ALTAMURA, UNO SPETTACOLO “ONESTO”





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È tornata al Teatro Mercadante di Altamura “La banda degli onesti”, esibitasi nello spettacolo omonimo Sabato 23 e Domenica 24 Gennaio 2016. Il pubblico altamurano è ormai abituato alla loro spiccata comicità, garante di sorrisi sul volto degli spettatori.

Il cast è composto da Silvano Picerno, Leo Coviello, Antonio Tirelli, Giorgio Zuccaro, Nino Manfredi, Antonella Macella, Rosanna Tafuno eDonato Masi, Cristina Cianciotta (direttore di scena), Irene Giorgio (suggeritore), Donato Fiorino e Angela Tauro (scenografia), Ronny Tirelli (fotografia) e Roberto Centoducati (tecnico audio-luci).

 

Quest’anno festeggiate il vostro 15° anniversario: qual è il segreto che vi lega?

Spesso ci pensiamo. Infatti molte compagnie si sciolgono: noi per primi deriviamo da un’altra compagnia. Tuttora resistiamo da anni, a parte l’abbandono da parte di alcuni attori della compagnia (per motivi di lavoro). Da un punto di vista sentimentale, il nostro legame si può intendere come quello fra due persone che non sanno spiegarsi il motivo del loro amore: la passione è il nostro collante.

Cosa è cambiato da 15 anni fa ad oggi?

Le esperienze aumentano, si cresce, cambiano anche le pretese che ognuno ha nei propri confronti. Il pubblico ti segue, ma non sempre. Ci sono state volte, infatti, in cui abbiamo trovato difficoltà a far ridere e questo è stato un stimolo per crescere. Abbiamo acquisito padronanza del palco: ogni spettacolo ti cambia. Noi siamo nati proprio con l’intento di girare dappertutto: soltanto così si possono cogliere le differenze, capire qual è la parte più comica dello spettacolo, percepire il modo in cui ride il pubblico, sempre diverso. L’importante è che ci siano spettatori che amino lo spettacolo.

Oltre a Totò, che è il vostro maestro per eccellenza, quale altro artista vi ispira per gli spettacoli?

Eduardo De Filippo, Dario Fo, Proietti, Troisi: ognuno ha un proprio ispiratore, ma comunque bisogna avere una propria originalità.  Osservare e scrutare quello che fanno gli altri va bene, però non si può copiare, bensì reinventarsi. Anche nello spettacolo di questa sera non c’è una riproduzione copiata del film di Totò: abbiamo messo la banconota da 200 euro in bella vista per chiarire subito che lo spettacolo è stato realizzato in chiave moderna. In primis, non è uno spettacolo anni ’50 ma siamo nel 2015 e, soprattutto, per chi l’avesse notato, c’è una mano di plastica in risalto perché abbiamo voluto allontanarci dalla comicità di Totò e Peppino che comunque è presente in alcuni tratti e aggiungere battute nuove che sembreranno quelle reali del film. La mano finta, appunto, è un modo per staccarsi da quel duo inimitabile e non avrebbe senso dato che siamo a teatro, con luoghi e dinamiche diverse. Un adattamento così è possibile soltanto con un testo di valore: chiunque lo rappresenti, fatto ovviamente bene, può farlo. Lungi da noi l’arte dell’imitazione.

Nella locandina emerge la banconota da 200 euro, che inevitabilmente riporta alla mente i soldi: quindi, chi è il più ricco fra voi?

Nessuno di noi, se fossimo ricchi non faremmo teatro. Vediamo soltanto il codice Iban, niente soldi soltanto numeri digitali -dicono ironicamente-.

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