IL DIRITTO ALLO STUDIO DEGLI ALUNNI ADOTTATI





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La presenza di minori adottati nelle scuole italiane è divenuta un fenomeno quantitativamente rilevante. La realtà dell’adozione è ampiamente diffusa nella nostra società e contribuisce alla crescita culturale e sociale del nostro paese. Alla condizione adottiva non corrisponde un,uniformità di situazioni infatti si possono presentare situazioni che vanno da un estremo di alta problematicità ad un altro di pieno e positivo adattamento.

È fondamentale attuare une metodologia di accoglienza scolastica in grado di garantire il benessere di questi alunni sin dalle prime fasi di ingresso in classe. In questo senso è necessario che la scuola sia preparata all’accoglienza dei minori adottati e costruisca strumenti utili non solo per quanto riguarda l’aspetto organizzativo, ma anche didattico e relazionale.

Pur nell’estrema varietà di situazioni, vi sono alcune esperienze sfavorevoli che tutti i bambini adottati hanno sperimentato prima dell’adozione: separazione dai genitori, solitudine, periodi di istituzionalizzazione.

Si evidenziano, in un numero significativo di bambini adottati, la presenza di aree critiche:

DIFFICOLTA’ DI APPRENDIMENTO: vari studi hanno rilevato una percentuale di DSA superiore a quella mediamente presente tra i coetanei non adottati. È da sottolineare che tuttavia in assenza di un disturbo specifico dell’apprendimento a causa di una pluralità di situazioni quali incuria, abbandono,, abusi, istituzionalizzazione, molti bambini adottati possono presentare problematiche nella sfera psico-emotiva e cognitiva tali da interferire con le capacità di apprendimento. Tali difficoltà possono manifestarsi con deficit nella concentrazione, nell’attenzione, nella memorizzazione, nella produzione verbale e scritta, in alcune funzioni logiche.

DIFFICOLTA’ PSICO-EMOTIVE: molti bambini adottati presentano difficoltà nella capacità di controllare ed esprimere le proprie emozioni, difficoltà nel tollerare le frustrazioni, i comportamenti aggressivi, mancato rispetto delle regole, le provocazioni, senso di insicurezza, bisogno di sentirsi amati, rabbia e dolore.

SCOLARIZZAZIONE NEI PAESI D’ORIGINE: I bambini adottati internazionalmente possono aver avuto un’esigua scolarizzazione, non averla ricevuta affatto o averla ricevuta con modalità piuttosto differenti da quelle attuate in Italia (si consideri che in alcuni paesi il percorso scolastico inizia a 7 anni)

BAMBINI SEGNALATI CON BISOGNI SPECIALI O PARTICOLARI: Adozioni di bambini con bisogni speciali o particolari.  Per bisogni speciali si segnala la presenza di patologie gravi e irreversibili. per bisogni particolari sim indica la reversibilità nel tempo delle situazioni indicate.  Per “adozioni di bambini con bisogni speciali “ci si riferisce alle adozioni: di due o più minori; di bambini di sette o più anni di età; di bambini con significative problematiche di salute o di disabilità; di bambini reduci da esperienze particolari difficili o traumatiche. Queste due ultime tipologie possono presentare specifiche problematiche sul piano degli apprendimenti e dell’adattamento.

ETA’ PRESUNTA: molti bambini non vengono iscritti all’anagrafe al momento della nascita, nonostante tale atto rappresenti un diritto sancito dall’art 7 della convenzione sui diritti del fanciullo. Può capitare che a molti bambini che saranno adottati venga attribuita una data di nascita presunta.

ITALIANO COME L2: i bambini adottati internazionalmente apprendono velocemente il vocabolario di base dell’italiano e le espressioni quotidiane (basic interpersonal comunicative skills). Il linguaggio più astratto necessario per l’apprendimento scolastico (cognitive/accademic linguistic abilities costituite da conoscenze grammaticali e sintattiche) viene appreso più lentamente. Per questo motivo i bambini adottati internazionalmente spesso presentano difficoltà non tanto nell’imparare a leggere quanto nel comprendere il testo letto o nell’esporre i contenuti appresi, o, nel comprendere e usare i linguaggi specifici delle discipline. Il riconoscimento e la produzione di suoni nuovi, può essere difficile , rendendo imprecisa l’esecuzione di dettati e l’esposizione. Inoltre la modalità di apprendimento della lingua non è “additiva” ( la nuova lingua si aggiunge alla precedente), bensì “sottrattiva” ( la nuova lingua sostituisce la precedente)

IDENTITA’ ETNICA: il bambino adottato è , dal momento dell’adozione, cittadino italiano. La scuola è quindi chiamata a svolgere un ruolo importante per far crescere la consapevolezza che ci sono bambini italiani con caratteristiche somatiche tipiche di altre aree geografiche. In questo senso la presenza di alunni adottati è un valore aggiunto nel processo di inclusione e di accettazione della diversità.

