Corato,Presentazione del restauro del Crocifisso in legno policromo della seconda meta’ del XVIII secolo.
Prima dell’inizio dei Riti della Settimana Santa fulcro importante della cristianita, Mercoledi Santo 12 aprile alle ore ore 20 presso la Chiesa Collegiale Santa Maria Maggiore presentazione del restauro del Cristo in croce, scultura della fine del XVIII sec, esposto alla pubblica venerazione dei fedeli di autore ignoto ed attribuito a scuola napoletana in legno di faggio intagliato e policromo.
In mancanza di fonti documentarie specifiche- spiega la curatrice del restauro AnnaMaria La Monica – e in considerazione della grande diffusione di sculture lignee raffiguranti il Cristo in Croce, risulta difficile fornire un’ipotesi plausibile circa il suo inquadramento in un ambito artistico ben preciso. Tuttavia, alla luce di quanto può suggerire lo sviluppo storico della scultura nell’Italia meridionale, l’opera con il suo stile realistico ed espressivo unito ad una asciutta ricerca formale, per il suo modellato e le sue proporzioni, può derivare da un artista di sicuro ambito napoletano. Non è insensato considerare la scultura in legno policromo, appartenente al vasto ambito della scultura meridionale databile tra la prima e la seconda metà del sec. XVIII. Il Crocifisso- continua la restauratrice – presenta altri caratteri che sono leggermente discosti dalle linee generali degli stilemi del 700: in primis al carattere proprio dell’intaglio, nei particolari secondari della lunga scriminatura della capigliatura, nella serie di pieghe del perizoma, e così pure nell’enfasi del “ rigormortis” e di una disposizione del corpo asimmetrica, contratta e ruotata verso lo spettatore, che fanno pensare ad influssi spagnoli che all’epoca del regno dei Borboni (regno delle Due Sicilie) erano predominanti nella cultura e nell’arte.
Vi sono quindi condensate in quest’opera sia connotazioni stilizzanti che vanno verso un linguaggio di compostezza di chiaro sentire tardo-barocco e sia altre particolarità, più legate alla tecnica dell’intaglio, che lasciano pensare ad un’area culturale forse più tradizionale e attardatasi su temi barocchi spagnoli tipici del regno delle Due Sicilie.
È un Crocifisso che suscita la pietà del Cristo morente- spiega cosi il Vicario zonale e rettore Don Giuseppe Lobascio – infatti il Cristo e’ nell’ultimo istante del grido della morte e poi del “Tutto è compiuto. E chinato il capo, emise lo spirito”. Qui è reso in modo plastico. I fedeli si accorgeranno guardando il simulacro dopo il restauro e potranno sostare in preghiera proprio durante il periodo dei riti della Pasqua.
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