Ruvo,gran finale per il Talos festival





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Gran finale domenica sera per il “Festival Talos”, la serata di chiusura ha offerto ben tre concerti entusiasmanti: Taraf de Haidouks, Enver Izmailov e Taraf de Haidouks e Kocani Orkestar insieme in “Band of Gypsies”.

 A presentare la serata è tornato Fabrizio Versienti che alludendo al repertorio lanciato dalla Kochani Orkestar la sera prima, ricorda di come sia stato importante effettuare un viaggio attraverso il Mediterraneo in questo Festival. Ha subito introdotto il gruppo dei Taraf de Haidouks che ha aperto la serata con i travolgenti ritmi dell’est.

In Europa, infatti, solo qualche luogo privilegiato nasconde una musica selvaggia e spontanea come quella che i Lautari suonano a Clejani, un piccolo villaggio in Romania. Prima conosciuto come il Taraf di Clejani, il Taraf di Haidouks è stato così ribattezzato in omaggio agli antichi banditi della Romania feudale, gli Haidouks. Nelle campagne, questa figura simboleggia ancora oggi una certa libertà e giustizia sociale, l’arte di arrangiarsi di un popolo di fronte alle ingenuità del signore.Al di là delle influenze bulgare, turche e slave, le antiche ballate del Taraf de Haidouks sono tramandate di padre in figlio. Nella composizione odierna del taraf (termine arabo che designa un ensemble vocale o strumentale a geometria variabile), sono presenti tutte le generazioni, e le tradizionali arie evolvono continuamente, trasformate dal desiderio di innovazione dei più giovani.Quello che fortemente colpisce è il legame, l’interazione sempre viva tra vecchi e giovani, così che sul palco il gruppo si scompone e ricompone in piccole formazioni miste. I canti sono accompagnati al violino, con il supporto armonico del cymbalon e quello ritmico del contrabbasso e della fisarmonica. Chi detiene la tradizione sono i veterani del gruppo: si tratta di un vasto repertorio di ballate intervallate da strofe narrate, nelle quali una voce solista, dialogando a volte con un altro cantante, racconta storie a carattere sociale, mitico, satirico, o epico.Il Taraf de Haidouks ha inciso quattro album per l’etichetta belga Crammed, ha partecipato ai più prestigiosi festival internazionali in Francia, Inghilterra, Giappone, Usa, Canada, Germania, Italia, Brasile, e conta tra propri fan artisti del calibro di Johnny Depp e David Harringthon del Kronos Quartet.

Dopo aver fatto scatenare tre ballerini impavidi, è stata la volta del ‘concerto cuscinetto’, definito tale perchè leggermente diverso dal precedente: è la volta di Enver Izmailov, considerato uno dei massimi esponenti del tapping, una tecnica che permette di suonare allo stesso tempo melodia, armonia e ritmo e che il musicista ucraino ha sviluppato contemporaneamente al suo omologo americano Stanley Jordan, pur senza conoscerlo. La sua musica è una combinazione di molti elementi che vanno dal jazz al folklore della Crimea, turco e dell’area balcanica. Nato nel 1955 a Fergana, nell’Uzbekistan orientale, Izmailov si è diplomato in fagotto alla scuola d’arte della sua città e ha fatto parte dell’Orchestra del Distretto Militare dell’Estremo Oriente durante il servizio militare. In seguito si è concentrato sullo studio della chitarra, perfezionando il suo stile personale. Dopo una iniziale carriera da solista ha collaborato con numerosi musicisti internazionali come il percussionista turco Burhan Ocal, il pianista francese Xavier Garcia e il sassofonista inglese Geoff Warren. La sua esperienza gli permettono di suonare brani con uno stile tutto personale, assolutamente diverso dai suoi colleghi, frizzante e divertente. Coniuga il virtuosismo musicale con l’arte teatrale che gli permettono che di coinvolgere il pubblico in maniera soddisfacente.

Tempo per una breve pausa con l’intervento dell’Assessore alla Cultura e Turismo Pasquale De Palo che annuncia l’arrivo di una sorpresa alla fine del concerto, e si riprende con l’ultimo set: I Taraf de Haidouks e la Kocani Orkestar insieme in “Band of Gypsies”!  Sono senza dubbio due dei più famosi ed emblematici gruppi zingari balcanici. Formatosi nel 1991 nel piccolo villaggio rumeno di Clejani, la “banda degli onorevoli briganti” (che è la traduzione letterale di “Taraf de Haïdouks”) ha voluto festeggiare il suo 20° anniversario, nel 2011, con il lancio di un progetto ambizioso: una banda balcanica allargata, in cui ai tredici musicisti e cantanti del Taraf si aggiungono i tredici membri della macedone Kocani Orkestar, una delle migliori bande di ottoni in circolazione. Il nome di questo progetto, “Band Of Gypsies”, ha tra i suoi molteplici riferimenti anche quello a uno degli album seminali della discografia del Taraf de Haidouks, in cui per la prima volta le due orchestre collaboravano in tre brani. Questa volta il progetto è ancora più folle, perché tutti i pezzi del nuovo repertorio sono scritti, arrangiati ed eseguiti da un impressionante banda di 26 elementi che esplora tutti i contrasti e le trame musicali delle due bande.

Il vortice di infuocato violini, cimbali e fisarmoniche del Taraf de Haïdouks è impegnato in combinazioni emozionanti con il potente funk di ottoni e percussioni della Kocani Orkestar. I brani si muovono tra musica tradizionale della campagna rumena, sonoritàurban-pop, ballate medievali, ispirazioni orientali, influenze turche, ma anche musica da film di Bollywood. Elementi provenienti da tutto il territorio balcanico, dalla Romania alla Macedonia, dalla Serbia alla Bulgaria, il tutto intrecciato accordi potenti e sofisticati.

E sono loro ad infiammare la piazza che ospita il Festival, soprattutto quando immancabilmente tornano tra il pubblico a suonare e a prolungare il divertimento. 

Ma la fine di questo spettacolare evento giunge anche quest’anno…segnata dal lancio da parte del pubblico di tantissimi palloncini bianchi con delle luci colorate: cala così il sipario sulla diciottesima edizione del “Talos Festival”, con la soddisfazione degli organizzatori e l’auspicio che ci si possa trovare ancora una volta tutti insieme ai piedi di un 

 

Alessandra Brucoli

 

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