Correndo sul treno del colore. Cittadellinfanzia.it: da crisalide a farfalla.





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Oggi voglio raccontarvi una storia. Il 20 novembre 2014 ha impresso in calce la prima pagina di un libro che di lì a poco sarebbe stato intitolato  www.cittadellinfanzia.it. Se questo portale fosse stato un cavallo da corsa, certamente nessuno avrebbe puntato su di lui; un povero ronzino, senza speranze, ebbro di sogni e illusioni. Chi erano quei folli inconsapevoli, disperati in cerca “di autore”? “Sicuramente avranno obiettivi politici”, “ma quale recondito e lercio obiettivo si cela dietro tutto questo?”, “ma scherziamo? Questi  figli di un dio minore provano a intaccare un sistema ormai irremovibile da anni? Non ci riusciranno mai… poveri illusi”… Tanti i quesiti, innumerevoli le offese, troppo spesso consapevoli, ad un’idea che, in sé, sentiva effondersi un bagliore, fino a quel momento, impensabile da chi aveva condotto la propria esistenza devastato dall’ottundente perseguimento di espedienti,  ottenebrato dalla mercificazione degli intenti, stoicamente giacente sulla certezza che l’unico, inopinabile modo per ottenere rispetto e consenso sia infondere la legge della negoziazione, blob virulento che ingoia ogni residuo di volontà. Inaspettatamente, quello che ai più poteva sembrare un mero tentativo di percorrere la deprecata via della ribalta populista, è divenuto un autentico miracolo. Un numero esorbitante di cervelli certificati e qualificati, dalla cui menzione mi astengo per non generare effetti di stordimento da sindrome di Stendhal, ha  creduto di poter restituire dignità ad un territorio dilaniato da indifferenza e ottusità masochistiche. Come crisalide che diviene variopinta farfalla questo tripudio di colore ha, quasi inconsapevolmente, gettato luce sull’inesplorato, l’indifeso e l’emarginato, restituendo aspettative e lungimiranza. Coloro che avevano investito energie, sacrifici, tempo nella propria crescita umana, sociale e professionale, hanno cominciato a nutrire la speranza che, forse, tutta quella sapienza, quell’erudizione, quell’edificazione continua e costante della competenza di qualità avrebbero potuto sintetizzarsi in un ulteriore possente, eccitante “perché”. Attraverso una corsa inarrestabile, in modo del tutto organico e, spesso, senza neanche piena cognizione, un arcobaleno di informazione, intrattenimento, sostegno, aiuto, condivisione ha inondato miriadi di cuori uniti in un solo palpito. La determinazione, la costanza, l’entusiasmo trascinati da un treno che non prevede stazione di arrivo ma solo fermate di rilevante impatto sociale, è qualcosa che, al di là di ogni vano, triste, latente tentativo di soppressione, in una guerra tra tracotanti insetti e fulgidi titani, segnerà un capitolo della storia di questo Paese, ormai anestetizzato nelle emozioni e avvolto nel buio di una contemplazione narcisistica della propria realtà. Se Charles Baudelaire fosse vissuto oggi, penso che le sue parole, lapalissiano invito a contrastare, con forza, il logorio del tempo che scorre inesorabile, avrebbero trovato piena traduzione in questa leggenda appena descritta, ormai, divenuta verità senza tempo: “Bisogna essere sempre ebbri. Tutto sta in questo: è l’unico problema. […] è l’ora di ubriacarsi! Per non essere gli schiavi martirizzati del tempo, ubriacatevi; ubriacatevi senza smettere! Di vino, di poesia o di virtù, a piacer vostro”. E virtù fu. Noi #coloriamoilloromondo con Cittadellinfanzia.it. Continua…

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