Barletta, Lettera aperta al Sindaco di Scelta Civica





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Gentile Sig. Sindaco,

non è possibile rimanere insensibili dinanzi al crescente malcontento della cittadinanza verso il sistema di raccolta porta a porta e nei confronti dell’esosità della TARI. Tanto obbliga il nostro gruppo consiliare e la forza politica che rappresentiamo, a condividere con Lei in forma pubblica, alcune riflessioni e domande che non potranno rimanere senza risposta.

Il ruolo assegnato ai consiglieri comunali dalle norme vigenti, oltre quello principale di vigilare sull’operato della pubblica amministrazione, è di suggerire soluzioni a problematiche comuni ai cittadini. Per far questo, è necessario conoscere atti e procedimenti amministrativi.

In questo ambito sottoponiamo alcune riflessioni all’attenzione dell’amministrazione e della città.

Preliminarmente, sarebbe opportuno conoscere, e far conoscere pubblicamente, chi sono i soggetti delegati dal Comune di Barletta, nella qualità di socio unico della BAR.S.A. s.p.a., al controllo delle attività e determinazioni da questa assunte, e se tali decisioni vengono preliminarmente condivise con i delegati del Comune.

Noi consiglieri, per quanto di nostra competenza e nei limiti dei poteri conferiti dalle norme, abbiamo appreso di alcune decisioni che potrebbero apparire dinanzi all’opinione pubblica un’ingiustizia e un affronto.

“Passa-Parola”, recita lo slogan utilizzato per la comunicazione relativa alla raccolta dei rifiuti col sistema del Porta a Porta. A Barletta l’unico e reale ‘passa-parola’ tra i cittadini è la lamentela sul funzionamento del servizio e la tassazione elevata; lamentele che rischiano di travolgere l’intera classe politica Barlettana, come evidenziato dalla manifestazione di sabato 1 Novembre e dai continui attacchi raccolti sul web.

E’ evidente che il sistema di comunicazione del piano di raccolta porta a porta non ha raggiunto l’obiettivo minimo della condivisione della partecipazione dei barlettani. Il fallimento della comunicazione, a dispetto della gestione allegra dei suoi costi, ha aumentato i fisiologici problemi della fase di partenza (cosiddetta start up).

È possibile che a dispetto di 107.000,00 Euro investiti per pubblicità e grafica-stampa, i barlettani non abbiano ancora compreso come, quando e perché fare la differenziata col sistema del porta a porta? Dalle predette lamentele bisogna dire di si, i cittadini non hanno compreso di “cosa” si discute.

A tanto si aggiunga, e su questo si pretende una risposta, che di recente la società BAR.S.A. ha affidato -con affidamento diretto (cosa mai accaduta nella storia societaria)- ad una società esterna un “Piano di Marketing” per sopperire ad alcune carenze individuate. Il tutto spendendo ulteriori € 16.000,00 (oltre ai predetti 107.000,00 euro).

Prima di tutto è necessario sapere se i delegati al controllo della società, di cui l’ente comunale è socio unico, fossero a conoscenza di tale piano di Marketing con affidamento diretto del servizio e, in tal caso, se è stato rilevato, all’interno di questo piano, una criticità evidenziata dalla società affidataria.

Infatti, a pag 3 del predetto piano tra i “Punti di Debolezza” messi in evidenza, tra gli altri, si legge “Informazione Poco Chiara e Incisiva; Scarsa Comunicazione dell’Operato; Scarso Rapporto con il Target del Web” e tra le “Minacce Possibili” sono state rilevate “Mancato Ascolto degli Utenti e Sfiducia degli Utenti”.

Dal drammatico senso letterale di quanto sopra trascritto, delle due l’una: o tutto quanto fatto in precedenza è risultato inutile (107.000,00 euro utilizzati senza efficacia; buttati via); ovvero l’ulteriore affidamento per migliorare il Marketing è superfluo.

In presenza di tanta pubblicità, comunicazione e marketing, nessuno ha spiegato pubblicamente ai cittadini che i salatissimi costi della TARI, comprendono l’avviamento del servizio porta a porta, necessario per evitare l’applicazione della cosiddetta ecotassa che avrebbe aumentato, quella sì, di gran lunga il costo della nettezza urbana.

Ci chiediamo, come mai a nessuno è venuto a mente di spiegare ai barlettani che i costi della TARI tra due anni scenderanno di molto proprio grazie al sistema di raccolta differenziata del porta a porta? Era cosi difficile provare a mitigare l’impatto degli alti costi della TARI con una motivazione tanto reale quanto semplice?

Altra domanda: chi ha deciso come investire le risorse per la campagna di comunicazione, consentendo di trascurare alcune emittenti locali? Quali i parametri scelti e quale atto ufficiale riporta tali parametri e tali scelte?

Perché l’esclusione dal piano di comunicazione dell’emittente Tele Radio Studio 5 che raggiunge l’utenza anziana, spesso più in difficoltà con l’entrata in vigore del porta a porta?

Quali sono gli esperti che hanno escluso l’emittente più seguita dagli anziani? Perché riservare a Tele Regione, che un tempo si chiamava Tele Barletta, un trattamento così poco lusinghiero? Perché escludere la testata giornalistica mensile “Il Fieramosca”?

In una domanda, chiediamo a Lei sindaco e al segretario generale (sotto la cui competenza c’è la dirigenze dell’igiene pubblica), come spende i nostri soldi chi ha la gestione di BAR.S.A?

Pertanto Sindaco, tutti i buoni propositi sulle presunte competenze degli assessori, sulla responsabilità dei dirigenti e sul controllo della spesa da parte della nostra municipalizzata, rischiano di trasformarsi in messaggi poco credibili e controproducenti alla stregua della comunicazione sul porta a porta.

Lo abbiamo denunciato in consiglio comunale, quasi a voler essere, nostro malgrado, delle Cassandre, quando al momento dell’acquisizione della quota del socio di minoranza da parte del Comune di Barletta, abbiamo evidenziato che la BAR.S.A. è una società sana e con i conti in ordine, ma contestualmente abbiamo denunciato pubblicamente il pericolo che tale società, divenendo giuridicamente di esclusiva proprietà dell’ente pubblico comunale, potesse trasformarsi in un “carrozzone” dagli sprechi facili con cui soddisfare gli appetiti politici.

Barletta, 3 Novembre 2014

Michele Maffione

Pier Paolo Grimaldi

 

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