Blitz e nuovo ospedale Bat





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L’azione dell’assessore regionale alle Politiche della Salute – dichiara Pina Marmo – è condivisibile nell’ottica di motivare ancora di più tutti coloro che operano nella Sanità pubblica e d’uno sprone a fare meglio. Bene ha fatto, dunque, Elena Gentile ma non vorrei che ci si limitasse soltanto a questo. Ricordo che la Giunta Regionale, con la deliberazione n° 613 del 3 marzo 2010, approvò le Linee guida per l’attivazione, nell’ambito del Servizio sanitario regionale della Regione Puglia, delle attività e progetti di Partenariato Pubblico – Privato (PPP) e di Project financing (finanza di progetto) finalizzati alla realizzazione di nuove strutture sanitarie pubbliche ad alto contenuto tecnologico e assistenziale”. Si trattava di un provvedimento – specifica Pina Marmo – che creava le premesse operative e dettava le procedure per attuare il percorso amministrativo e di progetto per la realizzazione di nuove strutture sanitarie. In particolare, la deliberazione stabiliva una sorta di priorità per la costruzione del nuovo ospedale nella Bat”. Invece – continua Pina Marmo – tutto sembra essersi fermato e nessuno parla più della costruzione del nuovo ospedale. Cosa è successo? Perché questo silenzio? Conosco Elena Gentile per la sua competenza e per la sua energica determinazione. Auspico, quindi, che la questione del nuovo ospedale sia riportata al centro dell’agenda politica e che siano ripristinati quei fondi che, già destinati alla costruzione del nosocomio della Bat furono dirottati dall’allora assessore Fabiano Amati verso quello di Ostuni-Fasano-Cisternino in modo scorretto.”

Spero che l’assessore Gentile, – sottolinea Pina Marmo – avendo l’esatta conoscenza delle problematiche della Sanità regionale, guardi alla provincia Barletta-Andria.Trani con la stessa attenzione degli altri territori pugliesi anche in considerazione del popoloso bacino d’utenza – circa 400.000 abitanti – che si rivolge alle strutture sanitarie. Non è un segreto per nessuno che si allungano le liste d’attesa e l’ADI (Assistenza Domiciliare Integrata) procede ancora a rilento per le note carenze di personale”.

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