Puglia,il caciocavallo impiccato
La brace è ardente, il pane casereccio ben tostato…manca solo un ultimo ingrediente…il “caciocavallo impiccato”.
Durante la terza tappa della Sagra del Fungo Cardoncello che si è svolta a Ruvo di Puglia, tutti i visitatori hanno assistito incuriositi alla condanna per impiccagione del caciocavallo. Questa preparazione prevede una lenta cottura su brace di questo formaggio che, per la sua particolare forma tondeggiante con una testa piuttosto piccola, ben si presta ad essere appeso e quindi impiccato ad un filo di ferro che scorre attraverso una carrucola e tiene sospeso il caciocavallo a circa trenta centimetri dalla brace. Il calore dei carboni ardenti favorisce lo scioglimento del formaggio che viene dapprima tagliato e poi spalmato sul pane tostato.
Qualche “buon intenditore” ci ha suggerito che sarebbe preferibile utilizzare un caciocavallo prodotto con latte di vacche podoliche, tipica razza autoctona allevata allo stato brado nelle aree interne meridionali. Non meno importante è che il caciocavallo deve avere una stagionatura di circa un mese, un peso massimo non superiore ai tre chili ed una bassa percentuale di sale.
Nessuno ha resistito all’ inebriante profumo della crema di funghi che veniva aggiunta alle croccanti bruschette con caciocavallo filante. E’ proprio vero…ne uccide più la gola che la spada…i proverbi non sbagliano mai!!! Per le strade di Ruvo infatti gli odori delle prelibatezze del nostro territorio si mischiavano tra loro stimolando di continuo l’appetito dei visitatori di questa sagra che hanno non solo degustato ma anche acquistato tanti prodotti tipici locali.
Per questo motivo non potete perdervi l’ultimo appuntamento con la Sagra del Fungo Cardoncello che si terrà a Poggiorsini il 30/11 e il 01/12. …che dire…PASSA LA PAROLA!
Irene Mattia Di Mitrio
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