DDL Scuola, I docenti ribadiscono il loro no. Si va avanti ad oltranza.
Tutto il comparto scuola è da tempo sul piede di guerra per l’ormai notissimo DDL. La sigla fa riferimento alla riforma messa in atto dal Governo che, con essa, intende avviare un profondo processo di cambiamento all’interno della più importante Agenzia formativo-educativa esistente.
Ma i docenti non ci stanno e sono scesi in piazza, a migliaia, per gridare il proprio dissenso. Prima mettendo in scena suggestivi “funerari” flash mob. Poi, partecipando ad imponenti scioperi nazionali ( 24 aprile e 5 maggio) indetti, per la prima volta in modo “eccezzionalmente” unitario, dalle diverse sigle sindacali.
“Abbiamo voluto celebrare la morte della scuola pubblica. Per questo gli abiti neri, la fascia al braccio e i lumini cimiteriali. Sì perché andare verso la privatizzazione della scuola di Stato significa andare indietro nel tempo quando la scuola era per i pochi che potevano permettersela” – dicono coralmente.
I punti su cui Docenti manifestano la loro contrarietà sono effettivamente tantissimi: dal super Preside “manager”, al pasticcio sulle assunzioni, ai finanziamenti privati mediante ricerca “affannosa” di sponsor, al 5 per mille delle famiglie da destinare alla scuola di appartenenza dei propri figli. Cose che secondo gli insegnanti, condurrebbero, inesorabilmente, a scuole di tipo A, d’eccellenza, più “ricercate” e d’elite e a scuole di tipo B (se non C), ovverosia destinate ad una lenta agonica mediocrità.
“ La scuola è una ed è per tutti ! – gridano attraverso gli slogan. Poi c’è la scottante questione delle maxi deleghe definite a dir poco insidiose dalla maggior parte degli insegnanti – Chi al “buio” darebbe a qualcuno l’opportunità di decidere delle proprie cose? Sarebbe come firmare degli assegni in bianco”.
Decisi a far valere il loro no, gli insegnanti vanno avanti minacciando altre forme di protesta fino al blocco scrutini. Poiché considerano inaccettabile l’ostinata presa di posizione del Governo che, ad oggi, non manifesta la benchè minima intenzione ad un significativo dietro front.
Dunque, ci aspettano giorni difficili: il blocco degli scrutini, sulla cui legittimità peraltro si sta discutendo, creerebbe notevoli disagi a 360 gradi.
Elvira Zammarano
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