Disturbi Specifici di Apprendimento





dsa

Volendo fare un quadro completo, i DSA fanno parte di una categoria più ampia quale è quella dei BES ( la cui normativa di riferimento è il decreto ministeriale del 27/12/2012 e la circolare ministeriale n.8 del 2013).

I DSA nello specifico fanno capo ai Disturbi Evolutivi Specifici e sono regolamentati dalla legge n.170/ 2010 e dalle Linee Guida del 2011.

La legge 170 riconosce come DSA i seguenti disturbi: dislessia, disgrafia, disortografia, discalculia. Questi disturbi si manifestano in presenza di capacità cognitive adeguate, sono di origine neurobiologica, hanno matrice evolutiva e si mostrano come atipia dello sviluppo, sono modificabili attraverso interventi mirati. Questi disturbi possono coesistere in una sola persona e in tal caso si parla di comorbilità.

I DSA hanno una componente evolutiva che comporta la loro manifestazione come ritardo e/o atipia del processo di sviluppo, definito sulle base dell’età anagrafica e della media degli alunni presenti in classe. Ruolo fondamentale è quello dei docenti che attraverso l’osservazione sistematica possono determinare interventi precoci, come attività di recupero e di potenziamento. Tale osservazione parte già dalla Scuola dell’Infanzia e prosegue nella Scuola Primaria. Se anche in seguito a tali interventi l’atipia permane, sarà necessario convocare i genitori dell’alunno e metterli a conoscenza di quanto riscontrato, consigliandoli di recarsi presso uno specialista per accertare la presenza o meno di un disturbo specifico dell’apprendimento.

La normativa sui DSA sollecita la scuola a porre al centro delle proprie attività la persona, facendo in modo che possano realizzarsi pienamente gli art.2 e 4 della C.I..

La legge 170 persegue le seguenti finalità:

  • Garantire il diritto allo studio a tutti (art. 34 C.I.)
  • Favorire il successo scolastico attraverso misure didattiche di supporto
  • Promuovere lo sviluppo delle potenzialità
  • Ridurre disagi relazionali ed emozionali
  • Adottare forme di verifica e di valutazione adeguate agli studenti
  • Coinvolgere la famiglia nel redigere il PDP
  • Favorire la diagnosi precoce

La legge 170/2010 riconosce l’utilizzo di strumenti compensativi (sintesi vocale, registratore, programmi di video-scrittura con correttore ortografico, calcolatrice, tabelle, mappe concettuali, ecc) e misure dispensative  (tempo di esecuzione dell’esercizio maggiore del 30% rispetto agli altri, no lettura ad alta voce, contenuto della prova ridotto) per consentire agli alunni con DSA di raggiungere gli obiettivi di apprendimento.

Le Linee Guida per alunni con disturbi specifici di apprendimento ci indicano anche l’utilizzo di interventi didattici individualizzati e personalizzati, il cui fine è garantire il diritto allo studio degli alunni con DSA (art. 34 C.I). I DSA presentano stili di apprendimento che è importante riconoscere per la predisposizione di una didattica personalizzata efficace. Nel caso di alunno con DSA, fare riferimento agli stili di apprendimento e alle diverse strategie che lo caratterizzano, diventa un elemento essenziale per il suo successo scolastico.

Mentre la didattica individualizzata pone obiettivi comuni per tutti i componenti del gruppo classe, pur adattando metodologie in funzione delle caratteristiche individuali dei discenti, quella personalizzata pone obiettivi diversi per ciascun discente, al fine di promuovere le potenzialità e il successo formativo del discente stesso. Questo tipo di didattica si avvale dell’utilizzo di mediatori didattici (schemi, mappe concettuali, ..), attenzione agli stili di apprendimento, calibrazione degli interventi sulla base dei livelli raggiunti.

L’utilizzo di una didattica individualizzata e personalizzata per lo studente con DSA, determina le condizioni più favorevoli per il raggiungimento degli obiettivi di apprendimento.

Per favorire l’apprendimento di ogni bambino, è importante conoscere e valorizzare lo stile di apprendimento a lui preferenziale: un insegnamento che tenga conto dello stile di apprendimento dello studente facilita il raggiungimento degli obiettivi educativi e didattici.

