Oggettivando il fascino intelligente. Roberta Di Lernia: la psicologa omnicomprensiva.





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“La verità è bellezza, la bellezza è verità”. Come non ricorrere al Romantico John Keats per descrivere l’ideale incarnato da questa ingegnosa ninfa? Drammaticamente abituati, da tempi immemori, a credere che un “essere” dall’aspetto ammaliante, appartenente al genere umano femminile non sia, quasi mai, sostenuto dalla presenza di sostanza grigia che ne certifichi abilità intellettive, si è concesso libero sfogo al torrente di osservazioni superficiali sorrette da qualunquismi e asserzioni pour parler. Qui, al contrario, siamo di fronte alla confutazione incontrovertibile di una becera tradizione di pensiero. Caparbia, studiosa, professionista eccelsa, animo sensibile, questa meravigliosa psicologa è una donna decisamente omnicomprensiva. Perfetta sintesi tra bellezza e intelligenza, intinta di peculiarità uniche come nobiltà di pensiero e spirito di sacrificio, doti, d’altronde, comprovate nel DNA familiare. Siamo in presenza di virtù che abbattono, magicamente, le barriere del pregiudizio attraverso un uragano di certezza:  NOI determiniamo il nostro destino e gli eventi costituiscono indizi in un percorso che ci condurrà a scoprire il tesoro sulla mappa della vita. Dobbiamo solo imparare a guardare oltre l’orizzonte, persuasi che ognuno di noi abbia un compito ben preciso e che siamo, quotidianamente, chiamati ad onorare quel dono prezioso che ci regala respiro e pensiero convertendolo in sapienza, conoscenza e consapevolezza da tramandare a chi calpesterà lo stesso o differente suolo dopo di noi. Sì, Roberta rende possibile oggettivare il fascino intelligente. E, come in un poema romantico, cerchiamo di aprire le porte del cuore di questa psicologa quasi leggendaria.

Roberta, tu mi hai affascinato immediatamente per la tua capacità di coniugare un aspetto estetico infinitamente gradevole e un livello di competenza elevato come professionista psicologa. Cosa ti ha spinto a divenire milite nel  difficile, quanto straordinario, percorso progettuale di Città dell’Infanzia?

-Ho scelto di far parte di Città dell’infanzia perché credo nel sogno di costruire un mondo a misura di bambino. La considero una vera e propria missione “realizzabile”, perché sono convinta che, se si crede fortemente in qualcosa  e  se tale pensiero è accompagnato dall’azione  “proattiva”, è possibile raggiungere qualsiasi risultato sperato. Non sono ancora mamma ma sono zia di 4 splendidi bambini (due bimbi e due bimbe) e mi sento direttamente responsabile della costruzione di questo nuovo mondo. Non solo, ho scelto di far parte di questa  grande famiglia perché amo il mio lavoro e soprattutto amo lavorare in team, lo ritengo il mio habitat naturale. E’ proprio nel lavoro di squadra che sento di poter esprimere al meglio  le mie competenze. L’interazione di competenze  tra diverse professionalità, nel momento in cui vengono definiti e poi attuati i progetti, ritengo sia un momento di arricchimento ed in particolare per me rappresenta vera e propria  linfa vitale.  Infatti, sin dal primo momento del mio ingresso in Città dell’Infanzia, ho collaborato con alcune delle figure professionali  facenti parte dell’associazione,  per la realizzazione di  screening di prevenzione e momenti  di psicoeducazione. Insomma, uno dei miei motti è “l’unione fa la forza”, l’individualismo invece porta solo ad un compiacimento  narcisistico per nulla produttivo . L’emozione dovuta al successo, in seguito alla riuscita di un progetto, è indescrivibile e rappresenta uno stimolo per poter sognare di raggiungere obiettivi sempre più importanti. -

Nella rubrica “psicologia”, su cittadellinfanzia.it, le tue argomentazioni seguono il filone legato alla Terza Età e aspetti psico-emotivi  della genitorialità. I tuoi approfondimenti pongono l’accento sulle varie dinamiche familiari che circondano il bambino, con particolare attenzione anche ai nonni. In altre parole, un bambino può esser felice solo in una famiglia felice. Quanto questo concetto ritieni sia interiorizzato nelle figure che circondano il minore?

-Si, nella rubrica “Psicologia” scrivo articoli legati alla genitorialità, in particolare, nei miei elaborati affronto la tematica del momento magico della gravidanza e degli aspetti psicologici ad essa correlati ponendo attenzione sull’importanza del contatto “pelle a pelle” tra la mamma e il suo neonato,  in quanto ha effetti positivi sullo sviluppo fisico, psicologico e sociale del bambino e facilita la formazione di un legame di attaccamento sicuro tra la neo- mamma e suo figlio. Credo molto nell’importanza del contatto come canale per l’espressione delle emozioni,  come la Marsupioterapia,  attualmente utilizzata soprattutto con bambini prematuri , ma efficace anche con bambini nati a termine,  che consiste nel porre il neonato vicino al seno della madre e con la testa girata, in modo che possa ascoltare il suo battito cardiaco. Questa tecnica è in grado di influenzare in modo positivo lo sviluppo neurologico e psicologico del bambino, favorisce l’allattamento materno, migliora la qualità del sonno del piccolo, promuove l’attaccamento.  Nella rubrica scrivo articoli che hanno come protagonisti i nonni , considerati oggi come una preziosa risorsa per la famiglia. Nonni non si nasce, ma si diventa e divenire  nonni significa arricchire la propria vita grazie ad un nuovo rapporto,  trasmettere alle nuove generazioni valori e conoscenze, supportare figli e nipoti facendo riferimento alle proprie esperienze di vita. La serenità del bambino dipende dall’armonia familiare, nella quale un importante ruolo è rivestito dai nonni. Mi preme sottolineare che la famiglia “Felice” in assoluto non esiste, ma esiste la famiglia che si adatta ai cambiamenti che il bambino vive nelle diverse fasi di sviluppo;  la famiglia felice è caratterizzata da un clima sereno  ed è funzionale alla crescita del minore. Di questo non sempre i genitori sono consapevoli, ecco perché molto spesso il supporto di uno psicologo può facilitare in positivo  il clima familiare in determinati momenti di crisi che, come sappiamo, possono essere occasione di cambiamento in senso positivo. -

