La “vita” in un flash.





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Spazio e tempo volontariamente “trattenuti” in una immagine che, a volte, può “togliere” il respiro. Tutto diventa più nitido e vivo mentre nei ricordi si fa largo quell’istante “scolpito” che niente e nessuno potrà mai cancellare. È un attimo, certo, che tuttavia può evocare sentimenti da “brivido” perchè, si sa, lo scatto di una foto, rappresenta sempre quel frammento di eternità che noi tutti vorremmo possedere.

Gli scatti di MARCO SACCO, giovane ingegnere barese, esprimono questo e tanto altro ancora. Alla spensieratezza del fotografo, vagabondo e solitario, Marco, unisce la curiosità e la sensibilità verso il sociale.

– Il mio interesse per la fotografia – racconta – è nato ai tempi dell’università e si è gradatamente consolidato. Devo ammettere che sin dal primo momento è andato verso l’uomo e la società. Sì, perché per me la fotografia era e rimane strumento ideale per testimoniare la realtà e il fluire della vita. –

Dunque, immagini mozzafiato che per l’autore rappresentano passione e impegno sociale imprescindibilmente congiunti.

– Perché la mia – continua Marco – è sicuramente fotografia d’arte che può, però, diventare reportage di denuncia e informazione. Infatti, molti dei miei progetti fotografici raccontano fatti di vita reale, dall’immigrazione alla prostituzione di strada. Il mio desiderio, infatti, è stato ed è quello di riportare e trasmettere storie vere, di uomini e luoghi, che nel tempo inesorabilmente cambieranno e, a volte, si “dissolveranno”, senza lasciare traccia e ricordo della loro esistenza. –

www.marcosacco.net

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