Molfetta: Il 27 febbraio diventa operativo lo sportello per la giustizia riparativa e la mediazione dei conflitti





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Sarà una cerimonia breve. Ma l’impatto sulla città sarà enorme. A Molfetta, il 27 febbraio, diventa operativo, nella sede comunale di Via Martiri di Via Fani, alle 10.30, il centro sperimentale di mediazione per la giustizia riparativa, tra i primi su scala nazionale.

All’interno del Centro, in spazi adeguati e idonei ad assicurare riservatezza e indipendenza, veranno poste in essere azioni di mediazione tra l’autore di reato e la vittima, secondo i principi del dialogo riparativo.
In linea con la legge Cartabia, il progetto intende ampliare le azioni già avviate dal Settore Socialità del Comune.
Con la giustizia riparativa la punizione diventa riparazione del danno conseguente al reato. Un percorso di giustizia riparativa è emotivamente molto impegnativo. Significa raccontarsi, cercare di spiegare perché si è fatto qualcosa, risarcire la vittima e la comunità, avere la capacità di guardare la sofferenza dell’altro.

Si potrà accedere al programma riparativo per qualsiasi reato, a prescindere dalla gravità, e la richiesta potrà essere presentata in ogni stato e grado del procedimento.

La giustizia riparativa, in concreto, «consente alla vittima, alla persona indicata come autore dell’offesa e ad altri soggetti della comunità, di partecipare liberamente, in modo consensuale, attivo e volontario, alla risoluzione delle questioni derivanti dal reato, con l’aiuto di un terzo imparziale adeguatamente formato, denominato mediatore».
I programmi di giustizia riparativa tendono a promuovere il riconoscimento della vittima del reato, la responsabilizzazione della persona indicata come autore dell’offesa e la ricostituzione dei legami con la comunità.

«Ampliamo i nostri programmi di prevenzione – il commento del Sindaco, Tommaso Minervini, e dell’assessore alla socialità, Anna Capurso, in un’ottica riparativa che affronta i conflitti e i loro effetti intervenendo sui modelli di relazione con interventi che hanno finalità rieducativa offrendo un ulteriore strumento di costruzione di azioni che non possono e non devono basarsi solo sulla repressione. Il nostro Settore socialità continua ad imporsi per la qualità e la novità dei servizi offerti e di questo devo ringraziare la Dirigente, la dottoressa Lidia de Leonardis, e il suo staff», conclude il Primo cittadino.

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