Sanremo, duetti e cover della terza serata





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Terza serata all’insegna delle cover : un mix di sound, generi e personalità diverse. Come da consuetudine,  i 24 big in gara si sono sfidati sul palco dell’Ariston in duetto con un artista da loro scelto. A giudicarli, esclusivamente l’orchestra, composta da professionisti selezionati dalla Rai e da musicisti dell’orchestra sinfonica di Sanremo.

Il primo artista ad esibirsi è stato Michele Zarrillo assieme a Fausto Leali, sulle note di “Deborah”: un’ interpretazione degna di lode per la profondità d’espressione emersa.

Junior Cally e i Viito con “Vado al massimo”, insieme sul palco per ricalcare un Vasco agli esordi con il brano che gli ha regalato il successo.

Successivamente il duo Masini – Arisa nell’interpretazione magistrale al pianoforte nel brano di “Vacanze romane”.

Con il brano “L’edera”, cantano Riki e Ana Mena, che, attraverso un sound ritmato e leggero, hanno proposto una versione pop della canzone.

Impeccabile, musicale e maestosa l’interpretazione di Raphael Gualazzi, affiancato da Simona Molinari, nel brano “E se domani” ha riscosso apprezzamenti immediati per la pulizia di suono e la precisione nell’arrangiamento.

Rullo di tamburi per l’ingresso dello storico gruppo della PFM (Premiata Forneria Marconi) in duetto con Anastasio sulle note del brano “Spalle al muro”: un’interpretazione sottotono per l’ inappropriata sovrapposizione di generi che non ha permesso particolari apprezzamenti.

Con “La voce del silenzio”, brano presentato nel 1968 a Sanremo, il tenore Alberto Urso ha duettato con Ornella Vanoni.

Elodie, in gara con Aeham Ahmad, ha scelto il brano “Adesso tu” di Ramazzotti, trionfante nel 1986 per una cover contenuta e fin troppo semplice, senza particolarità espressive emergenti.

E’ stato il primo brano scritto in italiano da Elisa, “Luce”, la cover scelta da Rancore, accompagnato da Dardust e La Rappresentante di Lista. La chiave di lettura del brano è stata innovativa, capace di creare un incastro di stili sorprendente.

Originali, ironici e geniali: i Pinguini tattici nucleari si sono cimentati in “Settanta volte”, un remix di canzoni, interpretate abilmente e con ironia, tali da coinvolgere e divertire la platea.

Cristicchi-Nigiotti,  con il brano “Ti regalerò una rosa” scritto dallo stesso Cristicchi, ha mostrato sincronia nelle battute, mostrandosi ben collaudato.

Interpretazione maestosa e precisa quella di Giordana Angi, in duetto con Solis String quartet,sulle note di “La nevicata del ’56″. Suoni puliti e acuti accurati hanno reso questa cover ineccepibile.

Il Trio femminile Levante- Michielin-Maria Antonietta si è esibito nel remake del brano “Si può dare di più”. Toccante e coinvolgente, l’interpretazione del brano di Tozzi-Ruggeri-Morandi si è rivelata una versione interessante e innovativa.

Le Vibrazioni con i Canova nel brano “Un’emozione da poco”, reinterpretata con il sound caratteristico del gruppo, ha prodotto una cover rivisitata in chiave moderna.

Con eleganza e temperamento, Tosca si è distinta nel remake di “Piazza grande”, accompagnata da Silvia Perez Cruz.

Una nota a margine merita il duetto Pavone- Minghi che, attraverso veri e propri dialoghi musicali, hanno mostrato una vincente collaborazione  artistica.

Eclettico, fuori dagli schemi e appariscente: anche nella quarta serata Achille Lauro ha confermato la sua trasgressività. Assieme ad Annalisa, ha interpretato “Gli uomini non cambiano”, con look stravagante, in contrasto con il tono solenne e profondo della canzone.

“Canzone per te” è stato il singolo scelto da Morgan, in duetto con Bugo. Nonostante l’ottimo attacco iniziale, nella parte centrale il duetto è risultato calante, a tratti dissonante, per terminare in un cambio di registro da parte di Morgan che da cantante è diventato direttore d’orchestra, mostrando la sua nota poliedricità.

Coesione ed unione sono i termini caratterizzanti l’interpretazione della canzone “La musica è finita” cantata in maniera eccellente da Irene Grandi e Bobo Rondelli.

Un sorprendente Piero Pelù con “Cuore matto”, ha interpretato il brano di Little Tony, proponendo una parte video in bianco e nero cantata dallo stesso autore, così da rendere immortale il valore della sua canzone.

Suggestivo, appassionante e di spessore l’interpretazione del brano “Se me lo dicevi prima”, portata in gara da Paolo Jannacci che ha voluto omaggiare il padre (nonché autore della canzone) assieme a Francesco Mandelli e Daniele Moretto.

SI conferma estroso Gabbani, sempre pronto a distinguersi: Vestito da astronauta, con la bandiera italiana tra le mani, ha cantato “L’italiano” di Toto Cutugno.

Di seguito la classifica aggiornata.

Podio: Terzo posto per i Pinguini tattici nucleari, secondo per Piero Pelù e  Primo per Tosca. All’ultimo posto, invece, Bugo e Morgan.

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