Nella Sala Finocchiaro della Fabbrica San Domenico di Molfetta conferenza dal titolo: “Giulio Cozzoli: atto finale (1947-1957)”





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L’evento, organizzato dall’associazione Eredi della Storia e dalla Fondazione ANMIG di Molfetta, con il
patrocinio del Comune di Molfetta, intende divulgare la conoscenza di un artista molfettese di valenza
nazionale: Giulio Cozzoli. Uno scultore del XX secolo che nella monumentale opera dedicatoria ai soldati e ai
Caduti della Grande Guerra (un tema molto caro alle nostre associazioni), ha lasciato opere senza tempo.
Alla conferenza saranno presenti per i saluti istituzionali il Sindaco del Comune di Molfetta, dott. Tommaso
Minervini, il Cav. Sergio Ragno, Presidente dell’Associazione Eredi della Storia, e ill’Avv. Cav. Nico Bufi,
Presidente Regionale della Fondazione ANMIG.
L’ing. Biagio Stoia, Vice Presidente ANMIG Molfetta introdurrà il relatore del convegno, il Prof. Gaetano
Mongelli, Storico dell’Arte Moderna dell’Università agli Studi di Bari, già autore di studi, pubblicazioni e
curatore scientifico di esposizioni dell’artista Giulio Cozzoli. Lo stesso prof. Mongelli ha relazionato sulla
“Apoteosi degli Eroi nelle sculture di Giulio Cozzoli” nel convegno organizzato dalle associazioni Eredi della
Storia e ANMIG, per il centenario del Cap. Domenico Picca nel novembre 2016. E prima ancora, nell’anno
2002, in occasione del convegno e mostra “I molfettesi nel Secondo Conflitto mondiale” con un personale
contributo storico-artistico.
Le vicende essenziali degli ultimi dieci anni di vita dello scultore molfettese Giulio Cozzoli (1883-1957)
trovano il loro incipit con la conclusione del lungo e travagliato percorso ideativo e creativo delle figure a
tutto tondo, in gesso, del gruppo della Deposizione. Ma si sa, il destino dei grandi artisti resta sempre quello
di lasciare incompiuto un’opera o un progetto e di non vederlo realizzato durante la propria esistenza. Lo
scultore assiste all’incedere inesorabile di un tempo segnato dai nuovi linguaggi modernisti, opportunità
mancate, ma soprattutto di importanti realizzazioni per le principali committenze.
L’intreccio narrativo delle vicende che verranno descritte chiarisce la piena fiducia nella classicità, esemplata
nella sua scultura attraverso i linguaggi artistici di quello che è stato definito un “michelangiolismo di ritorno.
Ad un anno dalla morte, la sua partecipazione al bando di concorso riguardante il parco monumentale che la
Città di Foggia indisse per celebrare il musicista Umberto Giordano (1956), avrebbe potuto con una
clamorosa sua vittoria portare a compimento la fusione in bronzo della sua monumentale opera
testamentaria?

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