Cartellino rosso al lavoro minorile #REDCARD.





minore

12 Giugno 2014. E’ il giorno in cui si è dato l’avvio alla Coppa del Mondo di Calcio 2014. Ma è anche la GIORNATA MONDIALE CONTRO IL LAVORO MINORILE. Anzi proprio per legare i due eventi, proprio in questo giorno è stato dato l’avvio alla campagna promossa dall’Ilo (Organizzazione Internazionale del Lavoro) Cartellino rosso al lavoro minorile #REDCARD.

Proprio nel calcio infatti, il cartellino rosso sancisce l’espulsione dal campo durante una partita nel caso venga commesso un fallo , da parte di un giocatore.

Quindi per eliminare il lavoro minorile dal mondo, l’ILO ha fatto ricorso al “cartellino rosso”. Simbolo di questa Campagna è la girandola che richiama in ognuno il reale diritto al gioco proprio dei minori.

Secondo stime recenti ed aggiornate che tengono conto della lieve flessione determinatasi di questo fenomeno, ad oggi sarebbero ben 168 milioni i minori nel mondo coinvolti e vittime di questa piaga sociale e ben 85 milioni sarebbero i minori impiegati – sfruttai – in condizioni lavorative pericolose e dannose per la salute.

Recentemente Sua Santità Papa Francesco ha infatti denunciato anch’Egli questa grave piaga sociale : «Decine di milioni di bambini sono costretti a lavorare in condizioni degradanti, esposti a forme di schiavitù e di sfruttamento, come anche ad abusi, maltrattamenti e discriminazioni. Auspico vivamente che la Comunità internazionale possa estendere la protezione sociale dei minori per debellare questa piaga».

L’anno 2013 a Brasilia (Brasile) si è svolta la III Conferenza Globale sul Lavoro Minorile e la Dichiarazione conclusiva sottoscritta dai rappresentanti dei governi e delle organizzazioni dei datori di lavoro e dei lavoratori che vi hanno partecipato, insieme ai rappresentanti delle organizzazioni non governative (ONG), ad altri attori della società civile e delle organizzazioni regionali ed internazionali ha registrato un impegno ad eliminare le peggiori forme di lavoro minorile entro il 2016, riaffermando l’obiettivo generale dello sradicamento di ogni forma di lavoro minorile, attraverso il potenziamento immediato degli sforzi sia a livello nazionale che internazionale.

Lavoro minorile è sinonimo di povertà. Non a caso il fenomeno è più diffuso nei paesi più a Sud del mondo (Perù, Nicaragua, Haiti, Ecuador, Mozambico, Costa d’Avorio, Burkina Faso, Zimbabwe, Bangladesh) dove gente senza scrupoli, facendo leva sul minor costo del lavoro dei bambini che data la loro condizione sono facilmente soggiogabili, e soprattutto a causa della loro condizione familiare di estremo degrado economico, attua un vero e proprio sfruttamento minorile in campi quali l’edilizia, le riparazioni meccaniche ed elettriche, le fabbriche di tabacco, l’agricoltura etc. rendendo questi sfortunati bambini, veri e propri schiavi. Ultimamente si è attualizzato in maniera esponenziale un altro gravissimo fenomeno: sfruttamento i attività illecite quali prostituzione, pornografia, traffico droga.

Ma un fenomeno così raccapricciante, non è appannaggio esclusivo dei paesi del terzo mondo. Uno studio “Lavori Ingiusti” condotto da Save the Children in collaborazione con il Dipartimento di Giustizia Minorile Italiano e recentissimamente reso noto, ha evidenziato che anche in Italia i casi di sfruttamento minorile sono tanti, un numero inimmaginabile. “Occupandosi di minori che vivono in situazioni di rischio, da anni Save the Children entra in contatto con bambini e adolescenti coinvolti nelle peggiori forme di lavoro minorile, tra cui, forme di sfruttamento. Si tratta di un fenomeno grave che, in una misura piuttosto rilevante, è presente anche in Italia e che quindi Save the Children ha deciso di indagare, contribuendo a colmare un  vuoto di dati in materia. Quest’anno, con l’importante sostegno del Ministero della Giustizia, Save the Children è riuscita a raggiungere giovani che solitamente sfuggono alle rilevazioni campionarie perché si trovano per lo più fuori da circuiti importanti quali la scuola, in particolare coloro che si trovano nel circuito della giustizia minorile. Molto frequente e forte poi è la relazione tra la dispersione scolastica e il lavoro precoce o ancora le connessioni tra la dispersione scolastica e la scelta di commettere atti illeciti. E’ cruciale intervenire per spezzare questo circolo vizioso e garantire percorsi lavorativi positivi, grazie ai quali i ragazzi possano trovare adeguata realizzazione economica e sociale” Sono le parole di Claudio Tesauro, Presidente di Save the Children Italia.

“In occasione della giornata contro il lavoro minorile è opportuno sottolineare i rischi in termini di lavoro minorile a cui i bambini e ragazzi sono esposti, anche nei paesi ad alto reddito. Protezione sociale e monitoraggio sono strumenti essenziali per combattere questo fenomeno anche nei paesi sviluppati, soprattutto in un momento di crisi come questo in cui la perdita di reddito delle famiglie aumenta il rischio abbandono scolastico e l’esposizione al lavoro minorile” queste le parole conclusive di Fulvio Rosati, dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro.

Cosa è possibile fare concretamente per arginare se non debellare questo fenomeno ? Impegnarsi ognuno per la propria parte: famiglie, scuola ed altri Organi istituzionali attuando una forma di controllo, di vigilanza continua. Osservare attentamente ogni minimo comportamento del minore che può essere sintomatico di una situazione disagevole.

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