Ruvo di Puglia,il “Talos Festival” tra fotografia, musica e teatro.





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L’appuntamento pomeridiano con il fotografo freelance Rocco Lamparelli apre la quarta giornata dell’anteprima del Talos Festival.

La mostra fotografica ” Musica e territorio ” è esposta presso l’Ex Convento dei Domenicani e sarà visitabile sino al 14 settembre.

Secondo il Direttore Artistico Pino Minafra ”la fotografia, essendo sorella della musica deve necessariamente essere coprotagonista del Talos Festival” poiché contribuisce a descrivere e raccontare la vivacità del territorio Pugliese, territorio ricchissimo, pieno di vitalità e con un ”potenziale culturale enorme che deve essere valorizzato”.
Gli scatti fotografici di Rocco Lamparelli ci fanno rivivere i momenti più suggestivi delle passate edizioni del Festival; dalle foto dell’indimenticabile spettacolo di Moni Ovadia, alle immagini dei numerosissimi ospiti, sino ad arrivare alla straordinaria panoramica della Cattedrale di Ruvo di Puglia gremita di gente durante uno dei concerti.
”Noi possiamo nutrirci del nostro territorio e della nostra cultura” afferma Raffaella dell’Aere, insegnante e poetessa ruvese emozionata dalla bellezza delle tele-fotografiche esposte.
Si continua con la musica del duo composto dal sassofonista e direttore del dipartimento jazz del conservatorio di Cosenza Nicola Pisani e da Vincenzo Mazzone batterista e docente di strumenti a percussione presso il conservatorio Nino Rota di Monopoli.
La loro esibizione è una continua improvvisazione che rende la location un vero e proprio laboratorio di musica.

Il M° Vincenzo Mazzone utilizza qualsiasi strumento a sua disposizione per “fare musica”, non esiste una vera e propria ‘scaletta’ o un repertorio da rispettare; ”la musica e l’improvvisazione sono dei flussi di comunicazione” aveva affermato Nicola Pisani in un’intervista rilasciata il 7 giugno,”Se funziona il flusso di comunicazione, qualsiasi musica sia, chi ascolta, ne rimane comunque bloccato ed attirato.

Alla fine, si può anche dire ”non c’ho capito niente”, però ha funzionato.

Se il musicista si diverte, il pubblico tendenzialmente accetta quello che fa, se il musicista non si diverte,annoia”.
Anche il direttore artistico Pino Minafra non può far a meno di partecipare a questo ”flusso comunicativo” e si unisce ai suoi ”carissimi amici” con il suo inconfondibile suono di tromba.
A conclusione del segmento pomeridiano l’emozionante esibizione della SerD Band della Asl di Ruvo di Puglia. I SerD sono i servizi pubblici per le dipendenze del Sistema Sanitario Nazionale. Il Direttore, il Dottor Vincenzo Leone da qualche anno annovera tra le varie tipologie di supporto agli ex tossico dipendenti la costituzione di un gruppo musicale guidato dal chitarrista Giovanni Gambino.
Il gruppo è costituito dallo stesse Giovanni Gambino e Raffaele alle chitarre; Damiano Pansini alle percussioni e Renato Minafra (fratello di Pino Minafra), definito il ”Blues man”.

L’ atmosfera che si respira è davvero suggestiva.

L’energia contagiosa di Renato accattiva il pubblico.

La sua voce calda e graffiante stupisce ed emoziona.

E’ una vera è propria festa a cui si uniscono sia Nicola Pisani sia Vincenzo Mazzone che partecipano all’esecuzione dei brani ” One pound” e ” Africa”.

E’ incredibile vedere quanta passione ed entusiamo ci mettano, quanto sia importante per loro la musica, il potersi esprimere liberamente.

” La musica è terapia e ci aiuta a vivere meglio e ad allontanare i fantasmi che abbiamo dentro” afferma Pino Minafra evidentemente commosso.

” Tutti noi abbiamo bisogno di esternare la follia che è in noi per cercare l’equilibrio”; e questi ragazzi ce l’hanno fatta, hanno raggiunto il loro equilibrio, grazie al progetto SerD ma soprattutto grazie alla loro grande forza di volontà.
La tregua concessa da pioggia e nuvole fa sì che la quarta serata di anteprima di questo Talos possa finalmente aprirsi in uno scenario fra i più caldi e belli di Ruvo.

Sul sagrato della cattedrale, a dar fiato alle trombe sarebbe proprio il caso di dire è stata la banda “Vito Giuseppe Millico” di Terlizzi, classe 1997 e una onorevole carriera musicale alle spalle, seppur giovane di età.
Arrivando a Largo Cattedrale, uno sciamare di note sparse annuncia la presenza dei musicisti che si accordano e riscaldano gli strumenti, mentre la cornice attorno a loro si riempie di orecchie che attendono la musica.
Dopo qualche minuto, il direttore artistico Pino Minafra apre la serata spendendo parole sentite a favore della banda come formazione musicale spesso considerata esclusiva di processioni e gente in là con gli anni, rappresentando, invece, molto bene la nostra tradizione musicale e affondando le sue radici in due secoli di storia.

Checché ne dicano slogan e trovate pubblicitarie, quindi, la Puglia non è solo pizzica e primitivo!
Finalmente la musica comincia con “Capriccio-ouverture” di Willy Ostijn, un brano dolce e intenso al contempo, con leggere voci di clarinetto ad aprire e fraseggi decisi e importanti più in là nello spartito.

L’esecuzione dei brani viene inframezzata dalle voci recitanti di Nicola Accettura, Sabina Minerva e Zaccaria Gallo, impegnati in racconti di montagne incantate, folletti e spiriti del bosco.
A seguire il primo stralcio teatrale, il celebre motivo di “The hall of the mountain King” di Edward Grieg, magistralmente eseguito dalla banda ossequiosa della bacchetta ora agitata, ora ondeggiante e liquida del Maestro Campanale.
La quarta serata di anteprima prosegue con “Una notte sul Monte Calvo” di Modest P. Musorgskij, che precede un ricordo ai caduti della Grande Guerra racchiuso in “Dies Irae”, tratto dal “Requiem” di Mozart.

La scaletta si chiude con “L’olandese volante” di Wagner, uno spartito che è motivo di orgoglio per i musicisti e per il loro maestro, dato l’alto grado di difficoltà di esecuzione di un brano quasi sempre schivato da tutte le formazioni musicali, ma eseguito in modo lodevole e coinvolgente da una banda che non ha davvero nulla da invidiare ad una orchestra.
Il suono è pulito e pieno, assolutamente completo, se si pensa che a suonare, oltre alle percussioni, sono solo legni e ottoni.

Ascoltando ad occhi chiusi, sembrerebbe di avere di fronte anche un bel gruppo di archi a rifinire il tutto.
Il Maestro Salvatore Campanale si agita e si diverte, ha la fronte perlata di sudore, quasi a precisare che la musica è anche fatica fisica, è schiena dritta e grande energia.
Si giunge al termine con le presentazioni dei protagonisti e i ringraziamenti dei primi cittadini di Ruvo e Terlizzi, i quali spendono parole belle e speranzose per il futuro della “Millico” e per il riconoscimento del suo prezioso lavoro.
Chi ha assistito, può tornare a casa con orecchie e cuore soddisfatti, perché la banda mette allegria e affascina con il suo codice interno di rigore e semplicità.
Viva la banda, viva il Talos Festival!

Biagio Campanale e Marina Fabiano  (GiornalistiVolontari) -  foto  di Rocco Lamparelli

 

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