ISCRIZIONE: dall’anno scolastico 2013/2014 l’iscrizione avviene on-line fatta eccezione per la scuola d’infanzia. La famiglia che adotta internazionalmente può iscrivere il bambino anche se l’iter burocratico che porta alla formalizzazione dell’adozione non è ancora completato. La famiglia potrebbe non essere in possesso del codice fiscale. In tal caso l’iscrizione on line è consentita anche in assenza del codice fiscale in quanto una funzione del sistema consente di creare un “codice provvisorio” che appena possibile l’istituzione scolastica provvederà a sostituire sul portale SIDI.. I bambini adottati possono esserem iscritti in qualsiasi momento dell’anno scolastico

LA DOCUMENTAZIONE: la segreteria scolastica richiede alla famiglia copia dei documenti previsti dalla normativa. Le scuole sono tenute ad accettare la documentazione in possesso dalla famiglia anche quando la medesima è in corso di definizione. La scuola usualmente richiede la documentazione accertante gli studi compiuti nel paese d’origine( pagelle, attestati). Per quanto riguarda le adozioni nazionali, le scuole si limitano a prendere visione della documentazione rilasciata dal tribunale nel caso di affido a fini adottivi, senza trattenerla nel fascicolo personale del minore. Il dirigente inserisce nel fascicolo dell’alunno una dichiarazione in cui attesta di aver preso visione della documentazione necessaria per l’iscrizione. Nei registri gli alunni verranno inseriti con i cognomi dei genitori adottanti facendo attenzione che non compaia il cognome di origine.

DOCUMENTI SANITARI: la scuola è tenuta ad accertare  se sono state praticate le vaccinazioni obbligatorie. Se il minore ne è privo la famiglia può rivolgersi ai servizi sanitari perché definiscano la situazione vaccinale. In ogni caso la mancanza di vaccinazioni non può precludere l’ingresso a scuola.

INSEGNANTE REFERENTE:L’insegnante referente, formato sulle tematiche adottive, porta a conoscenza della famiglia: i progetti  inseriti nel POF;le risorse e gli strumenti disponibili volti a facilitare l’inserimento. Il docente referente: 1) raccoglie informazioni (nome, cognome, tipo di adozione, precedente scolarizzazione, provenienza ed età di inizio della scolarizzazione); 2) nella fase successiva è possibile prevedere un incontro con la famiglia al fine di fare il punto della situazione e poter stabilire se vi è la necessità di elaborare un PDP (PIANO DIDATTICO PERSONALIZZATO) poichè la dirett. Minister. Del 27 dicembre 2012 evidenzia che “ogni alunno con continuità o per determinati periodi, può evidenziare bisogni educativi speciali : o per motivi fisici, biologici o fisiologici o anche per motivi psicologici, sociali, rispetto ai quali è necessario che le scuole offrano adeguata e personalizzata risposta”. Al riguardo appare utile rammentare che l’elaborazione del PDP ha lo scopo di attivare percorsi personalizzati che tengano conto delle esigenze dell’alunno attuando strategie educative e didattiche ritenute opportune nella fase dell’accoglienza. In ogni caso tutto ciò NON  comporta l’adozione di misure compensative e dispensative( tranne nei casi in cui sia diagnosticato un DSA), con la conseguenza che la valutazione avviene nelle forme e nei modi previsti dal D.P.R 122/99  per tutti gli alunni.

ADOZIONI INTERNAZIONALI: PASSAGGIO DALLA L1 ALLA L2: I minori adottati apprendono in tempi molto brevi la nuova lingua. Ma in realtà quella che apprendono è la lingua della quotidianità e non quella dell’apprendimento scolastico. Nel caso di minori inseriti negli ultimi anni della primaria è auspicabile affiancare all’alunno adottato un compagno tutor e, se possibile di un facilitatore linguistico (un insegnante di italiano che possa curare nella fase dell’accoglienza l’alfabetizzazione comunicativa e successivamente la lingua specifica dello studio)

CONTINUITA’:Il passaggio tra ordini di scuola può essere destabilizzante x gli alunni adottati poiché le richieste scolastiche si fanno sempre più complesse, richiedendo una buona organizzazione dello studio e una continua integrazione di saperi molteplici e complessi. È auspicabile:un accurato scambio di informazioni  fra docenti dei varo ordini di scuola; cura dei rapporti scuola-famiglia;attivazione tempestiva di interventi ad hoc (potenziamento linguistico acquisizione metodo di studio; clima relazionale in classe.

