TRA PRIMI VAGITI E CAMPANILISMO IMPERTURBABILE





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Migliaia di bambini hanno visto la luce per mezzo delle sue salde mani e migliaia di mamme lo portano nel cuore. Mediterraneo, apparentemente austero, dalla signorilità “retrò”, nostalgico eco di cavalierato alla “Re Artù”; peculiarità, attualmente, quasi in estinzione. Inconfutabile professionalità contraddistinta da una capacità umana che lo rendono un medico a tutto tondo, incarnazione perfetta della dottrina ed etica ippocratica. Il pensiero confuciano “non importa se stai procedendo molto lentamente; ciò che importa è che tu non ti sia fermato” è la traduzione perfetta di un uomo che ha cercato, tenacemente, attraverso il proprio lavoro e uno stoico impegno politico, di divulgare il senso della vita stessa e l’amore per la sua Città. Un percorso tortuoso fatto di vittorie e sconfitte ma che, sotto la buona stella della determinazione di chi crede in un ideale, procede, senza distrazione alcuna, verso un obiettivo di riconquista della dignità in un territorio che cerca di sopravvivere poggiandosi sulla legge degli “espedienti” nel quale lui, uomo dall’ideologia inflessibile, non si riconosce più. In perenne bilico tra esaltazione della vita contro chi vorrebbe dissacrarla e constatazione del profondo smarrimento umano, approfondiamo l’universo che è racchiuso nel cuore di questo gentil-guerriero.

Dott. Avantario, il progetto “Città dell’Infanzia” persegue il cammino della riconquista dei “diritti”. Questo, ovviamente, contrasta con molte logiche istituzionali che, spesso, perdono di vista la centralità dell’uomo nella salvaguardia di tutto ciò che lo rende tale. Perché scegliere di abbracciare la mission “Città dell’Infanzia” senza remore e, soprattutto, con la consapevolezza che tale decisione avrebbe potuto compromettere rapporti umani e/o politici?

È vero, spesso le istituzioni “dimenticano”, nel difficile rapporto quotidiano con i cittadini, che al centro di tale rapporto c’è l’ uomo con la sua dignità. La scelta di abbracciare il progetto “Città dell’Infanzia” non è casuale, perché è dai bambini che si inizia; è con i bambini che si può essere sicuri di raggiungere questo nobile scopo. I bambini sono piccoli soggetti che hanno bisogno di diritti e tutele e che invece sono i più esposti allo “sfruttamento”: si pensi ai bambini costretti ad andare in guerra, a chiedere l’ elemosina per strada e addirittura ad essere soppressi, se si pensa all’ aborto. Se la scelta di appartenenza possa compromettere i rapporti umani e politici, lo escludo, se tali scelte sono frutto di un modo di vivere nel pieno rispetto delle convinzioni altrui.

 

Qual è il compito essenziale di un ginecologo, oltre quello strettamente legato alla salvaguardia della salute? Vi sono delle regole di “approccio” da osservare? Come far sentire una donna rassicurata?

Il compito del medico in genere e del ginecologo in particolare, si traduce in una parola: rispetto della paziente. La paziente si rivolge al medico in genere per un problema di salute e vive un momento di fragilità che non va mai dimenticato. La visita passa attraverso alcune fasi l’una legata all’altra: l’anamnesi (storia clinica della paziente), la visita con eventuale indagine strumentale, la diagnosi e la terapia. Il medico deve, con parole semplici, esprimersi con la paziente,creando un dialogo continuo con la stessa. Il medico, inoltre, non deve mai dimenticare che di fronte non abbiamo un corpo da visitare, ma una persona da accogliere, con tutto il suo vissuto.

 

Lei è redattore all’interno della rubrica “Maternità e Ginecologia” sul portale Cittadellinfanzia.it condivisa con la dott.ssa Raffaella Parente e la dott.ssa Rossella Valerio, entrambe ostetriche. Cosa cerca di divulgare con i suoi articoli?

Io credo che siano importanti due aspetti in particolare: la cura della propria salute, con particolare riferimento alla prevenzione primaria e secondaria, e lo stile di vita alla ricerca del benessere psicofisico verso cui è proiettata la medicina moderna. La prevenzione, in particolare in oncologia e, in questo caso, in oncologia ginecologica, ha consentito un approccio terapeutico-medico-chirurgico che consente una guarigione senza necessariamente “devastare” un corpo umano con procedure invasive e, a volte, mutilazione di organi. Lo stile di vita che si avvale di un’alimentazione sana, semplice, che abbiamo a portata di mano, l’alimentazione mediterranea, il mantenimento di un giusto peso, una vita con almeno un minimo di attività sportiva.

 

La “notte bianca dei bambini” è stata la consacrazione di “Città dell’Infanzia” con un passo che ha cambiato la storia di una città rendendo, per la prima volta, un parco giochi “inclusivo”. Un evento che ha visto giungere circa 10000 utenze da tutta la Puglia e non solo, senza contributi e poggiandosi solo sull’ineccepibile professionalità e umanità delle persone coinvolte, tra cui il suo indispensabile contributo. Come interpreta il distacco emotivo e operativo delle istituzioni di fronte ad uno step di tal portata? È sterile supponenza oppure incapacità di evincere il senso profondo di una vera e propria rivoluzione?

La notte bianca: un vero successo, per un impegno sociale che dura ormai da oltre un anno, frutto di professionalità, passione e generosità, che ha avuto la sua “consacrazione” con la donazione al Comune della giostra per bambini diversamente abili. Io non penso che vi sia stato un distacco delle istituzioni verso un evento di tale portata (il sindaco è stato presente all’inaugurazione della giostra per diversamente abili), piuttosto, e più semplicemente, la sorpresa di fronte a un tale successo. Io penso che davanti alle novità positive di questa portata sia necessario continuare a lavorare in silenzio e discrezione, le testimonianze di stima arriveranno.

 

Diciamo che l’ABC dell’educazione di un padrone di casa è “almeno” dire <<grazie>> quando si riceve un dono, consegnato (con servizio installazione e collaudo), tra l’altro, a domicilio. In questo caso, quindi, la presenza e il ringraziamento, ad un evento di tal portata sociale, sono rientrati nelle regole comuni del savoir-vivre che, nella rappresentanza istituzionale sono da considerarsi essenziali; ma passiamo ad altro. Ormai la cronaca nera e il disastro ambientale sono comuni denominatori di un tangibile disagio che accomuna il territorio, si può davvero credere in un mondo a misura di bambino? L’Italia come potrebbe “autorivoluzionarsi”, prendendo, magari, spunto dal tangibile senso civico nord-europeo?

Il rispetto dell’ambiente fa parte della cultura dell’uomo purtroppo solo da “pochi” anni, dopo che lo sfruttamento dell’ambiente, l’inquinamento dei paesi industrializzati, l’inquinamento dei mari e dei fiumi aveva raggiunto livelli non più tollerabili e con danni difficili da riparare; si pensi al buco dell’ozono ed al riscaldamento terrestre. La nostra città e il nostro Paese, le nostre comunità dovrebbero cominciare dai bambini, investire nella scuola come elemento fondante nella educazione al rispetto dell’ambiente. Certo ci sono paesi nord europei che sono avanti in questo percorso di salvaguardia della salute, che passa attraverso il rispetto dell’ambiente. Sicuramente raggiungeremo prima gli standard europei se continueremo a stare in Europa e a sentirci europei.

 

Il viaggio prosegue cadenzato da palpiti di incommensurabile tenacia…

Passalaparola.net e Cittadellinfanzia.it, insieme, per i diritti umani.

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