TRANI, “IL CAMMINO DI SANTIAGO” NELL’ESPERIENZA DI DUE PELLEGRINI





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Domenica 11 marzo 2018, a Trani, nell’aula multimediale “Santi Agrese e Paolo” della Parrocchia di Santa Chiara, alle ore 20.00, si terrà un incontro su “Il cammino di Santiago: liberare il cuore per incontrarsi. Riflessioni, emozioni, fotografie, curiosità di un cammino di libertà”, che sarà guidato da due pellegrini che nella scorsa estate hanno effettuato questa esperienza.

L’iniziativa è stata promossa dall’Associazione storico culturale “Santi Agnese e Paolo – onlus”.

“L’esperienza del cammino - spiega Don Alessandro Farano, parroco di Santa Chiara – è sicuramente un ‘tesoro’ che nessuno può tenere per sé. La condivisione di tale esperienza significa poter rendere partecipi altri giovani e non di una Gioia che riempie la vita. Invito tutti … perché al Gioia va condivisa”.

Da tempo, anche giovani e adulti della diocesi di Trani-Barletta-Bisceglie, in piccoli gruppi, fanno l’esperienza del Cammino.

 

SCHEDA

È il Cammino, per eccellenza. Un’esperienza da fare una volta vita, anche a detta degli oltre 200.000 pellegrini che giungono ogni anno alla meta. Ma, esattamente, cos’è? Come affrontarlo e perché? Se vi fate queste domande, leggete qui cosa risponde Alfonso Curatolo, co-autore della “Guida al Cammino di Santiago di Compostela”

Il Cammino di Santiago de Compostela è una delle vie di peregrinazione più importanti della storia, tanto che la città è considerata la terza città santa per la cristianità dopo Gerusalemme (da cui tutto partì) e Roma. Divenne così importante nel Medioevo, con un massimo splendore tra i sec. XI°-XIII°, che il termine pellegrino (come cita Dante nella Vita Nova) divenne sinonimo del viandante che si dirigeva a Santiago.

È una rotta percorsa ininterrottamente fin dal primo terzo del IX° sec., epoca a cui risale la declamazione della scoperta della tomba di San Giacomo il Maggiore, uno tra i più intimi degli apostoli di Gesù, in seguito (così narra la tradizione) all’apparizione di una stella su un campo presso un colle chiamato Libredòn, che indicò ad un pio eremita del tempo il luogo ove giacevano, dimenticate da secoli, le reliquie del santo. Da tutto ciò deriva il nome della città che ivi nacque: Santiago (contrattura iberica di San Giacomo) de Compostela (del campus stellae) a ricordo di quella stella che, come la cometa guidò i Magi a Betlemme, indico a Pelayo (l’eremita) il luogo del sepolcro.

Da più un trentennio a questa parte il Cammino di Santiago ha ritrovato una nuova vitalità tanto che, se nel Medioevo fu motivo d’incontro e scambio culturale tra le genti del Mondo Antico (motivo per il quale nella seconda metà degli anni ’80 fu definito “Primo itinerario culturale Europeo”), oggi è diventato un fenomeno mondiale; è facile infatti trovare sul Cammino persone di ogni nazionalità, ben oltre quelle europee. Negli ultimi anni si è stimato che oltre 200.000 pellegrini giungano ogni anno a Santiago.

Ci sono credenti e non, cristiani e persone di altre fedi: ad accomunare tutti quelli che si mettono in cammino è la voglia di vivere un’esperienza che permetta di ritrovare la vera natura dell’uomo (“schiacciata” dalla frenesia e ansia del nostro tempo), le profondità del proprio cuore, della propria anima… Poi c’è chi è mosso dalla ricerca del trascendente e chi parte a causa di eventi, o prove che la vita gli ha posto davanti: una malattia, un dolore, una perdita ma anche una grande gioia arrivata inattesa.

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