Rumore, suono.Due fenomeni acustici per certi versi simili ma nello stesso tempo diversi.





suono

Il RUMORE fenomeno percepito dall’orecchio umano come qualcosa di sgradevole.

IL SUONO, ugualmente una variazione di pressione dell’aria percepita però dall’orecchio umano come “gradevole”. 

Ovviamente trattasi di una distinzione abbastanza macroscopica rimandando alla fisica una più scientifica distinzione tra i due fenomeni.

Il RUMORE. Sicuramente l’agente inquinante più diffuso negli ambienti di lavoro ma nel contempo molto diffuso anche in ambienti di vita extralavorativi : si pensi al rumore causato dal traffico stradale, ferroviario, aereo prodotto dai velivoli in fase di decollo ed atterraggio; ma anche dalla sociacusia. Vale a dire esposizione al rumore durante le attività ricreative come ad esempio l’ascolto della musica ad alto volume, la pratica di alcuni sport (attività venatoria etc), la frequentazione di discotecheetc.

Ancora una volta senza entrare nel tecnicismo, diciamo solo che l’intensità del rumore si misura in dB (decibel) e che, per quanto riguarda gli ambienti di lavoro, sono operanti precisi adempimenti a carico del datore di lavoro : valutazione del rischio rumore – adempimento che periodicamente deve essere ripetuto -, misurazione dei livelli di intensità, tempi di esposizione e quant’altro, eliminazione delle fonti di rumore e se ciò non è possibile organizzazione del lavoro in modo tale che il minor numero possibile di lavoratori sia esposto. Al superamento di valori, predefiniti dalla normativa vigente, devono essere poste in essere una serie di azioni : informazione formazione dei lavoratori interessati, sorveglianza sanitaria, adozione di specifici dispositivi di protezione etc.

Ma perché tutto questo “interesse” per questa forma di inquinante fisico ?

Semplicemente perché il rumore, quando di intensità elevata e/o protratto nel tempo, “nuoce gravemente alla salute” ! E’ un elemento di stress ambientale che ha un notevole impatto sulla salute e sul benessere fisico, mentale e sociale dell’uomo.

Non provoca solo ipoacusia (diminuzione della capacità uditiva cioè difficoltà a percepire i suoni durante una conversazione, al telefono, ascoltando radio, TV etc.) ma anche sordità totale. Ma nel contempo è responsabile anche di effetti extrauditivi: a carico dell’apparato cardiovascolare, con fenomeni di vasocostrizione periferica già a livelli di esposizione di 70 dB ed un aumento della pressione arteriosa per valori superiori a 90 dB. A 95 dB si osservano problemi all’apparato respiratorio, digerente,endocrino e gastroenterico, diminuzione dell’attenzione, insonnia, irritabilità ed addirittura sindromi ansioso-depressive.

Il rischio di IPOACUSIA insorge in seguito ad una esposizione prolungata a livello di rumore pari o superiore a 80 dB per 8 ore giornaliere.

Nei settori manifatturiero e minerario, il 40 % dei lavoratori è esposto a livelli di rumore significativi per più di metà della propria giornata lavorativa. Nel settore edile, questo valore può raggiungere il 35 %, mentre in molti altri settori, compresi l’agricoltura, i trasporti e le comunicazioni, il valore si aggira intorno al 20 %.

Il rumore è considerato un problema anche nei settori dell’istruzione, della sanità e della ristorazione.

  • Uno studio sul rumore nelle scuole dell’infanzia ha riscontrato livelli medi di rumore superiori a 85 dB.

  • Durante una performance del “Lago dei cigni”, il direttore d’orchestra viene sottoposto a 88 dB.

  • I conducenti di autoarticolati possono essere sottoposti ad 89 dB.

  • Il personale dei night-club può essere esposto a 100 dB.

(Fonte: Agenzia Europea per la sicurezza e la salute sul lavoro)

La legislazione sia in campo lavorativo che per quanto attiene gli ambienti di vita (Vedasi Direttive Europee recepite in Italia con specifici Decreti) esiste e deve essere rispettata e fatta rispettare.

Se ognuno però facesse per un attimo mente locale su quegli che sono gli effetti deleteri che un’esposizione al rumore provoca, probabilmente ogni anno si registrerebbero meno denunce di malattie professionali per questa patologia e sempre meno persone “ascolterebbero in maniera migliore” ! Ma un vecchio proverbio dice: non c’è miglior sordo di chi non vuole ascoltare !

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