Trani,tra proiettili e speranze





PISTOLA

“Se non posso mandare mio figlio al supermercato, o non posso farlo uscire con gli amici neppure in orari in cui le strade sono trafficate, come posso stare tranquilla”?

Lo sfogo di una mamma alla domanda “Signora, ma lei, si sente tranquilla alla stregua di quanto sta accadendo in città?”

Due volte, due episodi in una settimana. Uno in pieno centro, l’altro in una zona periferica, ma neanche troppo.

In città si spara, per regolare conti, per intimidire.

Tra l’incendio di un’azienda, episodio ormai noto, e i proiettili di questa settimana, l’allarme criminalità è scattato a Trani.

Il parere dei cittadini è una sorta di triste coro che, all’unisono, tira fuori le note drammatiche della lecita preoccupazione.

Un ritorno apparentemente improvviso ad un ventennio fa.

Non si bada ad orari, non si bada a zone. Si spara. Il ferro è tornato a far fuoco e i cittadini sono preoccupati, spaventati e molto turbati dalla regressione sociale della città.

L’aria che si respira in questi giorni, ore che seguono la “settimana di fuoco”, è pesante. Trani sembra essere avvolta da un alone di tregua, quasi a chiedersi “Quanto manca al prossimo proiettile?”, “Sarà cessata questa serie di sinistri che, seppur casuali,  sono capitati troppo vicini gli uni agli altri?”

Le giornate iniziano con una nebbia fitta, con l’umidità che appesantisce e s’incolla addosso come l’angoscia di quanto accade, pur portando con se’ la speranza di una rapida ripresa.

 

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