Maria Gabriella Finizio: la nonna “Gina” di tutti e per tutti





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Una penna a sfera scorre lentamente su fogli bianchi nel silenzio di una stanza affollata da personaggi immaginari, colori, paesaggi incontaminati. In un’ampolla di ricostruzioni creative, con tuffi negli anfratti della “magica scatola cranica”, papere, gattini, cani, topolini, canguri e barlumi autobiografici sulla scia del ricordo, prendono istantanea vita. Sono osservazioni, riflessioni profonde sul senso delle cose e sul ruolo che noi siamo chiamati ad assolvere ogni giorno come padri, madri, figli, donne, uomini. Saltellando qua e là, di pagina in pagina, fotografie in bianco e nero, immagini, disegni ricostruiscono cocci di profonda morale e passato. Da qui ha origine un nuovo viaggio che da bambina, a donna, moglie, madre consente al lettore di riposizionare i tasselli di una vita e ridarle vita. Tutto s’incrocia, tutto vola al di là di una realtà desaturata acquisendo colore, energia ed emozione. Nonna dalla grazia innata, gentile, premurosa e con una dolcezza ostentata in ogni gesto, movenza e, soprattutto, nel colore di una voce che scalda il cuore. Un potere ascrivibile a pochi, capace di ibernare occhi e orecchie consentendo alla mente di galoppare verso mondi inesplorati… Lei, la nonna di tutti e per tutti, moderna, colta e viva grazie ad una penna e una tastiera che, ogni giorno, divengono lo strumento tangibile, scolpito nell’anima, di una ricerca; la ricerca di un mondo dove adulti, bambini e anziani possano coesistere nel rispetto reciproco e nella custodia di quei valori che rendono una vita degna di essere vissuta senza troppi “perché”, senza sterili narcisismi, senza violenza, senza opportunismo ma solo con la consapevolezza piena che donare parte di sé agli altri sia la testimonianza più straordinaria, miracolosa e incredibilmente vera del nostro passaggio, restituendoci il mistero dell’immortalità. Seguiamo l’onda dell’immaginazione creativa di questa nonna senza tempo entrando nel calore del suo cantuccio.

Nonna Gina, ormai tu sei per tutti “la nonna delle fiabe”. I bambini, grazie ai tuoi racconti, si catapultano in un mondo ricco di colori, immaginazione e magica atmosfera. Avresti mai immaginato che Città dell’Infanzia ti avrebbe consacrato  - simbolo della tradizione e del calore familiare – facendoti divenire punto di riferimento per bambini e famiglie?

- Sono sempre stata una bambina che sognava di scrivere favole e poi raccontarle a scuola a tanti bambini. Da grande, mai avrei pensato che il mio sogno potesse diventare realtà, e con le mie favole insegnare a fantasticare a grandi e piccini. -

I nonni sono un patrimonio essenziale nel percorso di crescita dei bambini. Costituiscono quel trait d’union che consente di abbracciare tre generazioni di cui, quella della terza età, è essenzialmente legata al concetto di saggezza. Come consideri i bambini di oggi? Pensi che si possa ancora conservare la profondità e il calore propri di un’epoca fatta di cose semplici? Che differenze riscontri rispetto al passato?

- I bambini di oggi sono dotati di una voglia di fare e di scoprire, sono sempre alla ricerca di tanti perché, e mentre nel passato i perché restavano irrisolti, adesso loro, grazie alla tecnologia e a genitori molto preparati nel loro ruolo, vanno fino in fondo alle cose. Ma alla fine restano bambini con tante domande a cui si (soprattutto “ci”) danno  delle risposte. Sono sempre i nostri bambini a cui raccontare favole. -

Nella rubrica “Pensieri di nonni” su cittadellinfanzia.it, i tuoi personaggi prendono vita. Che filo conduttore segui nella pubblicazione dei tuoi racconti? Quali insegnamenti si celano dietro la creatività che prende vita attraverso una penna?

- Nei miei racconti seguo un filo conduttore che si chiama FANTASIA, ma alla fine c’è anche tanta realtà e tanta vita quotidiana che i miei protagonisti affrontano giorno dopo giorno. E poi cerco di mescolare il tutto con tanto amore. -

Hai sempre sostenuto che “Città dell’Infanzia” sia stata per te salvifica. Èun onore sapere di aver dato vita ad un sogno che per molti è divenuto una realtà che non conosce confini tanto da divenire essenziale. Tu hai sempre creduto nel progetto e nelle persone che lo hanno concretizzato. Perché? Cosa ti spinge a riporne fiducia incondizionata?

- Sì, “Città dell’Infanzia” mi ha aiutata a realizzare un sogno grandissimo che mai avrei immaginato di poter vivere. Tutto questo grazie a due capitani coraggiosi, che per primi hanno creduto nel progetto e io sono con loro e con tante persone che, come loro, ci insegnano, credono nell’amicizia, nell’amore verso il prossimo e… tutti insieme per un’unica causa: colorare il mondo dell’infanzia e dei bambini avvolgendoli in un grande arcobaleno di amore.-

Sono sicura che dietro ogni nostra azione, ogni incontro, ogni relazione ci sia sempre un disegno insondabile che ci spinge ad attraversare sentieri, sormontare ostacoli, cadere, rialzarsi. Il nostro incontro, occorso in modo del tutto naturale, ha fatto nascere una scintilla che ci ha reciprocamente legati regalando e regalandoci emozioni. Territorio a misura di bambino… Pensi che la goccia stia scavando la roccia della superficialità, del vacuo e dell’inettitudine? Ce la faremo?

- La prima volta che ci siamo incontrati, guardando due meravigliosi occhi celesti che ci spiegavano cosa fosse “Città dell’Infanzia”, per me è stato amore a prima vista. Amore per condividere insieme a tutti le nostre emozioni, che quotidianamente ci regala questo progetto. Sì, cara dottoressa Gisotti, penso che la goccia abbia già scavato la roccia della superficialità, del mutismo, dei tanti “forse…non so…vedremo”. Noi siamo avanti e ce la faremo perché siamo una grande famiglia con a capo due capitani coraggiosi che ogni giorno ci indicano la via da seguire. Grazie a “Città dell’Infanzia”, grazie a voi bambini, e vi prometto che ogni mattina uscirò per le strade cercando colori per colorare il mondo, il vostro mondo. -

Percorriamo le strade del cuore sfogliando pagine di vita. Passalaparola.net e Cittadellinfanzia.it

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