ALTAMURA, IL SARTO EMILIO SOLFRIZZI





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Un ottimo inizio per la seconda stagione di prosa del Teatro Mercadante di Altamura. Il 14 e 15 Novembre l’illustre comico Emilio Solfrizzi è stato il protagonista del vaudeville intitolato “Sarto per signora” di Georges Feydeau. Applausi e divertimento assicurato per il pubblico, che ha apprezzato la bravura di tutta la compagnia.

Originario di Bari, ha girato tutta l’Italia: quale differenza nota fra il Nord e il Sud?

Mi piace sfatare il mito che il pubblico del Nord sia freddo. Al contrario, è molto caloroso: quando vede qualcosa che gli piace è capace di trasmetterti tutto il suo entusiasmo. Invece il pubblico del Sud (ad esempio quello napoletano) è molto severo, perché, essendo abituato ad andare a teatro, vuole da te un impegno vero, senza risparmio. Certamente, se sai di dover venire al Sud, devi fare una cura dimagrante prima, perché il troppo affetto ti porta a mangiare tutto: io ci provo ad andare al ristorante con l’intento di mangiare poco, ma non è proprio possibile.

La veste di comico le calza a pennello. Si nasce o si diventa comici?

Onestamente sono tra quelli che pensano che si nasca comici. Ritengo che, poi, bisognerebbe lavorare tutta la vita per affinare la proprio arte: essere comico comporta essere anche attore, mestiere che mi piace anche molto. Non amo le classificazioni, per cui sono talmente arrogante da pensare di poter rivendicare il diritto di scegliere anche cose drammatiche. Se si è preparati per fare questo lavoro, si è pronti per fare un po’ tutto.

Stasera la vedremo nei panni di un sarto, capace di associare equivoci e colpi di scena comici: detto alla barese, metterà la cosìdetta ‘pezza a colore’?

Questo è proprio uno spettacolo di ‘pezza a colore’. Il protagonista, il dottor Moulineaux, è un bugiardo patentato e ha una tale capacità di convincimento da uscire indenne da ogni situazione. Anche se di fatto in questo spettacolo nessuno tradisce nessuno (perché non si riesce mai a consumare), il protagonista prova a tradire la moglie e lei lo scopre, ma riesce sempre a convincerla di non essere colpevole. Costruisce castelli di carta che, una volta entrati in scena nuovi personaggi, vengono rovinati per cui è costretto a ricominciare da capo. Infatti, lo spettacolo termina mentre ricomincia nuovamente tutto.

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