Gender: se lo conosci lo eviti. Ma è proprio così?





nicola 1

Gender, parola entrata “prepotentemente” nel gergo comune. Spopola in tv, nei bar, nei migliori salotti. Ovunque. Molti sostengono che con l’introduzione del DDL presto approderà anche a scuola. Ma la Ministra assicura – “Mai nelle scuole!”. – Tutti dicono di conoscere e sapere cos’è. Per i più è quella teoria che negherebbe l’esistenza delle differenze sessuali, sostenendo che maschio e femmina sono la risultanza di una mera costruzione sociale. Dunque, non più maschile o femminile nè padre o madre ma genitore1 e genitore2. Certo non è facile individuare i principi filosofici, culturali e finanche storici dell’ideologia Gender. E questo genera confusione e si sa che la confusione, spesso, de-genera in “fantasiose” fuorvianti considerazioni. Cerchiamo di fare chiarezza con il professor Nicola Incampo, esperto del servizio nazionale dell’IRC della CEI nonché direttore della diocesi di Tricarico e responsabile regionale della pastorale scolastica della Basilicata. Autore di numerosi libri tematici e da anni responsabile per l’area IRC del sito www.culturacattolica.it , con cui risponde ai tanti quesiti sull’IRC di natura, perlopiù, giuridico- amministrativo.

Professore l’introduzione del DDL porterà anche l’insegnamento gender nelle scuole?

Della Buona Scuola si è detto di tutto e di più, però c’è qualcosa che mi preoccupa tanto.

È il comma 16. Dove si spiega come combattere il bullismo e la diversità in genere. In realtà io credo possa funzionare da “cavallo di Troia” per far passare la “teoria di gender”.

Ma che cosa è veramente la teoria del gender?

Si tratta di una filosofia della sessualità di recente “concezione”. Secondo cui , per dirla alla Benedetto XVI, il sesso non è più un dato naturale ma un ruolo sociale. Insomma, l’uomo nega la propria natura precostituita e decide di crearsela da sé.

Quali sono i rischi secondo lei?

Il rischio deriva essenzialmente dalla sua natura profondamente distruttiva sia contro la persona, sia contro le relazioni interpersonali, e quindi tutta la vita sociale. Pensiamo ai nostri ragazzi. Il fatto di considerare il sesso biologico come una sorta di violenza contro la natura umana da cui l’uomo deve assolutamente liberarsi, è antropologicamente pericoloso.

Professore, cosa consiglia a genitori e docenti?

Di fare attenzione a cosa c’è scritto nel POF. Io per esempio scarterei tutte quelle scuole che hanno progetti educativi come, “Educazione alla effettività”, “Educazione sessuale”, “Omofobia”, “Superamento degli stereotipi”, “Relazione tra i generi”, perchè dentro questo progetti , spesso, si nasconde l’indottrinamento del gender.

I genitori come possono difendersi?

Uno strumento è il patto di corresponsabilità educativa (DPR 235/97) che ogni scuola propone ai genitori. Inoltre, ricordo che è un diritto di ogni genitore sapere chi svolgerà la lezione, i contenuti, chi ha autorizzato l’intervento, chi è il relatore e quali sono la basi scientifiche che garantiscono tale progetto. Poi è il caso di ricordare che solo i genitori sono legittimati a concordare e condividere i contenuti di una genuina educazione alla affettività per i loro figli, naturalmente rispettandone la sensibilità nel contesto del valore della persona umana.

Un invito ai genitori.

Quello di informarsi sempre. In modo da poter fornire ai propri figli, senza timori e confusioni, un adeguato supporto formativo e scientifico in base alla loro età così da proteggerli e prepararli a fronteggiare la teoria del gender (e non solo).

 

Commenti

Commenti


Condividi