Gravina,città senza paura
Oltre 5.000 studenti gravinesi in corteo, per le strade di Gravina, durante la mattinata del 22 marzo scorso. La richiesta è precisa e ben definita: legalità, no alla violenza, basta mafie. E’ la voce del futuro, forte e chiara, ad implorare la rivendicazione.
La Primavera gravinese è esplosa in tutta la sua umanità. In marcia con le scuole vi era il sindaco Alesio Valente; Filippo Bubbico, viceministro all’Interno; Antonio Nunziante, prefetto di Bari; la deputata Liliana Ventricelli; monsignor Giovanni Bruno per la diocesi e una piccola delegazione “Noi Ultras” Gravina, ma pochi altri adulti. L’evento, approvato a gran voce, voluto dal sindaco ed organizzato dal Municipio di concerto con la Diocesi e la Prefettura, ha visto piazze gremite di giovani. I giovani di domani. La città murgiana ha dimostrato, così, quanto sia energica, a dispetto di chi la descrive addormentata e piegata su se stessa.
In piazza della Repubblica, dopo alcuni brevi interventi degli studenti gravinesi, il primo cittadino ha evidenziato come Gravina sia una comunità sveglia, attenta, attiva: “La Gravina per bene, laboriosa, c’è; quella che non resta a casa e reagisce. Siamo una città che ripudia la violenza, ogni forma di violenza, siamo una città che non ha paura, siamo qui per dire violenti non vi vogliamo”. Tra applausi e grandi approvazioni Valente ha descritto la sua Gravina sottolineando quanto sia importante, in questo momento, guardare avanti con positività e tenacia, ma soprattutto stare insieme. Filippo Bubbico, viceministro dell’Interno, dopo pochi minuti ha ricordato che “attraverso il lavoro degli insegnanti, il sistema scolastico può riaffermare la legalità, combattere ogni forma di crimine. Svegliarsi con determinazione per costruire un clima stabile, di pace, è essenziale. Il Sud, Gravina, ha risorse straordinarie e potenzialità da valorizzare”. Il viceministro ha ricordato quanto sia importante creare un clima di serenità per combattere, insieme, il problema della crisi economica a cui non può e non deve associarsi quello della criminalità.
Tra i passanti qualche perplessità da parte di chi sottolineava, “speriamo non strumentalizzino i più piccoli per raggiungere i loro obiettivi”.
L’impellenza, ora, è stare insieme quanto più possibile, in quanti più possibile; continuare a cercare la verità e la legalità.
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