La pugliese Maddalena de Virgilio autrice di una importante scoperta scientifica

La Puglia brilla per talenti sotto diversi aspetti: dalla scienza alla medicina, dal teatro alla musica, dall’ arte
alla gastronomia, per citare solo alcuni settori.
Abbiamo avuto modo di incontrare Maddalena de Virgilio, ricercatrice presso la sede di Bari dell’istituto di
Bioscienze e Biorisorse del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) e vincitrice del “premio CNR per la
Citizen Science: Biblioteca Guglielmo Marconi”
Hai conseguito un prestigioso riconoscimento. Di che cosa si tratta?
Ho vinto il “premio CNR per la Citizen Science in quanto coordinatrice e responsabile scientifica del
progetto Seaty Lab, una sorta di acceleratore che da un seguito alle attività di ricerca svolte dai cittadini
scienziati che addestro al metodo scientifico sin dal 2015. Sono i volontari dell’Osservatorio del Mare a
Molfetta (OMM), un osservatorio cittadino locale che promuove il censimento partecipato della
biodiversità marino-costiera della nostra città secondo la metodologia della Citizen Science.
Che cosa è la Citizen Science?
E’ una nuova branca della scienza che per definizione indica quel complesso di attività svolto in parte dai
cittadini nelle fasi preliminari di individuazione delle criticità ambientali, progettazione e raccolta dati con
dispositivi a portata di cittadino (telecamere subacquee, telefoni cellulari, computer, microscopi), ed in
parte dai ricercatori nelle fasi successive di analisi dei dati finalizzate ad estrapolare dalle troppe
informazioni tanta conoscenza sullo stato di salute dell’ecosistema oggetto di studio. In tal modo si possono
raccogliere informazioni dettagliate sollo stato del nostro ambiente che altrimenti sarebbe difficile reperire.
Ci parli dei tuoi progetti su base locale?
L’Osservatorio del Mare a Molfetta è un osservatorio cittadino locale che nasce dal basso in un contesto
territoriale profondamente legato al mare ed alla sua economia quale è Molfetta, tradizionalmente una
città di marittimi e pescatori e promuove il raccordo efficace tra cittadini, ricercatori, imprenditori e decisori
politici locali nella gestione partecipata delle criticità ambientali affinché si identifichino le misure più
idonee sottese al miglioramento dello stato di salute della costa urbana tenendo conto non solo dello
sviluppo economico del territorio ma anche, anzi soprattutto, del benessere a breve e lungo termine del
cittadino.
Che cosa hai fatto concretamente per la costa della nostra città con i cittadini e con la metodologia della
Citizem Science?
Nel concreto abbiamo inteso sollevare l’attenzione del grande pubblico e dei decisori politici locali sulla
necessità di tutelare la prateria sottomarina locale di Posidonia oceanica ovvero il Sito di interesse
Comunitario denominato Posidonieto San Vito-Barletta sul quale si affacciano diverse città inclusa Molfetta
ed il posidonieto di Cala san Giacomo, individuare metodi di monitoraggio a basso costo ed impatto rispetto
ai metodi tradizionali nonché correlare lo stato del posidonieto con le pressioni antropiche esercitate dai
diversi centri urbani.
La pianta marina, Posidonia oceanica, è a rischio in tutto il Mediterraneo nonostante offra servizi
ecosistemici di elevato valore infatti, è: la maggiore produttrice di ossigeno del Mediterraneo, sequestra il
carbonio e contrasta l’acidificazione delle acque marine, mantiene alto il livello della biodiversità marina e
di pescosità, contrasta il moto ondoso, stabilizza i fondali e riduce l’erosine costiera ed ha perciò un valore
di capitale naturale che ammonta a 142 euro per metro quadro all’anno.
A tal fine con i volontari ho eseguito un censimento visuale subacqueo lungo il posidonieto Sav Vito-
Barletta della biodiversità marina annessa e contestualmente campionato foglie di Posidonia sulle quali ho
condotto uno studio di genetica delle popolazioni per definire il livello di resistenza e resilienza della nostra
prateria marina. Questi studi hanno dato una speranza perché hanno consentito di rilevare un buon livello
di resistenza e resilienza del nostro posidonieto ed allo stesso tempo di individuare le azioni di
conservazione più idonee da mettere in atto prima che la prateria regredisca irreversibilmente così come
descritto in articoli scientifici pubblicati su Journal for Nature Conservation dei quali i volontari di OMM
sono coautori.
Allo stesso tempo, al fine di migliorare il sistema previsionale di fioriture della microalga Ostreopsis ovata ,
più comunemente nota come alga tossica, coi cittadini scienziati di OMM per 7 anni ho monitorato il
plancton della nostra città in due spiagge libere, Prima Cala e Gavetone, molto affollate d’estate. Coi dati
raccolti dai volontari ho eseguito correlazioni statistiche con i valori de parametri meteorologici depositati
negli archivi meteo accessibili gratuitamente al pubblico così come descritto nell’articolo pubblicato in
Marine Pollution Bulletin. Queste correlazioni mi hanno consentito di sviluppare un algoritmo che
consente di predire quotidianamente le concentrazioni di alga tossica nelle città pugliesi più colpite da
questo fenomeno.
E’ in corso lo sviluppo di un software web sulla base di questo algoritmo, una sorta di app di predizione di
fioriture algali che sarà testata durante l’estate 2025 e potrà essere di supporto anche per l’ARPA-Puglia nel
velocizzare il processo decisionale sull’emanazione dello stato di allerta.
Come intendi dare un seguito alla tue ricerche nel prossimo futuro?
Intendo sviluppare ulteriori metodi di monitoraggio a a basso costo ed impatto sulla prateria locale di
Posidonia oceanica affinché sia più attenzionata ovvero mettere a punto la digitalizzazione dell’estensione
di questa prateria a partire da ortofoto satellitari di Google Earth e Bing e costruire un software di
predizione dell’evoluzione della stessa.
Intendo anche instaurare una collaborazione con i veterinari della nostra città per avviare una indagine
sugli effetti dell’alga tossica sui cani. Gli esiti di questa indagine che vorrei chiamare “Indagine Rufus” in
ricordo del nostro cane cittadino, potrebbero essere di supporto ai veterinari nel decidere quale piano
terapeutico applicare ai cani raffreddati d’estate.
Sarà mia premura prioritaria divulgare gli esiti delle ricerche partecipate svolte sul territorio molfettese,
instaurare un dialogo costruttivo con le amministrazioni comunali odierna e future e promuovere la Citizen
Science per la gestione partecipata e sostenibile del nostro ambiente.
Quanto vi ha gratificati questa esperienza?
Sono più che certa che tutto ciò non sarebbe mai stato possibile senza la fantastica grinta dei volontari
dell’Osservatorio del Mare a Molfetta che si sono appassionati al metodo scientifico, hanno messo a
disposizione i loro tempo libero e know how, hanno lavorato in silenzio, con rigore ed entusiasmo, sono
orgogliosi di essere coautori degli articoli scientifici e di questo premio. Dal mio canto sono molto gratificata
da questa esperienza professionale perché mi ha consentito concretamente di produrre nuova conoscenza
con e per la società e di dare il mio contributo alla democratizzazione delle scienza.
Per ciò detto dedico questo premio al Mare, ai fantastici volontari di OMM e a tutti gli altri cittadini che
vorranno unirsi a noi in questo progetto di Citizen Science nato per strada che ci fa stare bene.
Paola Copertino
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