Come alcune ricerche dimostrano, gli studenti con disturbo specifico dell’apprendimento presentano stili di apprendimento specifici, che è importante riconoscere per applicare una didattica personalizzata efficace che gli permetta di raggiungere gli obiettivi di apprendimento con minor fatica: questo non significa agire sulle cause, “eliminare la dislessia”, ma agire sulle conseguenze, facilitare il bambino, usando una didattica che consideri le sue modalità di apprendimento, nel rispetto delle normali differenze individuali.

Lo stile di apprendimento tipico di una persona deriva sia da come percepisce l’informazione, ovvero dai CANALI SENSORIALI preferenziali, sia da come la rielabora cognitivamente, cioè dai suoi STILI COGNITIVI favoriti.

Vari studi (Mariani 1996; 1999; 2000) evidenziano la presenza di quattro canali sensoriali mediante i quali l’informazione viene percepita, che portano ad un modo diverso di accedere alle informazioni e quindi a stili di apprendimento diversi.
Essi sono:

  • visivo-verbale
  • visivo-non verbale
  • uditivo
  • cinestesico

Gli allievi con DSA incontreranno più difficoltà con il canale visivo-verbale, basato sulla letto-scrittura, legato, appunto, alla difficoltà di decodifica dei grafemi. In questo senso il disturbo condiziona inconsapevolmente la scelta dello stile di apprendimento preferenziale, portando la persona con DSA a prediligere altri stili di apprendimento.
Sicuramente lo stile preferenziale sarà quello visivo-non verbale, in quanto, spesso, le persone con DSA processano molto bene le informazioni che passano da questo canale, essendo questo un loro specifico punto di forza. Inoltre, spesso hanno buone capacità uditive e cinestesiche, che comunque vanno allenate, come per esempio, per l’ascolto, utilizzando gli audiolibri e la sintesi vocale.

In base a quanto detto, risulta chiaro che gli allievi con DSA prediligano i canali sensoriali visivo-non verbale, uditivo e cinestesico e quindi abbiamo stili di apprendimento basati sulle immagine, sull’ascolto e sull’esperienza pratica.

Per favorire uno stile di apprendimento basato sul CANALE VISIVO-NON VERBALE è importante portare il bambino a riassumere il testo da studiare NON usando riassunti scritti o facendo leggere e ripetere il testo, ma con immagini, disegni, grafici e mappe concettuali.
In specifico è importante che le mappe concettuali siano molto grafiche, poco scritte e con riportate le parole chiave da ricordare: i bambini con DSA faticano a ricordare i termini specifici e saranno facilitati se essi sono inseriti in mappa, meglio ancora se affiancati da un’immagine che rappresenti il termine. Inoltre, è importante cercare le immagini con il bambino e creare la mappa con lui. Questo perchè le immagini scelte devono essere evocative (cioè evocare e richiamare un determinato termine) per quello specifico bambino. Per favorire un approccio al materiale da studiare che si basi sul canale visivo-non verbale è fondamentale anche, prima di leggere il testo, portare il bambino a guardare e a ragionare sugli indici testuali, cioè il titolo, i sottotitoli, le immagini, le didascalie e le parole chiave: sono necessari per aiutare il bambino a capire di cosa parlerà il testo, quali saranno le informazioni importanti e a preattivarlo a cercarle nel testo.

Per favorire l’uso del CANALE CINESTESICO è importante non dare solo spiegazioni teoriche, ma utilizzare esempi pratici, concreti, usare materiale che il bambino possa vedere, toccare manipolare, infatti, tra i punti di forza dei DSA vi è proprio la capacità di apprendere più facilmente tramite esempi pratici ed esperienze.

Per stimolare l’uso del CANALE UDITIVO, è importante prediligere le spiegazioni orali senza troppi riferimenti al testo scritto, stimolare l’utilizzo dei libri digitali con l’uso della sintesi vocale, l’uso degli audiolibri per leggere i libri di narrativa, la registrazione delle lezioni, per risentirle a casa e la registrazione di se stesso mentre ripete la lezione. Questo può essere molto utile per favorire la capacità di autocorrezione, metacognizione e autoefficacia: il bambino diventa più consapevole di cosa sbaglia, di come funziona, di quali sono le cose in cui fa più fatica e quelle dove riesce bene (i suoi punti di forza, da valorizzare), capisce che riesce, ce la fa anche lui e aumenta la sua sensazione di autoefficacia e la sua autostima.

