ALTAMURA, “NON VI RESTA CHE…RIDERE!”





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“Non vi resta che… ridere” è il titolo dello spettacolo messo in scena Venerdì 6 Maggio presso il Teatro Mercadante di Altamura. I protagonisti sono stati tre attori della compagnia teatrale “La banda degli onesti” (Silvano Picerno, Leo Coviello e Giorgio Zuccaro) immersi in un «viaggio» di sola andata da Bari a Napoli alla ricerca di una propria identità teatrale. Ormai veterani del teatro, i protagonisti hanno rappresentato uno spettacolo che accomuna diversi aspetti dei grandi maestri del teatro, arricchiti da sketch divertenti basati sulle tipiche incomprensioni fra attori e regista.

Raccontate il personaggio che interpretate

Intanto, noi personifichiamo noi stessi e poi ci caliamo in vari personaggi giocando sempre con l’interpretazione, la voce e l’espressione. Interpretiamo attori e regista perché siamo una compagnia teatrale. Apparentemente è uno spettacolo molto semplice e leggero, in realtà da qualsiasi parte punto di vista lo si veda non può sfuggire la varietà dei pezzi e dell’interpretazione: questo rende molto complicato il lavoro. Il ritmo è il solito de “La banda degli onesti”, quindi molto veloce e sagace ed il fatto che vengano citati i grandi comici del passato, fa sì che siano più che presenti. È molto divertente perché siamo in tre e ci capiamo al volo, anche soltanto con uno sguardo. Molti pensano che fare arte renda tutti degli artisti, ma non è così: l’arte teatrale è un’arte molto difficile che richiede impegno e talento per una questione di serietà, di talento, di gusto e di rispetto, e non è facile. Si ride meglio se lo spettacolo è costruito in maniera seria, perché ridere è una cosa seria.

Nello spettacolo si mette in scena “un viaggio” da Bari a Napoli: quale dei dialetti o delle città vi calza meglio?

Non è proprio un itinerario, è piuttosto un parallelo fra le due città di Altamura e Bari, intendendo il paragone soltanto nel modo di fare teatro. Il nucleo di questo spettacolo è basato su una compagnia di teatro pugliese che vuole fare oggi teatro comico e parte la domanda “a chi si deve ispirare?”. Inevitabilmente si va a finire sempre a Totò o a Troisi o ad Eduardo De Filippo e tanti altri.  Questo spettacolo è un mostrare quello che succede tra di noi attori dietro le quinte e in che modo chi faccia teatro si immedesimi totalmente nello spettacolo. La cosa fondamentale è anche la lingua perché in questo viaggio, facciamo dei pezzi storici in napoletano però lo adattiamo alla nostra lingua e cerchiamo di modernizzarli e apportare qualcosa di nostro rendendolo originale. Nessuno di noi ha mai voluto imitare nessuno, è chiaro che si possano trovare delle movenze comiche che non si possono cambiare, però abbiamo lavorato molto e ci siamo anche divertiti. Questo spettacolo lo definiamo “Frankestein” perché l’abbiamo così tanto cambiato da stravolgerlo: da due atti è stato ridotto ad uno e ci saranno ancora cambiamenti dato che lo porteremo anche al Nord.

 

 

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