Monopoli, operazione “Sonni tranquilli” della GdF





Operazione sonni tranquilli - Gdf

Fiamme gialle a “caccia” di cuscini pericolosi. I finanzieri della Compagnia di Monopoli, partendo da un’attività investigativa di tipo amministrativo su prodotti a bassa tensione, hanno avviato una capillare attività  d’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Bari, finalizzata alla repressione del commercio di prodotti pericolosi per salute umana. I controlli si sono concentrati soprattutto  sul prodotto denominato “Caldo Cuscino”,  un morbido sacchetto dotato di dispositivo elettrico per riscaldare il liquido contenuto all’interno, che ha la peculiarità di rilasciare il calore nelle ore successive. L’articolo, importato e commercializzato in Italia dalla società Euronovità S.r.l. di Noci, si presenta come un’evoluzione della classica borsa dell’acqua calda, dotata però di un dispositivo elettrico per il riscaldamento. Tale oggetto quindi, viene utilizzato esclusivamente in ambito domestico per scaldare mani, piedi, collo e, come avveniva in passato, sotto le coperte, provvedendo a creare il tepore necessario per affrontare la notte in maniera più confortevole.

Durante le attività di controllo ci si è resi conto che tale prodotto emanava un pungente odore, tale da destare i sospetti dei finanzieri che provvedevano a inviare, immediatamente, due campioni, per le valutazioni tecniche sulla pericolosità, al Dipartimento di Chimica dell’Università degli Studi di Bari – Aldo Moro. Il Dipartimento, avvalendosi dei suoi ricercatori, dopo aver sottoposto ad esame le emissioni prodotte dal “cuscino caldo”, riferiva di aver individuato “quantità significative di idrocarburi alifatici, idrocarburi aromatici ed idrocarburi clorurati”, attenzionando soprattutto “le sostanze di cui è nota, e quindi classificata, la pericolosità per esposizione inalatoria al rischio cancerogeno”.

Le preliminari analisi chimiche svolte permettevano di rilevare che in condizioni di non utilizzo, quindi spento, il prodotto risulta rilasciare emissioni di derivati del petrolio (toluene, benzene, etc) dieci volte superiori al limite consentito esponendo quindi il consumatore al rischio cancerogeno per inalazione; mentre in caso di funzionamento, le emissioni di questi derivati del petrolio raggiungono valori estremamente alti, tali da far incorrere i consumatori in rischi concreti.

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