Un bambino viene dichiarato DSA al termine del secondo anno della Scuola Primaria. In seguito alla  relazione clinica rilasciata dal professionista della ASL, il genitore rilascia tale certificazione alla segreteria scolastica la quale la passerà al Dirigente. Questi a sua volta informerà i docenti dell’alunno. A questo punto tutti i docenti della classe, insieme alla famiglia dell’alunno, redigono il PDP entro il primo trimestre scolastico. E’ richiesto a tutti i docenti la presa in carico dell’alunno. Da parte dei docenti è necessario fare appello alle competenze psico-pedagogiche per affrontare il problema, senza delegare tout court aunto ds specialisti esterni. Per questo motivo la formazione dei docenti e dei dirigenti scolastici è un elemento fondamentale per la corretta applicazione della legge 170/2010.

Per quanto riguarda la didattica, negli alunni con DSA si dovrebbe procedere con attività di rinforzo associate a nuovi contenuti, l’insegnante deve assumere atteggiamenti incoraggianti gratificando l’alunno anche sul raggiungimento di minimi risultati, garantire in classe un clima sereno e accogliente per creare ambienti di apprendimento capaci di sviluppare autostima. Si parla infatti nelle I.N. di scuola inclusiva. Uno dei rischi cui si va incontro con gli alunni con DSA è la dispersione scolastica dovuta a ripetute esperienze negative e frustranti durante l’intero iter formativo. Bisogna invece fare in modo che questi alunni raggiungano una maggiore autostima, nella consapevolezza di poter riuscire nei propri impegni nonostante il disturbo. Compito della scuola è abbattere gli ostacoli che limitando la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana (Art. 3 C.I.).

DISLESSIA/DISGRAFIA/DISORTOGRAFIA

La dislessia si manifesta con una minore correttezza e rapidità della lettura rispetto a quanto atteso per età anagrafica e classe frequentata.

La disgrafia fa riferimento al controllo degli aspetti grafici, formali, della scrittura manuale ed è collegata al momento motorio-esecutivo. La disortografia è un disordine di codifica del testo scritto.

L’osservazione da parte dei docenti va effettuata sin dalla Scuola dell’Infanzia dove potranno emergere difficoltà grafo-motorie, di orientamento spazio-temporale, di coordinazione oculo-manuale e coordinazione generale, dominanza generale. Risulteranno molto importanti gli esercizi per la strutturazione dello schema corporeo che consiste nella rappresentazione mentale di sè.

Per l’insegnamento della letto-scrittura è sconsigliato il metodo globale. E’ preferibile quello fono-sillabico oppure solamente sillabico. Riflettere sulla struttura fonologica di una parola accompagna l’apprendimento di un sistema di scrittura alfabetica.

Nella fase iniziale in cui si manifestano i primi segni di difficoltà, non si deve procedere aumentando la mole degli esercizi, piuttosto diventa importante stabilire il tipo di didattica da utilizzare. E’ importante garantire agli alunni la possibilità di maturare le capacità percettivo-motorie e linguistiche che costituiscono i prerequisiti per la conquista delle abilità strumentali della letto-scrittura.

E’ auspicabile iniziare con lo stampato maiuscolo, evitando di presentare una stessa lettera nei 4 formati. Il bambino deve scrivere le lettere partendo dall’alto, si inizia con quelle che si scrivono da sinistra, poi si procede con quelle scritte da destra, lasciando per ultime la Q e l’H. L’alunno con DSA è dispensato dalla lettura ad alta voce, se non di brani su cui possa essersi già esercitato.

No utilizzo massivo di schede precompilate ma stimolare la creatività degli alunni. Attività laboratoriali, cooperative learning.

Strumenti compensativi: mappe, schemi concettuali, registratore, computer con correttore ortografico, libri liquidi, sintesi vocale, verifiche con risposta a scelta multipla.

DISCALCULIA

Riguarda l’abilità di calcolo. Le strategie di potenziamento, nella Scuola Primaria, dell’intelligenza numerica riguardano:

  • Processi di conteggio
  • Processi lessicali
  • Processi semantici
  • Processi sintattici
  • Calcolo a mente
  • Calcolo scritto

Esercizi: gioco dell’oca, tombola, gioco con le carte. Privilegiare calcolo mentale a quello scritto che invece rappresenta un apprendimento di procedure necessario per eseguire calcoli molto complessi.

Strumenti compensativi: calcolatrice, tabella pitagorica…sono elementi di supporto e non di potenziamento perché non aumentano le competenze ma riducono il carico.

 

Commenti

Commenti


Condividi