BISCEGLIE, “LEGALITÀ COSTITUZIONALE E DIRITTI FONDAMENTALI” – 30 anni fa il 13 Marzo…





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La mafia? Forse è solo uno stile di vita o un modo di fare, ben definito, fatto di regole e leggi, fatto di poteri, di gerarchie, di concetti poco o più astratti o concreti, appartenente a persone e situazioni. Esiste? La riconosciamo? Possiamo evitarla? La corruzione è contestualizzabile? Possiamo aggirarla o l’essere umano per sua natura, entra in circoli socio-culturali che partono con le migliori delle prerogative e per le stesse prerogative o priorità inciampa sul comportamento deviante?
Il giorno 13 marzo a cura dell’organizzazione del Presidio Libera di Bisceglie, si è commemorato, presso il Teatro Garibaldi di Bisceglie, l’assassinio di Sergio Cosmai, direttore della casa circondariale di Cosenza colpito in un agguato mortale dalla ‘ndrangheta, il 12 marzo 1985.
“Uno normale cammina x strada leggero…” una delle frasi della canzone di Caterina da Siena, che ha aperto la manifestazione, e che racchiude in sé il peso del significante evento.
Il sindaco ha consegnato la targa intitolata a Sergio Cosmai alla moglie, la prof.ssa Tiziana Palazzo. È proprio in questa occasione che il prof. Franco Papagni, introduce il racconto dettagliato degli accadimenti con la risflessione riguardo una scoperta, presso l’aeroporto di Punta Raisi dedicato a Falcone e Borsellino i locali commerciali erano gestiti col pagamento del pizzo.
Sergio Cosmai veniva assassinato il 12 marzo 1985 alle 14:35 e dopo 29 anni la condanna per gli esecutori, riconosciuti da un unico testimone all’ora 12 enne. DON TONIO DELL’OLIO, responsabile di “Libera Internazionale”, “spero che di quello che dovrebbe esser normalità non ne facessimo solo una parentesi commovente del 13 marzo” … ci invita a vigiliare sull’integrita della società e dei valori incerto se essere fedeli a quell’equilibrio saggio tra i poteri della costituzione stessa o andare oltre e più in là. I ragazzi del liceo non erano solo curiosi, che è già un grande valore, ma, rischiano di diventare esperti dell’antimafia. NICOLA COLAIANNI, docente presso Università degli studi di Bari “Aldo Moro”, ha ricordato a tutti che la costruzione recita che, chi assolve a pubblici incarichi deve farlo con disciplina ed onore, e, Sergio Cosmai ha messo in pratica proprio questo. “La costruzione è una bussola nn una qualsiasi legge da rispettare e basta” le parole di Papa Franceco a rafforzare il concetto, quando dice che la corruzione è piú grave del peccato stesso, perché il peccato lo si riconosce e magari ci si cerca di correggere mentre il corrotto pensa di essere nella norma, perciò lo si potrebbe confondere con uno stile di vita. DANIELA MARCONE, responsabile di “Libera Memoria-Puglia” e figlia di Francesco Marcone direttore dell’ufficio del registro di Foggia ucciso il 31 marzo 1995, probabilmente nel tentativo fallito di corromperlo. “Il cielo stellato del teatro Garibaldi ci incita a pensare a cose belle … ma viviamo in un paese che ha ancora paura se inserire il proprio congiunto nell’elenco delle vittime di mafia. Michele Cianci una vittima della mafia che non è nell’elenco a Cerignola e non gli si può neanche dedicare una targa” … “spesso si vive scissi tra l’essere il familiare di una vittima di questi sistemi e la propria personale identità”. La voce rasserenante ma decisa e carica di tenacia di DON LUIGI CIOTTI, presidente nazionale di Libera, “quei proiettili non hanno solo colpito lui…hanno colpito anche le nostre coscienze, il miglior modo di ricordare Sergio è quello di impegnarci di più, tutti… ricordarlo vuol dire impegnarci 365 giorni l’anno, vuol dire non essere cittadini a intermittenza, vuol dire non basta commuoversi per queste violenze” … bisognerebbe fare “una riforma, nostra delle nostre coscienze, il cambiamento ha veramente bisogno di ciascuno di noi”. “Il problema è che sono 400 anni che in Italia parliamo di camorra, son 150 anni che parliamo di cosa nostra, son 120 anni che parliamo di ‘ndraggheta” nomi, dati nel tempo a comportamenti umani, differenti ma simili nel concetto di base. Ma come si fa a trovare le parole giuste per commemorare atti di tale violenza? “molte parole sono stanche, sono parole ferite, molte parole sono state usate e celebrate, anche svuotate della loro forza e del loro significato, una di queste è proprio Legaliltà!”

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