UN LIBRO PER AMICO: MEGLIO NON SAPERE





FOTOLIBRO

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All’indomani della celebrazione del 25 Aprile, data importante per il nostro paese, non posso che consigliarvi un libro che possiamo classificare nel genere storico; Meglio non sapere di Titti Marrone. Un titolo emblematico, un titolo forte che ci catapulta indietro negli anni, in uno dei periodi più bui e oscuri dell’umanità: la Seconda Guerra Mondiale. Il libro è la cruda testimonianza di tutti gli orrori compiuti durante la Seconda Guerra Mondiale con la deportazione degli Ebrei nei campi di concentramento, quando una sera del marzo 1944  le due sorelline Andra e Tatiana Bucci, rispettivamente di quattro e sei anni, insieme al loro cuginetto Sergio De Simone di sei anni, smisero di “vivere l’età dei perché”. Arrivati al campo furono allontanati dai loro genitori e leggere la loro storia è molto provante, perché si vive l’orrore, lo strazio e la disumanità di quel periodo.

Andra e Tatiana, durante la loro permanenza in quel campo, ripetevano a se stesse il proprio nome per non dimenticare le loro origini.

Sergio, no! Sergio non riabbraccerà più la sua mamma, lui era troppo piccolo, e non sapeva che, alla domanda ingannevole delle SS “Chi vuole vedere la mamma?”, doveva dire di no e non fare quel passo in avanti che lo avrebbe condotto nelle mani di un folle medico insieme ad altri 19 bambini.

Il dottor Heissmeyer lo avrebbe utilizzato come cavia per eseguire esperimenti sulla tubercolosi e, con l’arrivo degli alleati, quei venti bambini, diventati “prove scomode”, andavano eliminati così furono impiccati e cremati.

Da qui il senso del libro: mentre Mira, la mamma di Andra e Tatiana, riesce a ricongiungersi con le sue figlie “le aveva aspettate consumando il marciapiede del binario….”, Giselle, la mamma del piccolo Sergio, preferisce non sapere la verità e continuerà ad attendere il ritorno di suo figlio. A volte per attutire un dolore è meglio non conoscere la verità e questo è, sicuramente, un modo per proteggere se stessi.

Gisella decide di chiudere le porte e le finestre della sua mente alla verità inaccettabile tenendo vivo il figlio nel mondo ovattato del suo ricordo, mentre le due sorelle, durante la loro vita, hanno sempre testimoniato gli orrori vissuti quando, in quel periodo storico, gli uomini decisero di mettere da parte la ragione.

Gisella è morta l’8 agosto 1988 con la certezza che suo figlio fosse ancora vivo. Ogni anno l’altro suo figlio, Mario, e i suoi nipoti piantano delle rose sulla tomba costruita vicino la scuola-museo di Bullenhuser Damm. Li c’è la foto di Sergio con una lapide per lui e gli altri diciannove bambini.

Le rose di Sergio De Simone sono bianche !

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