UN LIBRO PER AMICO: L’ANIMALE FEMMINA





L'ANIMALE FEMMINA

Anche questo mese eccoci qui con la rubrica Un libro per amico, rubrica che speriamo possa farvi innamorare della lettura e farvi comprendere che i libri non sono solo fogli, inchiostro e parole ma rappresentano il nostro rifugio, costituiscono un momento intimo con noi stessi e restano sempre con noi, dopo averli letti arricchiscono la nostra vita e, a volte, ci indicano una strada, una possibilità o addirittura un’alternativa.

Questo mese è la volta di un romanzo pluripremiato, vincitore del premio Calvino 2017 e del premio Premio Fondazione Megamark 2018, L’animale femmina di Emanuela Canepa edito da Einaudi; di questo libro mi ha colpito una citazione particolarmente significativa della protagonista del romanzo “Per molto tempo non ho avuto il coraggio di farlo. Poi mi sono detta che dovevo tentare, e alla fine ci sono riuscita. Perchè sapevo che là dentro sarei morta.”

E’ la storia di Rosita, studentessa di medicina a Padova, scappata da un paesino in provincia di Caserta e da una madre anaffettiva, e che, dopo sette anni, si rende conto di non aver concluso ancora nulla; i suoi studi e, di conseguenza i risultati, procedono a rilento, lavora in un supermercato per mantenersi e frequenta un uomo già impegnato accontentandosi di vederlo una volta al mese, rinunciando all’elemento essenziale in una relazione quale è la condivisione, d’altronde lei è abituata a non avanzare richieste e a non pretendere nulla.

La vigilia di Natale accade qualcosa che le cambierà il corso della vita ovvero conosce un anziano signore, l’avvocato Ludovico Lepore, enigmatico ed elegante,  al quale racconta per filo e per segno la sua esistenza tralasciando solo la sua relazione. Lepore è titolare di uno studio legale e le offre un posto di segretaria part-time per consentirle di continuare gli studi; Rosita, entusiasta, accetta ma quella fortunata possibilità con il tempo diventerà il suo incubo. L’avvocato eserciterà sulla protagonista una sorta di manipolazione psicologica obbligandola ad ascoltare discorsi antifemministi e tentando di dominarla con imposizioni sull’abbigliamento, sul comportamento e su ogni aspetto della personalità della ragazza, tentando di plasmare la sua personalità a suo piacimento.

Ma le donne, si sa, hanno un’elevata soglia di sopportazione e sono capaci di ribaltare una situazione negativa uscendone cambiate e fortificate nel carattere e nello spirito. Rosita, pertanto, subisce solo in apparenza questo legame di dipendenza che la trasformerà, spingendola a ribellarsi e a prendere in mano la sua vita, perchè, forse, è arrivato il momento giusto per crescere e uscire dalle sabbie mobili della sua pseudo-relazione.

Il romanzo è un’opera narrativa potente e descrive i personaggi con una scrittura leggera ma, nello stesso tempo, molto intensa; Rosita subisce, nel corso della storia, una straordinaria evoluzione passando dall’essere una ragazza fragile e insicura ad una donna matura e intraprendente, grazie, soprattutto, alla figura di Lepore. Quest’ultimo, apparente antagonista del romanzo, ha una repulsione verso il genere femminile che sfocia quasi nel disprezzo; l’autrice inserisce, a un certo punto della storia, dei flashback che mettono a nudo le fragilità dell’avvocato, provando a dare una spiegazione all’odio che nutre per le donne e svelando il suo antico e pesante segreto.

Non vado oltre nel racconto della trama che riserva un finale oscuro, ma davvero sorprendente e vi auguro che, sotto l’ombrellone nella vostra sacca per il mare, oltre alla vostra crema abbronzante, ci sia anche un buon libro da leggere, in totale relax, durante un meraviglioso tramonto estivo.

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