio della primavera quando, timidamente, il sole inizia a scaldare il mare di queste calette paradisiache.

Partendo da Capitolo, avvistiamo Torre Cintola, una singolare torre costiera che, insieme alla torre di San Giorgio, fu costruita per sorvegliare la costa dalle continue invasioni dei Turchi e dei Saraceni tra il XV e il XVII secolo. Infatti, i guardiani di queste torri avvisavano, con segnali di fumo o utilizzando degli specchi le altre torri, cosicché le popolazioni potevano rinchiudersi nelle mura delle loro città. Le comunicazioni da una torre all’altra erano molto veloci, merito anche della loro posizione, infatti si narra che i segnali di pericolo potevano giungere da Monopoli a Venezia in poco più di mezz’ora.

In questa parte di costa si può percorrere un tratto, di ciò che resta, dell’antica Via Traiana, un’antica strada romana che collegava Benevento a Brindisi, costruita tra il 108 e 110 d.c. per volere dell’imperatore Traiano. Quest’antica opera dell’edilizia romana, nasce come il prolungamento della Via Appia che terminava a Benevento, inizialmente era una mulattiera, diventata poi percorribile, anche per ridurre i tempi di viaggio di, addirittura, due giorni per raggiungere Brindisi. Da Torre Cintola, si percorre un antico tracciato della Via Traiana dove è possibile ammirarne i solchi scavati dai carri durante la loro continua percorrenza, ad oggi la profondità di essi è accentuata dall’erosione marina che ne ha interrotto anche una parte della strada.

Sui resti di questo antico luogo di cammino, incontriamo una suggestiva chiesa rupestre medievale: la Chiesa di San Giorgio che prende il nome dall’omonima torre vicina.

Durante la sua scoperta avvenuta sette anni fa, grazie al rifacimento del manto stradale, ricoperta da detriti e vegetazione, è venuto fuori un rosone che si trova, a sinistra, sulla parete dell’ingresso della chiesa. Si pensa che questo antico rosone possa indicare l’occhio di Dio che guardava i pellegrini durante il loro cammino sulla via Traiana. All’ingresso della chiesetta, troviamo una croce celtica riconducibile ai riti della religione Ortodossa, mentre il suo interno presenta vari archi che la dividono in tre stanze. Le sue volte sono molto basse vista la statura dell’uomo medievale e sono caratterizzate da piccoli fori ovvero sfiatatoi per le candele. Il tempo, l’incuria e l’erosione marina hanno, purtroppo, cancellato gli affreschi sulle pareti di questo suggestivo e misterioso luogo.

Il nostro cammino prosegue diventando naturalistico e incontrando molte tipologie di piante; ecco spuntare il lentisco, il cisto e la ginestra spinosa, una pianta leguminosa; si narra che i rami di quest’ultima fossero stati utilizzati dai romani per comporre la corona di spine di Gesù. Questo è anche il territorio delle orchidee selvatiche, la più famosa è la Serapias Apulica dai petali particolari chiamati labello.

E’ proprio al nome di questa orchidea che si sono ispirati i fondatori della Cooperativa Serapia,  organizzatori di questo alternativo percorso di trekking che potremmo definire costiero. Nata nel  2011, la cooperativa Serapia, con sede a Ostuni, si occupa di turismo sostenibile, didattica ambientale, trekking ed escursionismo in bici, ma anche di degustazioni slow e visite guidate nei più bei centri storici di Puglia. Il loro obiettivo è valorizzare il patrimonio naturalistico, storico e artistico della nostra Puglia grazie, anche, alle competenze scientifiche e umanistiche delle loro guide come Francesco, la nostra guida di domenica scorsa, che è riuscito a incuriosire i partecipanti e a creare un’interessante alchimia di gruppo.

In fondo, lo spirito del trekking è proprio questo e possiamo racchiuderlo in questo pensiero di un antico proverbio africano «Se vuoi andare veloce vai da solo, se vuoi andare lontano vai insieme».

(Si ringrazia per le foto  Mirella Rutigliano)

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