Corato, sequestrato depuratore comunale





La Guardia costiera sequestra il depuratore comunale

Sigilli all’impianto di depurazione del Comune di Corato maleodorante. E due persone sono state deferite all’autorità  giudiziaria. Nell’ambito della più ampia attività investigativa condotta dal Nucleo di polizia giudiziaria della Capitaneria di porto – Guardia costiera di Bari coordinata dalla Procura della Repubblica di Trani e che ha portato, di recente, ai sequestri giudiziari dei depuratori delle Città di Andria, Bisceglie, Molfetta e Trani, questa mattina, in esecuzione di decreto emesso dal Gip del Tribunale di Trani, Francesco Zecchillo, su richiesta del Pm Antonio Savasta, i militari della Capitaneria hanno sottoposto a sequestro l’impianto di depurazione della città di Corato, le cui acque reflue, convogliate nel canale “Lama di pietra”, vengono poi scaricate nel mare Adriatico, nella località “Pantano” del comune di Bisceglie. Il provvedimento autorizza la facoltà d’uso dell’impianto, affidato in custodia giudiziaria al dirigente dell’Ufficio tecnico del Comune di Corato, esclusivamente ai fini dell’immediata attuazione delle opere di adeguamento ed all’immediato abbattimento dei valori chimici delle acque di scarico, riscontrati non conformi ai limiti di legge. L’attività investigativa, che ha preso le mosse anche dalle segnalazioni pervenute da molti cittadini coratini i quali avevano denunciato la presenza di insopportabili miasmi maleodoranti provenienti dal depuratore, è stata svolta sotto la direzione ed il coordinamento della sostituto procuratore Savasta. 

Le indagini sono state condotte da militari specializzati del Nucleo i quali, nel corso di numerosi sopralluoghi, hanno constatato lo sversamento di reflui non depurati che imbrattavano le acque marine antistanti, il superamento dei limiti tabellari previsti dalla normativa vigente (decreto legislativo 152 del 2006), nonché la dispersione in atmosfera di emissioni non autorizzate.

  Due le persone indagate: il legale rappresentante dell’Acquedotto pugliese S.p.A. (soggetto gestore dell’impianto), e l’amministratore unico della Pura depurazione S.r.l. (società deputata alla conduzione del depuratore), per reati che attengono a gravi violazioni di natura ambientale.

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