Il Beato Paolo VI a Taranto: correva l’anno 1968





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Correva l’anno 1968, era precisamente la vigilia di natale quando Paolo VI decise di intrattenersi con una messa nel centro siderurgico di Taranto. Non era una sorpresa per chi ha conosciuto il suo pontificato, un papa vicino alla classe operaia e che ebbe modo di esaltare a Taranto il lavoro di quegli operai che marciavano velocemente in sintonia con i ritmi frenetici dello sviluppo economico di quel periodo storico. Oggi la storia dell’ILVA è altra cosa, la disoccupazione, le morti sul lavoro, l’inquinamento ormai divenuto mortale per i tanti che abitano nei pressi dello stabilimento. Il discorso della vigilia di natale di Paolo VI è ancora oggi conservato tra il materiale raccolto nel sito della Santa Sede. Paolo VI ebbe modo di dire: “qui si afferma nelle sue dimensioni di progresso scientifico, di potenza, di forza, di organizzazione, di utilità, di meraviglia – di modernità insomma – tanto più merita e reclama che Gesù, l’operaio profeta, il maestro e l’amico dell’umanità, il Salvatore del mondo, il Verbo di Dio, che si incarna nella nostra umana natura, l’Uomo del dolore e dell’amore, il Messia misterioso e arbitro della storia, annunci qui, e di qui al mondo, il suo messaggio di rinnovazione e di speranza”, furono queste alcune delle parole del discorso della notte di Natale, “la Chiesa vi conosce, vi interpreta, vi difende in piena giustizia”, parole profetiche che si sono in qualche modo avverate nella concreta vicinanza della chiesa di Taranto accanto ai diritti degli operai e delle famiglie. Un discorso che si concluse richiamando il carico umano del Natale del Signore: “Siamo venuti per lanciare di qui, come uno squillo di tromba risonante nel mondo, il beato annunzio del Natale all’umanità che sale, che studia, che lavora, che fatica, che soffre, che piange e che spera; e l’annuncio è quello degli Angeli di Bethleem: oggi è nato il Salvatore vostro, Cristo Signore”.

Antonio Carbonara

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