MOLFETTA, IL CARNEVALE NEL PIATTO





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Il panorama culinario molfettese era ricco e vario e comprendeva una innumerevole quantità di “ piatti” dai più semplici ai più raffinati, dai più leggeri ai più robusti, tutti degni di attenta considerazione dai parte dei buongustai. Alcuni di questi erano legati a periodi particolari dell’anno o a feste specifiche.

Proprio per fare un salto nella gastronomia di un tempo, naturalmente rivisitata ai nostri tempi, quindi in chiave moderna, Giuseppe Petruzzella e Domenico Piccininni, insieme a tutto il loro staff, hanno creato un vero e proprio evento denominato: “Molfetta al tempo di Carnevale”.

A fare da anfitrione per questa serata il simpatico e professionale Carlo Sacco che ha presentato i protagonisti, illustrato i piatti, scherzato con gli ospiti, visto che siamo proprio a Carnevale e ogni scherzo vale, come lui stesso ha affermato.

Ha preso quindi la parola il prof. Giacomo Giancaspro, docente dell’ Alberghiero di Molfetta, che ha raccontato la storia dei piatti e ha ricordato la tradizione del “giovedì grasso”, quando si usava mangiare le orecchiette preparate con il ragù di maiale.

Infatti l’ antipasto servito in tavola in maniera impeccabile e coreografica, curato nei minimi dettagli è stato: brascioletta di maiale accompagnato con purea di patate di Margherita e carote di Polignano. A seguire orecchietta al ragù du yu’.. yu.. e crostone alternativo.

Il ragù veniva chiamato così, è stato precisato durante la serata, da un suono onomatopeico legato al soffiare sul piatto e, vi assicuro, non c’è stato tempo di raffreddare queste mini porzioni bellissime alla vista e gustosissime, tanta è stata la velocità con cui sono scomparse dai piatti dei commensali.

In una pizzeria come “ Il Vecchio Gazebo” dove pizza è sinonimo di eccellenza, cura e ricercatezza degli ingredienti utilizzati, non potevano mancare le pizze gourmet create da Domenico Piccininni che, per l’ occasione ha proposto “ La Pizza al Ragù” con impasto di farina di lupini, salsa di ragù, fiordilatte e braciola e un fuori programma, la pizza con farina di zucca, semi di zucca, salsiccia di suino, rape e pomodori al forno.

Il pizzaiolo Piccininni ci ha spiegato che ha utilizzato semi di zucca e lupini perché nel periodo di Carnevale si usava mangiare legumi e semi che vengono adoperati anche per la pentolaccia.

Abbellivano i tavoli dei coreografici bicchieri ripieni di cruditè che hanno quindi svolto il doppio compito di deliziare occhi e palati.

Per sfatare poi il mito che la pizza si abbina solo alla birra, i piatti e le pizze sono stati accompagnati da un corposo e gustoso, Primitivo di Gioia del Colle e da una Riserva, vini che, come ha spiegato Giuseppe Caramia, sono stati premiati e selezionati dal “ Gambero Rosso”. Il professionista ha dato indicazioni sulle modalità di conservazione, di produzione e degustazione di questo vino di Martina Franca che si è sposato perfettamente con la brasciola al sugo e con pizze dagli ingredienti corposi.

Anche il giovanissimo Cosimo Malerba che ha raccolto il testimone di papà Giuseppe, per quanto riguarda l’ attività di famiglia, la macelleria, che vanta oltre venti anni di vita, ha elogiato questa iniziativa che unisce due eccellenze.

La serata non poteva che concludersi in dolcezza con un dolce legato sempre al periodo e alla tradizione: il sanguinaccio rivisitato proposto in coppetta e con una “chiacchiera” immersa nel cioccolato a cui era abbinato un cioccolatino a forma di cuore.

Il Carnevale è stato quindi servito in tavola, con i suoi gusti, colori e sapori.

Paola Copertino

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