Disturbi da ansia e panico: le persone più vicine a chi soffre.





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So benissimo che ci siamo lasciati con lo stesso argomento, ma oggi vi parlo della parte peggiore dei disturbi da ansia e panico: le persone più vicine a chi soffre.

Dovete sapere che se la matematica non è una opinione, e sette persone su dieci, soffrono di ansia, se 5 persone su 10 sono oggetto di stati ansiosi di grave entità, e se 1 soggetto su 10 soffre di crisi di panico, anche gravose, allora certamente nella sfera dei vostri affetti, dei vostri amici, parenti o conoscenti, c’è qualcuno che soffre di questi disturbi.

Probabilmente avete avuto a che fare con i “momenti delicati” e non solo non avete avuto modo di riconoscerli, non solo non avete avuto modo di aiutare, ma addirittura potreste aver detto o fatto qualcosa che abbia peggiorato la situazione.

Non è colpa vostra, ma potreste aver contribuito al malessere della persona cara!

Andiamo in ordine, e togliamoci dagli occhi quel filtro che ci fa pensare agli stati d’ansia e panico, come qualcosa che appartiene ad una categoria di persone con il marchio, o che si trovano da qualche parte, in un mondo parallelo… e soprattutto smettiamo di voler dispensare consigli solo perché la figlia della sorella della cugina prendeva gli ansiolitici. Ma soprattutto togliamoci dal cuore la pessima abitudine di generalizzare e sminuire le difficoltà del soggetto ansioso ad avanzare nella sua esistenza.

Immaginate chi soffre di ansia notturna, notti e notti a rigirarsi il cervello, senza riposo, senza ristoro, eppure il giorno seguente conduce una giornata “normale”, vi siete mai chiesti come possa fare un comune mortale ad andare avanti mesi ed anni, con il sonno ristretto e le giornate dai ritmi convenzionali? Dobbiamo capire che costoro, sviluppano una grande forza, una grande resistenza, ma più cresce la resistenza, più aumenta la tensione, ed il circolo vizioso si allarga, ed in tutto questo l’unica cosa che non serve è qualcuno che dispensi consigli. Nessuno ha piacere di sorridere pur sapendo di essere allo stremo delle forze fisiche e morali. Credetemi accade che spesso sotto i vostri occhi e non ve ne accorgete, i sintomi più lievi e meglio tollerati, sono improvvisi brividi, vertigini improvvise, strani sbandamenti nel movimento. In quei momenti il disagiato percepisce un senso pericolo, e tutta la chimica risponde a quella percezione, anche se apparentemente non c’è una situazione di allarme.

Allora l’ultima cosa da fare è ridere, chiedere continuamente al soggetto che cos’ha, perché sta così, cercare di convincerlo che è tutto a posto. Basta.

Non ridete, se avete la fortuna di stare bene, abbiate rispetto e umanità verso gli altri,

non chiedete “ma cosa c’è, che cos’hai”?  non lo sa! Razionalmente non ha una risposta da darvi! La sua percezione non è razionale in quel momento, e avere una crisi che un altro non capisce… è frustrante per il soggetto che si sentirà incompreso e timoroso di essere matto! Se non avete strumenti per aiutare, ve ne suggerisco io uno efficace, il silenzio. Oppure potete spostare l’attenzione sulla sensorialità, su qualcosa da vedere, un profumo, un suono o rumore qualunque.

Altra domanda assurda è “perché”? perché ti vengono queste crisi, perché ti fai turbare dal niente, vedi non accade niente è tutto a posto. Non c’è un solo perché alle crisi di ansia e panico, ce ne sono mille, mille motivi che hanno segnato il soggetto nel tempo, anche se poi la crisi si manifesta ora! E non è vero che è tutto a posto, non è tutto a posto quando il soggetto si sente svenire, con le vertigini ed un senso di derealizzazione (sensazione di vivere nell’irreale). Come volete che sia tutto a posto, non contribuite al senso di frustrazione, non indagate non fate domande, forse sono le indagini continue che l’hanno condotto ad essere così ansioso e impaurito.

Se credete, potete assumere un atteggiamento rassicurante, privo di giudizio, una crisi è una crisi, se arriva deve anche andare via, siate pazienti, non soffocate il soggetto, se vi riesce sorridete, dato che il sorriso ha potenzialità illimitate.

Chissà quante volte avete notato una persona vicina a voi, che da un momento all’altro, senza fare scale, sforzi o alterarsi, è andato in affanno anche solo parlando, magari con manifestando freddo o brividi, o manifestando un leggero tremore negli arti, ho visto un uomo cercare di fare l’indifferente mentre una crisi lo ha colto mentre portava alle labbra la tazzina del caffè in un bar. Accanto a lui un “amico, credo, se ne prendeva gioco, parole scherzose certo, ma in quel momento quell’uomo era troppo preso dalla sua crisi, dal tentativo di gestirla e dal tentativo di nasconderla, è chiaro non poteva anche scherzare.

Chi soffre di questi disturbi è già pieno di parole, ha piena la testa di parole, ha il cuore gonfio di parole, ha le spalle curve per il peso delle parole, non aggiungete altro. Se volete, se avete la sensibilità ed il tatto necessario al caso, potete porre una mano sulla spalla o dietro la schiena, un semplice contatto che parli con la controparte irrazionale che leggerà quel gesto come un “io ci sono” e che saprà essere più intelligente di mille parole.

Chissà quante persone che conoscete ad un certo punto si sono chiuse a riccio, e si sono isolate per nascondere meglio quei sintomi invadenti e palesemente manifesti quali sudorazione, sensazione di soffocamento, sensazione di perdere il controllo di sé e della propria ragione… forse avete giudicato male quel ritiro, se ci pensate bene, forse qualche collegamento più sottile riuscite a farlo!

Non è facile mostrarsi ai propri cari e ai propri amici e conoscenti, mentre Signora Crisi si è impossessata del corpo, e non è facile avere intorno persone che chiedono e che vogliono sapere, quando il soggetto vorrebbe evitare di parlarne.

Di fronte a queste crisi, qualche volta anche invalidanti, se non si conoscono le tecniche pratiche per assistere il soggetto, la cosa migliore da fare è tacere ed esserci, e magari ricordargli di respirare.

Cosa pretendete da una povera anima in piena crisi? Sapete che un sintomo violento è la palpitazione? Sapete che a volte il dolore fisico è terribile?  Che la sensazione è il petto che si spacca a metà?

Sapete cos’è il dolore retrosternale delle crisi? E quando si fa violenta la tachicardia?

C’è un essere umano dietro quell’apparente crisi immotivata,

ci sono mille motivi a quella crisi di panico apparentemente senza panico,

c’è un messaggio in ogni crisi, senza un apparente postino.

Io sento che informazione e formazione in tal senso siano sempre costruttivi,

vi ricordo che se non sapete come aiutate, tacete,

se non volete tacere invitate queste persone a chiedere aiuto, perché questi disturbi si possono superare senza troppi sforzi, e se volete imparare qualche tecnica di soccorso immediato alle crisi di ansia e panico, sappiate che teniamo delle mini-conferenze gratuite informative, educative ed istruttive.

 

Nel frattempo, sorriso e gentilezza sono farmaci gratuiti

Sorridete gentilmente, renderete migliore voi stessi e forse anche l’umore degli altri.

 

L. Calabrese per Ma Amba Academy & Therapy

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