EDUCAZIONE – BISCEGLIE, LO SPORT “IN FESTA” PER TUTTI E… SENZA “STOP” DI STAGIONE





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Ultimo giorno di scuola e molto spesso accade che i bambini o i ragazzi diversamente abili, si confrontano con l’esistenza di spazi vuoti nei loro pomeriggi, senza impegno e senza sapere come trascorrerlo.
Ottime giornate queste per festeggiare e promuovere lo sport in tutte le sue sfaccettature, a Bisceglie nell’intero pomeriggio di domenica 7 giugno, piazza Vittorio Emanuele, ha accolto ogni associazione sportiva locale e non solo, ha trasmesso, attraverso piccoli momenti di gioco ben organizzati, i sani valori del vivere bene, muovendosi e divertendosi. Hanno saputo dare imput ai genitori che durante il periodo estivo, non sanno cosa offrire ai loro figli nelle ore libere, rischiando di chiudersi nel loro ruolo, creando situazioni di isolamento sociale insieme ai figli che invece avrebbero bisogno di impegnarsi in attività educative.
Lo sport può diventare strumento educativo per la promozione e lo sviluppo di tutta la persona, nell’area socio-relazionale, motoria, cognitiva, emotivo – affettiva sia per le persone con disabilità che per le persone normodotate, ma, non solo, anchr per i genitori e gli operatori sportivi impegnati insieme, per la riuscita del loro spazio sportivo, ovvero il momento dell’allenamento in palestra e della competizione, la partecipazione, l’organizzazione dell’evento sportivo.
Lo sport prevede, tra gli obiettivi educativi, quello della partecipazione, in quanto valore democratico – politico, quindi sociale ed educativo. Perché partecipare significa rendersi attivi, condividere, confrontarsi, aprirsi, essere presenti. Nell’ambito della pedagogia speciale la partecipazione é una delle azioni fondamentali per l’integrazione sociale dei diversamente abili e lo sport diventa lo strumento che la favorisce. Lo sport, prima ancora dei risultati e degli allenamenti, prevede partecipazione. Diventa importante per le persone disabili perché consente di partecipare, impegnare il tempo in attività ludico – sociali – ricreative e muovere il corpo, che, significa favorire lo sviluppo degli apparati organici. Mobilitare il corpo, modificare l’ambiente, sviluppare e manifestare l’intera personalità, consentendo anche alle rispettive famiglie, di uscire, di impegnarsi, di confrontarsi e relazionarsi tra loro e condividere le problematiche quotidiane.
Per la comunità che accoglie le persone con difficoltà, quella sportiva frequentata da ragazzi di pari età, quella dei loro genitori, quella degli operatori sportivi, quella dei dirigenti, diventa attività educativa perché accoglie ed ospita le difficoltà, i momenti di unione, relazione e sostegno reciproco condividendo lo stesso spazio e decentrando il proprio punto di vista.

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