CONTINUITA’ CON LE RISORSE DEL TERRITORIO: L’inserimento è sostenuto attraverso un lavoro coordinato tra scuola, famiglia, servizi socio-sanitari, associazioni familiari al fine di sostenere il benessere scolastico degli alunni tramite un approccio multidisciplinare

DIRIGENTI SCOLASTICI: Il dirigente, quale garante delle opportunità formative offerte dalla scuola e della realizzazione del diritto allo studio di ciascuno, promuove azioni finalizzate a favorire il pieno inserimento dell’alunno adottato. A tal fine: si avvale di un insegnante referente>; decide la classe di inserimento dei neo-arrivati; garantisce percorsi personalizzati, promuove attività di formazione anche in rete,acquisisce le delibere dei collegi dei docenti, nel caso in cui risulti opportuno prevedere la permanenza dell’alunno nella scuola dell’infanzia oltre i 6 anni (circolare miur n.547 del 21/2/2014)

REFERENTE: Supporta i colleghi che hanno alunni adottati nelle loro classi; accoglie i genitori; collabora e cura il passaggio di informazioni tra i vari ordini di scuola; supporta i docenti nella realizzazione di percorsi personalizzati.DOCENTI:Devono valorizzare la specificità, sostenere l’inclusione e favorire il benessere scolastico. Nello specifico: partecipano a momenti di formazione; trattano tematiche sensibili; predispongono PDP se necessario; tengono contatti con la famiglia;

FAMIGLIE: Collaborano con la scuola al fine di favorire il benessere e il successo scolastico dei propri figli. Nello specifico:forniscono informazioni,sollecitano la motivazione e l’impegno; mantengono contatti con i docenti.

FORMAZION E:Le istituzioni scolastiche anche in rete possono favorire percorsi di formazione finalizzati allo sviluppo di competenze specifiche di carattere organizzativo, educativo e didattico, psico-sociale, teorico-pratico. Le tematiche della formazione possono essere riconducibili  : cornice contestuale di riferimento; complessità del fenomeno adottivo; post-adozione; l’alunno adottato nella classe; strategie educative e didattiche;la differenza etnica.

SUGGERIMENTI PER UN BUON INSERIMENTO: i bambini arrivato per adozione internazionale hanno bisogno di essere accolti con modalità rispondenti alle loro esigenze personali. Alla luce di tale necessità le tempistiche di inserimento vengono decise dal dirigente scolastico, sentito il team dei docenti, in accordo con la famiglia e con i servizi pubblici che sostengono il percorso adottivo. Particolare attenzione va prestata x i bambini adottati nazionalmente e internazionalmente tra i 5 e i 6 anni  che presentano particolari fattori di vulnerabilità. Per tali bambini, solo in presenza  di documentazione che ne attesti la necessità è prevista la possibilità di deroga dall’iscrizione alla prima classe della primaria al compimento dei sei anni e la possibilità di rimanere un anno in più nella scuola d’infanzia come precisata dalla nota 547 DEL 21/2/2014. A tale proposito sarebbe opportuno una valutazione del livello di competenze neuropsicologiche e funzionali raggiunto al fine di verificare le risorse e le difficoltà dell’alunno per fare una scelta ponderata relativamente alla classe più adeguata per inserirlo. Si procederà effettuando la valutazione mediante strumenti (classici /prove e test. Preferibilmente test non verbali per la valutazione cognitiva, onde evitare che la ridotta conoscenza della lingua possa influenzare negativamente la performance) . occorre distinguere due tipologie di valutazione: quella informale (raccolta di informazioni attraverso interazioni informali come il gioco o visita domiciliare) o strutturata attraverso la somministrazione di prove strutturate.

Il dirigente in accordo con la famiglia e i pareri dei professionisti deciderà la classe di inserimento considerando, anche in casi particolari, la possibilità di inserire il minore in una classe inferiore di un anno a quella corrispondente all’età anagrafica.

