Verona,l’Amarone espressione di qualità del Made in Italy





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Un’anteprima dell’Anteprima Amarone 2010 all’insegna del prodotto Valpolicella inteso come vino, gastronomia, paesaggio e cultura, per la prima volta sabato 25 gennaio  il Consorzio del Valpolicella ha convocato i giornalisti di settore e non  da  tutto il mondo, dall’Asia (Malesia e Giappone) ,Stati Uniti e Canada,  Russia, Europa (Svizzera, Belgio, Spagna) e  Brasile coinvolgendo i mercati tradizionali e quelli emergenti.

In mattinata si è tenuto un ripasso sulle potenzialità dell’Amarone in quanto massima espressione di qualità del food Made in Italy nel mercato mondiale.

Ad approfondire questo aspetto  il prof. Andrea Marchini, dell’Università degli Studi di Perugia, che ha illustrato  una serie di dati sui vini di alta qualità tra innovazione e promozione e i percorsi strategici nella prospettiva 2020.

L’obbiettivo del  Consorzio è quello di non aumentare la produzione annua delle bottiglie, ma di salvaguardarne la qualità,  anche quest’anno la produzione dell’Amarone si attesta  su 13,4 milioni di bottiglie di cui il 90% destinate all’esportazione (costo medio  €. 30,00  a bottiglia).

Il successo di questo vino ha generato speculazioni e contraffazioni in tutto il mondo, a maggior tutela  il Consorzio ha presentato  ieri  il nuovo marchio  che riunisce le lettere C T e V che  stanno per  Consorzio e Cura , Tutela e Territorio , Vino e Valpolicella.

Uno dei momenti più attesi: la presentazione dell’annata 2010 a cura del Vicepresidente del Consorzio Daniele Accordini , qui  i giornalisti sono stati  chiamati a conoscere di persona l’Amarone 2010 Docg nelle diverse interpretazioni dei produttori e nel carattere delle cinque vallate della denominazione nella  degustazione a loro riservata.

 L’accesso è stato  consentito nel pomeriggio di sabato 25 gennaio, dalle 16 alle 19, e nella giornata di domenica 26 gennaio, dalle 10 alle 18 ( ingresso €. 25,00) a tutti gli eno-appassionati.

Qui, ai banchi delle aziende, oltre all’annata protagonista, era possibile scoprire anche altre punte di eccellenza delle singole produzioni, immancabile il buffet a base di prodotti tipici veronesi accuratamente selezionati per la loro qualità.

Il pubblico avrà quest’anno un ruolo importante, dato che sarà chiamato ad esprimere le proprie preferenze attraverso un concorso per wine lovers.

All’ingresso infatti  è  stata consegnata una cartolina che compilata e restituita prima di uscire darà  la possibilità di votare, a propria discrezione, i tre migliori vini degustati.

Tra le cartoline saranno estratti tre vincitori che potranno usufruire di una degustazione personalizzata gratuita in una delle aziende da loro stessi indicate.

“ L’ obiettivo  dell’iniziativa  è far conoscere ai consumatori di tutto il mondo il vino Valpolicella dentro un contesto naturalistico e culturale, per questo i nostri sforzi sono mirati a sviluppare una crescita della qualità in vigneto e dell’interazione tra vigneto e paesaggio, attraverso due temi: quella della ricerca agronomica e quella dell’enoturismo legato alla valorizzazione del territorio.

Il direttore del Consorzio Olga Bussinello, durante il suo intervento ha  spiegato la qualità del prodotto  in tutti i suoi aspetti ,  e gli sforzi che il  Consorzio ha fatto negli ultimi 3 anni, con la formazione rivolte ai produttori sulla gestione del vigneto in termini di sostenibilità ambientale».
Sul fronte della ricerca agronomica, commissionata dal Consorzio del Valpolicella, due i vitigni autoctoni entrati a pieno titolo nel disciplinare dell’Amarone, l’Oseleta e lo Spigam
onti.

In Veneto ci sono 53 vitigni autoctoni riconosciuti e di questi 15 nel Valpolicella.
Il Valpolicella  è un territorio che conta su un clima e un suolo assolutamente unico: dal serbatoio di calore del lago di Garda si arriva fino alla Val d’Illasi dove l’escursione termica è maggiore, inoltre dai terreni calcarei della zona classica si arriva a lambire i terreni più vulcanici della Val d’Illasi e Val di Mezzane.

Questo dà origine a produzioni di Valpolicella simili ma con sfumature diverse,  i vitigni dai quali si ottiene l’Amarone  sono la  Corvina, la Rondinella e la Molinara,  un patrimonio enologico ed economico che dal 2010 vanta il marchio Docg e il cui valore va tutelato e rilanciato puntando sul mantenimento dell’alta qualità.
L’Anteprima Amarone 2010  ha offerto la possibilità di verificare tutte queste sfumature degustando l’Amarone della vendemmia 2010 di 58 produttori veronesi.

L’Amarone  è prodotto  con uve lasciate ad appassire per  100/120 giorni al fine di perdere l’acqua  e concentrare gli zuccheri, percentuale di alcol  tra il 14 e 16%, può invecchiare  facilmente per dieci anni,  infatti la produzione presentata ieri  ( annata 2010)  risulta ancora  un po’ troppo giovane, è un vino  mediamente corposo,  ricco e rotondo,  colore  rosso rubino con riflessi granati, sentori di frutta rossa con note di vaniglia.
Per chi volesse approfondire  l’argomento il Consorzio del Valpolicella ha presentato la nuova App scaricabile su smartphone e tablet, in italiano e inglese, in cui si possono geolocalizzare tutte le cantine del Valpolicella, tutti i luoghi di interesse culturale/artistico e le strutture adibite all’ospitalità.

Mangino Michele

 

 

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