Petina,LA MAGIA DEGLI ALBURNI: TREKKING SPELEOLOGICO.





Osservatorio Astronomico
Osservatorio Astronomico

Osservatorio Astronomico Aresta-Monti Alburni

“Quando uomini e montagne si incontrano, grandi cose accadono” cosi affermava William Blake, un celebre poeta inglese; infatti, di fronte alla magia dei Monti Alburni, non resta che soffermarsi a guardare la loro bellezza, la loro maestosità.

I monti Alburni, con i loro 23 km di lunghezza e 10 km di larghezza, fanno parte del Parco Nazionale del Cilento, risalgono all’era mesozoica e vengono anche definiti le Dolomiti del Sud; ricoperti ad alta quota da maestose faggete, costituiscono l’area carsica con la maggiore concentrazione di grotte dell’Italia meridionale, se ne contano circa 250 al catasto della Campania. Il nome Alburni deriva dal Monte Alburno, dal colore bianco per la sua natura carsica, che è riconducibile al colore bianco dell’albume dell’uovo, dal latino Albus ovvero bianco, imbiancato, ribattezzato poi con il nome di Panormo, merito del bellissimo panorama che si ammira dalla sua vetta. Il nome Panormo si pensa possa derivare da Panormus, l’antica Palermo per i Romani, perché arrivati  in cima si potrebbe intravedere Palermo.

Parte da qui il nostro trekking speleologico, dall’Osservatorio Astronomico “Aresta” nel Comune di Petina in provincia di Salerno a 1300 metri di altitudine, che è stata la nostra base, il nostro rifugio per la notte, dormendo in un sacco a pelo, e il nostro punto di ristoro per il giorno; costruito circa trent’anni fa dalla Comunità montana di Postiglione, inizialmente ricovero di pastori e mandriani, è diventato, ora, uno dei più grandi osservatori amatoriali d’Italia. Inizia, così, una due giorni di full-immersion in un posto unico, che ci ha portato alla conoscenza anche di un misterioso mondo sotterraneo; infatti, vista la natura carsica di questi luoghi, ci incamminiamo verso due singolari grotte, la Grave del Fumo e la Grotta di Fra’ Gentile, abbastanza vicine tra loro, che danno vita al Sentiero delle Grave.

Entrambe risalgono all’età Mesozoica, ovvero 120 milioni di anni fa, e si sviluppano verticalmente, a causa della caratteristica geologica – strutturale dell’area, in quanto tutto il massiccio degli Alburni è formato da quattro faglie verticali. Scoperte dal gruppo speleologico di  Eugenio Boegan, intorno agli anni 50, non comunicano tra loro ma, grazie a un fiume sotterraneo, sono in collegamento con le grotte di Pertosa.

La grotta del Fumo è chiamata cosi, perché d’inverno, a causa della differenza di temperatura, tra interno ed esterno, c’è una scia a segnalarla, invece la grotta di Fra’ Gentile è uno spettacolare inghiottitoio con due grandi aperture e porta il nome del brigante fra’ Gentile che, in questo luogo, trovò il suo nascondiglio.

In questa due giorni, siamo stati affiancati dal gruppo Speleo Club Sperone di San Giovanni Rotondo che, con istruttori esperti, ci hanno guidato anche nella conoscenza di base delle attrezzature simulando, con alcuni temerari, le tecniche di salita e discesa in grotta; il club è stato fondato da Michele Lo Mele, negli anni 70, ed è  diventato poi scuola riconosciuta a livello federale dal 1994.

L’evento, invece, è stato organizzato dal gruppo di Garganowunderland, costituito da varie figure, tra cui la guida turistica Nicola Pazienza e il geologo Gianluca Russo. Partiti nel 2017, grazie alla loro incisiva presenza sui social, organizzano escursioni nella natura raccontando la storia e le tradizioni della loro terra, ovvero il  Gargano, e non solo, il tutto accompagnato da soste gastronomiche presso aziende locali. C’e’ un rito propiziatorio, durante ogni escursione, ovvero il taglio del caciocavallo tipico del posto, prodotto nell’azienda agricola di famiglia dal padre di Nicola, e accompagnato da un singolare antico brindisi con il vino locale.

E ancora una volta la natura stupisce ancora per  sua grandezza, per la sua imprevedibilità; noi, oggi, appartenenti ad una società fin “troppo civilizzata” che ci ha tolto l’azione più bella per un essere umano ovvero quella di meravigliarci.

(Si ringrazia per le foto Mirella Rutigliano)

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entrata in grotta Fra'Gentile

entrata in grotta Fra’Gentile

grotta cartello bosco

 

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