EDILIZIA: rischi occupazionali





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 I recenti risultati rivenienti dal Progetto SYNERGY attuato in diversi paesi europei tra cui anche l’Italia, hanno evidenziato che il personale del comparto edilizia può essere esposto a cancerogeni occupazionali.

In Italia il progetto SYNERGY è stato condotto a Torino, Roma, Veneto e Lombardia e ne è emerso che tra tutti cloro che hanno svolto il lavoro di muratore, la probabilità di ammalarsi di tumore polmonare è del 50% maggiore rispetto a chi non ha mai svolto questa attività.

Ma quali sono le sostanze in grado di determinare il potenziale sviluppo di questa grave patologia ? Dell’amianto si è sempre parlato e la sua cancerogenicità è oramai nota a tutti.

Il dato che invece è stato ampiamente confermato proprio a seguito di questo progetto SYNERGY, è la pericolosità della silice cristallina, che non è nota a molti.

La silice cristallina è un componente essenziale di materiali che da tempo sono variamente impiegati : mattoni, calce, vetro, terracotta etc. Il quarzo è la forma di silice cristallina più comune. Ne consegue che coloro che professionalmente sono impiegati in attività estrattive, minerarie, frantumazione e trattamento delle pietre, fabbricazione di mattoni, pietre refrattarie, calcestruzzo, industrie della terracotta e della ceramica, sabbia, ghiaietto, roccia frantumata, finiscono per inalare, in assenza di opportuni accorgimenti, polvere contenente una percentuale respirabile di silice cristallina. Ovviamente sul lavoro questi individui, inalano una polvere contenente silice cristallina ed altri materiali. La risposta individuale sarà diversa in funzione di vari parametri soggettivi : dimensioni delle particelle inalate, contenuto di silice cristallina, durata, frequenza ed intensità dell’esposizione, caratteristiche individuali dei vari soggetti, precauzioni adottate.

In caso di malattia, la patologia conseguente è la silicosi : una malattia cronica e lentamente progressiva con una progressione anche dopo la fine all’esposizione che si traduce in una alterazione della funzionalità respiratoria ed ostruzione dei bronchi per poi sfociare nei casi più gravi, nella morte del soggetto.

Che la silice potesse essere considerata una sostanza cancerogena, era noto sin dal 1997 allorquando lo IARC ( International Agency for Research on Cancer – Agenzia Internazionale per la ricerca sul cancro) aveva classificato questa sostanza quale cancerogeno di gruppo 1 (carcinogeni umani certi). Ma nel merito non tutto il mondo scientifico era di parere concorde. Oggi, e questa è la novità, il Progetto SYNERGY, ha invece affermato, a seguito delle indagini condotte, così come affermato da Dario Consonni, primo autore di questo lavoro, “L’associazione è plausibile vista l‘esposizione quotidiana a silice libera cristallina. I risultati suggeriscono la necessità di introdurre adeguate misure tecniche per ridurre le esposizioni a polveri di quarzo e di un giusto riconoscimento della natura professionale del tumore polmonare nei muratori (e in altre occupazioni del settore edilizio) da parte degli istituti assicuratori.”

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