Orsara di Puglia,fucacoste e cocce priatorije





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“Fucacoste e cocce priatorije” ovvero (falò e teste del Purgatorio) è una festa tradizionale di antichissime origini, e che tutti gli anni si svolge  in questo comune di circa tremila anime situato alle pendici dei Monti Dauni, per festeggiare la ricorrenza di Ognissanti e onorare le anime di tutti i defunti.

E una festa molto sentita da tutta la comunità della capitanata, ma anche dai tanti visitatori che arrivano da ogni parte d’Italia per partecipare con curiosità a questo suggestivo evento che non a nulla a che vedere con il consumistico appuntamento di  Halloween.

Secondo alcune leggende si narra che la sera di Ognissanti le anime del Purgatorio tornano sulla terra, e cosi gli abitanti di Orsara ornano le strade del paese con zucche illuminate da candele, che simboleggiano le anime stesse (cocce priatorjie) alle quali si consente di rivisitare i luoghi della loro esistenza terrena, e con l’accensione dei falò (fucacoste) di segnalare ad esse la strada da intraprendere verso il cielo purificandosi con il fuoco dei falò.

Già dalla prima mattinata tutta la cittadina è in fermento per accogliere i forestieri, che si apprestano a trascorrere una giornata all’insegna del divertimento e cosi condividere con tutti gli orsaresi questa antica ricorrenza, un divertimento anche per i più piccoli che li vediamo cimentarsi nello svuotare le zucche e prepararle per appenderle sull’uscio delle loro case, ma anche per gli adulti che già alcuni giorni prima si recano nei boschi per tagliare la legna da ardere e trovare rami di ginestra che posizionati sulla cima dei falò scoppiettano creando scattelle (scintille rumorose che mettono in fuga le anime dei peccatori).

La notte dei Fucacoste è quella che va dalla sera del 1°novembre fino all’alba del giorno seguente, ed il momento più caratteristico è al rintocco delle campane della Chiesa Madre previsto per le ore 19, dove in tutte le vie ed i vicoli del paese si da fuoco all’accensione dei falò e dar vita così alla notte più luminosa e lunga dell’anno, consumando per strada cibi a base di piatti poveri.

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