è fondamentale da parte dell’insegnante la cura dell’aspetto affettivo-emotivo. Per alcuni bambini da 3-10 anni è talvolta osservabile la “fase del silenzio”( un periodo in cui l’alunno osserva, valuta e cerca di comprendere l’ambiente. Questa fase può avere durate diverse e deve comunque essere rispettata non confondendola con incapacità cognitive. Gli alunni possono adottare strategie difensive come l’evasione (alunno  timido che tende a sfuggire evitando relazioni comunicative e affettive) la seduzione (colui che cerca di compiacere gli adulti) la ribellione ( sfida contro tutti).    Migliore è la costruzione di un clima accogliente più facilmente si attiveranno negli alunni strategie di resilienza. I docenti devono costruire opportunità volte all’alfabetizzazione emotiva. Il metodo didattico può basarsi in queste prime fasi su un approccio iconico (intelligenza visiva) ed orale (intell uditiva); per i bambini di scuola primaria si può fare ricorso alla grafica, ai filmati e animazioni. Fondamentale è valorizzare l’affettività che stimola e rende efficace la memorizzazione delle informazioni da parte del cervello.

Per tutti i bambini ma soprattutto per quelli tra 3-10 anni si suggerisce di: curare bene l’esperienza di contatto con gli spazi della scuola; porre attenzione agli spostamenti classe-corridoi, classe-mensa, classe-palestra; essere fisicamente vicini all’alunno; assegnare azioni cooperative; strutturare l’orario scolastico.

SCUOLA INFANZIA (adozione internazionale): è auspicabile inserire l’alunno nel gruppo classe non prima di dodici settimane dal suo arrivo in Italia. PER le prime 8 settimane sarebbe auspicabile aumentare con progressività la frequenza scolastica: nelle prime 4 settimane attivare una frequentazione di 2 ore possibilmente in momenti di gioco e in piccolo gruppo  durante la merenda a cui può  seguire il gioco; esplorazione di spazi  scuola con gradualità; nelle successive 4 settimane si può cominciare ad alternare la frequentazione: un giorno due ore al mattino e un giorno due ore al pomeriggio; il tempo mensa può essere introdotto in  modo alterno;il tempo pieno con fase riposo se il minore è nel gruppo dei piccoli, può essere introdotto a partire dalla dodicesima settimana di frequentazione.

SCUOLA PRIMARIA: è auspicabile inserire un bambino adottato non prima delle 12 settimane dl suo arrivo in Italia. Si consiglia di : realizzare una visita collettiva nella scuola con le presenza dell’alunno e dei suoi genitori; presentare all’alunno la sua futura classe e le figure professionali( collaboratore scolastico, altri docenti);preparare un cartellone di benvenuto e uno con la sua foto; attirare l’attenzione sui locali più significativi attaccando cartelli in italiano e cartelli di segni (bagno, palestra) . tutti gli alunni adottati , in particolare se arrivati in corso d’anno, dovrebbero usufruire per un limitato periodo iniziale di un orario flessibile secondo un percorso di avvicinamento sia alla classe che alle attività (x es. la frequenza durante ore in cui si svolgono laboratori arte, musica, interculturali, palestra). Dopo qualche mese dall’inserimento in classe, i minori potrebbero manifestare stati di sofferenza emotiva. In tal caso potrebbero risultare utili le seguenti misure: riduzione dell’orario di frequenza(esonero nei pomeriggi) didattica a classi aperte; didattica in compresenza; modelli di apprendimento cooperativo e di tutoring. Questo non significa che allo studente adottato non vadano rivolte attività di studio ma, che siano adeguate in quantità e qualità ai suoi ritmi di apprendimento, almeno nella fase iniziale  al fine di : promuovere condizioni di sviluppo resiliente; promuovere la relazione all’interno della classe di appartenenza; favorire scambio e confronto anche in ambito extrascolastico; sostenere e gratificare l’alunno;. Le misure elencate è auspicabile che siano formalizzate in sede di consiglio di classe all’interno di un PDP che risponda ai bisogni effettivi dell’alunno.

TEMI SENSIBILI: alcuni argomenti devono essere trattati con cautela quando si hanno in classe alunni adottati. Per esempio: approccio alla storia personale; famiglie di oggi (a scuola quando si parla di famiglia si tende a riferirsi allo stereotipo di una coppia con figli biologici anche se la realtà è mutata); progetti di intercultura (valorizzare le differenze culturali senza porre l’alunno adottato al centro dell’attenzione con domande dirette); libri di testo (nei libri l’adozione non viene mai citata; alcuni testi propongono la storia personale con domande tipo “quanto pesavi” “porta una foto/oggetto di quando sei nato” a cui i bambini adottati non possono rispondere. Per questo la scelta dei libri di testo deve essere oculata infatti si preferiscono libri in cui possano rispecchiarsi il maggior numero di diversità possibili “compresa la famiglia adottiva.

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