Lavoro domestico,regole e suggerimenti
Lavoro domestico: il lavoro svolto in o per una o più famiglie;lavoratore domestico: qualsiasi persona che svolge un lavoro domestico nel quadro di una relazione di lavoro. Chi svolge tali mansioni occasionalmente e fuori dalla propria professione, non è considerato un lavoratore domestico.
Un tipo di lavoro che vede impegnati nel mondo ben 52,6 milioni di lavoratori e che è in forte espansione nei paesi sviluppati, coinvolge un’ampia fetta della popolazione mondiale (nel mondo il 7,5% della popolazione femminile è impiegata in lavori domestici e circa 10,5 milioni di bambini – la maggior parte minorenni – lavorano nelle case).
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Ripartizione regionale |
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Tra la metà degli anni 1990 e il 2010, i lavoratori domestici sono aumentati di oltre 19 milioni nel mondo, di cui molti sono migranti. È probabile che le cifre contenute nel rapporto sottostimino il numero reale dei lavoratori domestici che potrebbe essere superiore di diverse decine di milioni. Inoltre, le cifre non tengono conto del lavoro domestico dei minori al di sotto dei 15 anni, dato non incluso nei rilevamenti utilizzati per il rapporto. Nel 2008, secondo le stime dell’ILO (Organizzazione Internazionale del Lavoro) il loro numero si aggirava intorno ai 7,4 milioni. Purtroppo però le condizioni di lavoro per la maggior parte di questi lavoratori, raramente sono tutelate. Un esempio: il 29,9% è escluso dalle legislazioni nazionali del lavoro e il 45% non ha diritto al riposo settimanale od al congedo annuale pagato. Questi sono i dati emersi nel corso della Conferenza Generale dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro, riunitasi il 1° giugno 2011 a Ginevra che ha dato vita alla Convenzione sul lavoro dignitoso per le lavoratrici e i lavoratori domestici.
Di seguito ulteriori dati rilevati dallo studio dell’ILO:
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oltre la metà dei lavoratori domestici non ha alcun limite alla durata dell’orario di lavoro settimanale secondo la legislazione nazionale;
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poco più della metà dei lavoratori domestici ha diritto ad uno stipendio minimo equivalente a quello degli altri lavoratori;
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le condizioni del lavoratori domestici sono spesso aggravate dalla coincidente condizione di migranti che li rende meno capaci di difendersi e più esposti ad abusi quali la violenza fisica e sessuale, gli abusi psicologici, il non pagamento dello stipendio, la servitù per debito ed a condizioni di vita e di lavoro inadeguate;
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condizioni di sfruttamento e semi-schiavitù possono facilmente instaurarsi nelle situazioni in cui il lavoratore vive preso il proprio datore di lavoro.
A fronte di una situazione tale, non era più possibile rimanere indifferenti. Il rapporto Domestic workers across the world: global and regional statistics and the extent of legal protection (« Lavoratori domestici nel mondo: statistiche globali e regionali, e estensione della protezione sociale ») faceva seguito all’adozione, nel giugno 2011, della nuova Convenzione dell’ILO 189 sul lavoro domestico con la sua Raccomandazione.
I lavoratori domestici che si prendono cura delle famiglie e delle case devono avere gli stessi diritti fondamentali degli altri lavoratori. Questi diritti includono:
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Nuove norme internazionali che mirano a garantire condizioni lavorative e retribuzioni dignitose per i lavoratori domestici in tutto il mondo. La Convenzione è stata ratificata da otto Stati (Italia, Bolivia, Mauritius, Nicaragua, Paraguay, Filippine, Sud Africa e l’Uruguay) e dal 05 settembre 2013, in questi Stati, la Convenzione è diventata pertanto legge internazionale vincolante.
Alcuni Paesi hanno approvato nuove leggi o regolamenti per migliorare i diritti del lavoro ed i diritti sociali dei lavoratori domestici, tra cui Venezuela, Bahrain, Filippine, Thailandia, Spagna e Singapore. Riforme legislative sono state avviate anche in Finlandia , Namibia, Cile e Stati Uniti. Molti altri hanno avviato il processo di ratifica della Convenzione ILO 189, tra cui il Costa Rica e la Germania. Tutto questo testimonia che la Convenzione, cui è collegata una Raccomandazione, ha effettivamente iniziato a svolgere il ruolo di catalizzatore del cambiamento.
L’adozione di norme che garantiscano migliori condizioni di lavoro e retribuzioni più eque è quanto mai urgente e cogente per questa categoria di lavoratori vulnerabili in cui solo il 10% è coperto dalla legislazione generale del lavoro alla pari degli altri lavoratori ed oltre un quarto di loro non è protetto da alcuna legislazione. Secondo uno studio dell’ILO del gennaio 2013, Domestic workers across the world, i lavoratori domestici sono impiegati in abitazioni private, spesso senza chiari contratti di occupazione, non registrati ed esclusi dal campo di applicazione della legislazione e dal diritto nazionale del lavoro. Sono frequentemente sottoposti a condizioni di lavoro deplorevoli, di sfruttamento e di violazione dei diritti umani, spesso pagati meno dei lavoratori impiegati in occupazioni simili anche se lavorano più ore, ma fino ad oggi, non potendo beneficiare di protezione legale, non avevano strumenti per opporsi a questo trattamento iniquo. Il lavoro domestico, spesso svalutato, è svolto generalmente da donne e ragazze (principalmente straniere) appartenenti a comunità svantaggiate e discriminate attraverso condizioni di lavoro irregolari e non rispettose dei diritti umani.
Lo status giuridico precario dei lavoratori domestici migranti e la scarsa conoscenza della lingua e della legislazione li rendono particolarmente vulnerabili ad abusi quali la violenza fisica e sessuale, gli abusi psicologici, il non pagamento dello stipendio, la servitù per debito e condizioni di vita e di lavoro inadeguate.
È necessario un maggiore sforzo per migliorare la produttività, i guadagni e le condizioni di lavoro in modo da ridurre la povertà che colpisce quasi la metà dei lavoratori nel mondo. Viviamo in un’epoca di opportunità ed incertezze in cui alcune delle barriere che hanno impedito agli uomini ed alle donne di realizzare a pieno le proprie capacità sono cadute, ma dove al contempo è sempre più difficile trovare dei buoni lavori in grado di fornire quella sicurezza necessaria a costruire una vita migliore
Juan Somavia, Direttore Generale dell’ILO
Auguriamoci che questo appello …. si realizzi nel più breve tempo !
DOTT. ENRICO BALSAMO (Formatore in sicurezza sul lavoro ed esperto in antinfortunistica)
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