La maternità è un dono. Non è concesso a tutti godere di quella “biologica”. Tuttavia, anche la maternità adottiva riserva emozioni meravigliose e legami cardiaci che testimonianze dirette hanno permesso di condividere suscitando forte coinvolgimento. Questo è stato l’oggetto dell’ultimo convegno Fidapa BPW Italy – Corato, il 7 maggio, durante il quale  hai rappresentato Città dell’Infanzia, su invito della Presidente Angela Quinto. Raccontaci qualcosa di più di questo incontro …

-Sono stata molto felice di aver preso parte in qualità di psicologa e socia di Città dell’Infanzia  a questo  incontro molto interessante, nel quale è stato sottolineato il concetto di generatività, non solo attribuibile alla capacità riproduttiva, ma soprattutto  alla capacità di essere emotivamente disponibili a  prendersi cura dell’altro. E’ stato un convegno  emozionante nel quale le testimonianze di mamme adottive e figli adottati sono state in grado di toccare il mio cuore e quello di coloro che erano presenti quel giorno. Mamme e figli hanno ricordato, da prospettive diverse, episodi non sempre facili e lineari del percorso adottivo, descrivendo emozioni di profonda sofferenza, ma anche di straordinaria speranza e amore nel momento di realizzazione della fusione familiare.

Le mamme adottive sono mamme speciali, spinte da un amore istintivo e profondo che  spesso si ritrovano in paesi sconosciuti per donare amore ad un bambino bisognoso di una famiglia, da sempre sperata  ed immaginata.

Essere genitori di figli adottivi è un percorso complesso, prima di tutto perché l’iter che conduce all’adozione può essere un cammino tortuoso nel quale è fondamentale avere coraggio. Coraggio che hanno dimostrato di avere  le mamme  testimoni della loro storia durante il convegno.-

Si perde, spesso, di vista il concetto di “centralità” del bambino; un assioma che deve necessariamente includere le mura di cinta che fungono da sistema protettivo: famiglia e  scuola. Vi è, attualmente, un adeguato supporto per le famiglie nell’arduo processo di crescita del bambino? Quanta attenzione viene posta alle dinamiche familiari e scolastiche in ambito psico-educativo?

-Si parla molto di “centralità del bambino”,  ma ahimè ancora non viene fatto abbastanza, affinché si possa parlare , passatemi il termine, di società “bambinocentrica”. La scuola, almeno nella maggior parte delle città del sud, non considera lo psicologo  come figura  indispensabile  all’interno del sistema scolastico, capace di sostenere  la famiglia e il bambino,  durante le diverse fasi di sviluppo. Attualmente, mi occupo di assistenza specialistica scolastica per bambini con diverse disabilità e mi rendo conto di  quanto molto spesso la scuola non sia preparata  nel rapportarsi in maniera adeguata in primis con i bambini “normodotati”  e poi con quelli  diversamente abili. Uno specialista psicologo, all’interno di tutte le scuole,  potrebbe essere una risorsa importante e una guida per insegnanti, famiglie e bambini, in grado di facilitare una programmazione didattica utile, non solo per acquisire conoscenze,  ma soprattutto per far sì che il bambino cresca psicologicamente equilibrato nella nostra società.-

Città dell’Infanzia è ormai una realtà tangibile e, da sempre, corre controcorrente versa la realizzazione della sua mission: territorio a misura di tutti i bambini. Probabilmente, l’idea in sé è troppo pretenziosa e arguta per essere compresa in modo massivo. Noi siamo convinti, però, che solo procedendo senza distrazione alcuna, verso l’obiettivo, si potranno ottenere validi risultati. Come vedi, tu, questa corsa inarrestabile? Avrà un lieto fine?

-Sicuramente credere in qualcosa di così nobile è sicuramente un primo passo per la riuscita di un progetto importante per noi e le generazioni future. Se poi  si è animati  da entusiasmo e spirito di iniziativa, sentimenti che contraddistinguono  noi  di Citta’  dell’Infanzia,  non ho dubbi che questa   corsa porterà al raggiungimento di risultati e alla realizzazione di progetti preziosi per la famiglia. Io cerco di dare il meglio di me come professionista e come donna e spero che con il passere del tempo sempre più famiglie possano unirsi  e procedere sul nostro meraviglioso  cammino. -

Intessiamo il nostro poema sulla meraviglia di una verità senza tempo. Passalaparola.net e Cittadellinfanzia.it, insieme.

 

 

 

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