In Italia che tempo che fa?





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Domenica sera l’Onorevole Renato Brunetta è stato ospite della nota e “sottile” trasmissione di Fabio Fazio “Che tempo che fa”.

Si è discusso chiaramente di vari temi e anche di Alitalia ed è di qui che si è innescata un’amara polemica contro il conduttore che con eleganza ha comunque risposto all’onorevole, soldato fedele di Mediaset e del Pdl. Missione compiuta da Brunetta che ha concesso a Mediaset di tirare un respiro di sollievo. Ma la polemica sullo stipendio di Fazio, conduttore di stile, avrebbe avuto un senso se fatta da un onesto cittadino medio e non dall’Onorevole che con tutto il rispetto ha dei conti in banca che non dovrebbero essere così male.

E mentre l’Italia affonda, con un tasso di disoccupazione alle stelle e una politica alle stalle, l’Onorevole si preoccupa di difendere il suo partito e quello che ormai altro non è che il suo presidente onorario. Chi ha definito il contratto di Fazio “un insulto alla condizione del Paese e ai lavoratori Rai” ha un tantino esagerato e non perché sia un concetto fasullo ma esclusivamente perché parte da un pulpito che non è poi così coerente.

Non è una polemica sterile certo e non è difesa della sinistra a sfavore della destra, la nostra Italia è ormai come si dice nel gergo giovanile “alla frutta” e per rendersene conto basterebbe farsi un giro nelle città, piccole e grandi che siano, che ormai arrancano e si affannano nella crisi.

La parola crisi è ormai la parola più utilizzata, si intende, correlata a stress e allora onorevoli, presidenti, sindaci, preti, papi e cardinali dovrebbero chiedersi perché piuttosto che attaccarsi in un concorso di colpe che non aiuterà nessuno e nemmeno i poveri cittadini che emigrano, che non arrivano a fine mese.

Mentre i telegiornali ci comunicano che Beppe Grillo è il miglior alleato di Silvio Berlusconi visto che prima gli regala il pareggio elettorale e poi attacca la Rai, mentre tutti si indignano perché Maradona ha evaso il fisco italiano, fosse poi l’unico e nel suddetto programma fa un allegro “gesto dell’ombrello” contro Equitalia con annesso comunicato stampa di scuse, mentre le donne continuano ad essere ammazzate in stragi domestiche e familiari abbiamo ancora il tempo di preoccuparci degli stipendi di Fabio Fazio?

L’onorevole vuole farci credere questo? O vuole farci forse credere di guadagnare di meno con il suo esercito imbizzarrito? E tutti i ministri e presidenti con lui, si intende, compreso la Ministra Beatrice Lorenzin che ha detto un duro no contro le cure compassionevoli parlando di un metodo «non sicuro», certo di sicuro con queste malattie c’è la morte, ma non importa.

Stupiscono ancora gli immigrati che sperano di trovare nell’Italia l’Eldorado della felicità, stupisce quanta forza hanno nell’affrontare viaggi inumani, nel tentativo disperato di rifarsi una vita.

Non l’ha salvata Monti, l’Italia e non la salverà nemmeno Letta. Siamo un paese senza fondi. La musica non ha fondi. L’arte non ha fondi. La cultura non ha fondi. I libri non hanno fondi. I comuni non hanno fondi, le biblioteche non hanno fondi, le scuole non hanno fondi, le famiglie non hanno fondi, i nonni non hanno fondi, le pensioni non hanno fondi, Trenitalia non ha fondi, le aziende non hanno fondi e chiudono e noi? Noi non abbiamo fondi.

Bisognerebbe distruggere tutto, creare un’era di mezzo, una rivoluzione, bisognerebbe ricostruire tutto, bisognerebbe che i nostri politici, quelli nazionali e quelli locali, si fermassero un giorno ad ascoltare la voce del popolo, che voce non ha più. Bisognerebbe forse che si fermasse il Sindaco a prendere un caffè con un operaio in cassintegrazione che non può comprare il vestito per la festa a sua figlia o con uno studente che lavora in una pizzeria.

Il lavoro nobilita l’uomo, questo ci hanno sempre detto, il lavoro è un dovere ed un diritto, forse leggermente in disuso, ma quello che è certo è che abbiamo anche il diritto a stare bene, ad essere gratificati e forse anche ad essere felici.

Onorevole caro, si preoccupi di questo, se ha pensieri in libertà e tempo libero e stipendi in eccesso.

 

 Rossella De Palma

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