CICCHE DI SIGARETTA, Un rifiuto tossico radioattivo





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“Una volta abbondavano nei posaceneri di case e locali, oggi, come conseguenza delle norme di limite al fumo e della scarsa cultura sociale, sono al primo posto tra i rifiuti raccolti in strada, e stazionano indisturbate negli ambienti più vari: le “cicche” di sigaretta si sono guadagnate così il titolo di nuovi inquinanti.”

Sono le prole introduttive di un convegno, il primo in Italia, “L’impatto ambientale del fumo di tabacco. Le “cicche” di sigaretta: un rifiuto tossico dimenticato” organizzato dall’ENEA.

Uno studio coordinato ENEA e AUSL di Bologna ha acceso i riflettori su un problema reale ma sottovalutato: il “potenziale nocivo delle cicche di sigaretta”.

Si parla tanto della nocività del fumo di sigaretta, delle conseguenze del tabagismo ma raramente si pensa al prodotto residuo incombusto della sigaretta, quello che nel gergo comune chiamiamo cicca o mozzicone: il suo filtro.

Costituito da acetato di cellulosa, ha un potere filtrante nei confronti di tutte le sostanze inquinanti presenti in una sigaretta (circa 4.000) : nicotina, benzene, ammoniaca, acido cianidrico, polonio-210 (composto radioattivo) etc. finendo esso stesso per inquinarsi e divenire a sua volta un inquinante .

“Un argomento sicuramente misconosciuto o sconosciuto del tutto è la presenza di sostanze radioattive nel fumo di tabacco. La sostanza radioattiva in questione è il Polonio 210 che emette radiazioni alfa. È un elemento cancerogeno altamente cancerogeno e che provoca e causa praticamente molti danni e soprattutto responsabile, il maggior responsabile della cancerogenesi soprattutto a livello polmonare. Pensate che il danno biologico per esempio di un fumatore che fuma 20 sigarette al giorno per un anno equivale al danno biologico di 300 radiografie, ed è una cosa veramente allarmante, che sia i medici che la popolazione in generale dovrebbe conoscere.” Sono le parole di Vincenzo Zagà (AUSL di BolognaSITAB).

Per poter avere contezza della rilevanza del problema , dobbiamo considerare l’elevato numero di mozziconi prodotti. Le attuali stime parlano di 13 milioni di fumatori ( 1,5 miliardi nel mondo) con una media di sigarette fumate da ognuno di essi pari a 15 sigarette al giorno e conseguentemente da un numero di mozziconi annui immessi i ambiente pari a 72 miliardi all’anno.

Quindi complessivamente sarebbero immesse nell’ambiente ben 324 tonnellate di nicotina, 21,6 tonnellate di gas tossici, 1.440 tonnellate di catrame e condensato, 1.872 milioni di Becquerel (unità di misura della radioattività) etc. etc.

A tutto ciò si aggiunga che la mancanza di legislazione nazionale specifica e la diffusa abitudine a “gettare i mozziconi” dappertutto, amplificano notevolmente l’entità del problema. Un dato per tutti: il 40% dell’ inquinamento del Mediterraneo, è costituito per l’appunto da cicche di sigaretta!

Quali strategie porre in campo per fronteggiare questo fenomeno ?

Ridurre il consumo di sigarette è sicuramente un obiettivo perseguibile ed auspicabile in primis per la salvaguardia della salute dei tanti milioni di fumatori ma non è certo risolutivo del problema di inquinamento ambientale. Per raggiungere significativi e positivi traguardi anche in questo campo, è necessaria l’acquisizione di una mentalità, responsabilità, coscienza da parte di coloro che sono dediti al tabagismo da parte degli amministratori locali, dei datori di lavoro. Con la sinergia di tutti questi diversi attori, ognuno per la propria parte, affermano i ricercatori in conclusione del convegno, può portare a ridurre l’impatto ambientale.

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