“Fuori dallo StarSistem”





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In occasione di una nuova  ed entusiasmante esperienza lavorativa nella sua terra di origine, la Puglia,e precisamente in una prestigiosa struttura ricettiva di Polignano, dalla vista mozzafiato, abbiamo avuto modo di chiacchierare con lo chef Gigi Rana che ci ha parlato della sua filosofia di vita.

 

Ho sempre avuto la curiosità e il desiderio di viaggiare con l’unico scopo di assorbire usi e costumi, cibo e stili di vita di altre parti del mondo come una spugna. Uno dei miei scopi principali è sempre stato quello di internazionalizzare, valorizzare e impreziosire la mia terra e le mie origini. Oggi a trent’anni con ancora una vita di studio di fronte a me guardo la mia Puglia benedetta e maledetta ancora intrappolata dal bigottismo.

Io porto la mia idea di cibo contaminato sensibilmente con tutte le mie esperienze che affronto nel mondo. Voglio proporre una cucina pugliese con una visione dell’arte contemporanea che non si stacchi mai dalle radici delle nostre nonne, ma che faccia passi in avanti introspettivi,volti a far conoscere il mio modo di essere Pugliesi attraverso il Design, il Buon Gusto, lo stile di vita e l’essenziale.

il mio Modus Vivendi di è “L’idealismo Sinestetico” è il grande rapporto tra “Vivere per  Cucinare” e non “Cucinare per Vivere” è la mia capacità di vedere l’anima delle persone mediante il cibo, come potrebbero essere se non fossero come sono.

Mi reputo una persona creativa e determinata. Per me la cucina va intepretata come una forma d’arte e come un mezzo potentissimo di scambio culturale tra i popoli. Tra i miei tanti sogni c’è la creazione di una “Casa del Talento” in Valle d’Itria, in Puglia, dove i giovani creativi di ogni competenza artistica possano avere la possibilità di mettersi in gioco e lavorare, amando le proprie radici senza dover scappare come ladri dalla propria madrepatria, che li caccia per vie subdole e meschine in ogni angolo remoto del pianeta. Una vera rivoluzione culturale creativa. Fatta di menti e di cuori”.

Io Non ho mai cucinato assolutamente per professione, bensì per uno stile di vita vero e proprio. Vivo e cucino con la verve di un artista. Sono stato sempre sicuro che la cucina interpretata come una vera forma d’arte non abbia confini, ma abbia lo scopo di amplificare e unire tutte le forme culturali e del talento che esistono, come la pittura, la musica, il teatro, il cinema, il design, l’architettura, la danza, la fotografia ecc..

per me La cucina non è una gara!!

E’ un grande mezzo potentissimo di scambio culturale tra tutte le culture, i popoli e gli usi e costumi di chiunque si nutra.

Il mio percorso professionale è iniziato sicuramente nel periodo scolastico nel 2002 con l’alternanza scuola e lavoro che, grazie ai miei professori e alla mia famiglia, ho potuto affrontare serenamente. Questi ultimi hanno sempre visto in me, con grande lungimiranza, una vera attitudine innata per la cultura culinaria.

In seguito ho viaggiato molto in tutta Italia e all’estero.

Tra tutte le esperienze lavorative quelle che mi hanno segnato maggiormente sono state a Londra, New York City, Milano, Abu Dhabi, Dubai Parigi Barcellona Lugano e Roma.

 

Chi sceglie come me un percorso di cucina ambizioso, sa che tutti i sacrifici, le rinunce e le sofferenze che comporta la formazione Gourmet, dopo minimo quindici anni di investimenti e duro lavoro, si tramuta in soddisfazioni molto intense e appaganti. Non esiste un aspetto più bello ed uno meno bello. La Cucina Gourmet ad alti livelli è una missione che va oltre gli standard di normalità.

 

credo che Tutto il Made in Italy è agli apici del pianeta, perche abbiamo sempre creato i modus vivendi e le tendenze da sempre in qualsiasi ambito professionale e creativo. Dunque è la semplicità disarmante degli chef italiani che toccano e lavorano la materia prima e il modo in cui riescono a ricavare dei piatti di un livello altissimo con pochi tocchi.

 

Sono nato e cresciuto in Puglia, nella terra di Bari, ed essendo stato forgiato in una terra eletta da Dio che possiede una biodiversità stagionale spaventosa per numero di ingredienti, è un po’ difficile indicare degli ingredienti specifici.

Sarebbe riduttivo, ma se devo, scelgo l’olio extravergine Peranzana nel nord barese, il limone e la vaniglia Bourbon.

 

Sono un sognatore per antonomasia. Più ne realizzo e più continuo ad ambire. Oggi a 30anni ho tre grandi sogni:

– Aprire il mio ristorante 40 posti di Cucina Pugliese Gourmet nel West Village a Manhattan, a New York City, con la mia filosofia e le mie idee piu nascoste e remote che custodisco segretamente.

– Vivere in Africa e realizzare un progetto sul cibo in Ghana o in Congo o anche in Ruanda.

Penso che tutta l’umanità sia iniziata in Africa e tutto finirà lì.

– Creare una Casa del Talento in “Valle d’Itria”, dove i giovani creativi di ogni competenza artistica Under 30 possano avere la possibilità di mettersi in gioco e lavorare, amando le proprie radici senza dover scappare come ladri dalla propria madrepatria, che li caccia per vie subdole e meschine in ogni angolo remoto del pianeta. Una vera rivoluzione culturale creativa. Fatta di menti e di cuori.

 

La differenza la vedi dal modo con il quale uno chef francese si approccia ad un piatto, da come si avvicina e tocca la materia prima fino ad arrivare all’impiattamento. Solo chi sta in cucina può percepire la differenza e capirne il risultato.
Per me significa francezizzare la Puglia. Questo è il mio approccio alla cucina.
Io studio le antiche ricette ed usanze francesi e ad esempio lo citano in pochi ma fu Luigi XV ad introdurre il servizio a tavola, il servizio lo hanno praticamente inventato i francesi. Prima di Luigi XV il servizio non esisteva, si banchettava in gran disordine, ha istituito regole per i commensali, per la degustazione dei piatti.  Per questo ammiro personalmente la cucina francesce. Io mi batto da sempre per le materie prime pugliesi, trattate come lo farebbero gli chef francesi e con una attenzione all’arte moderna. Per me sarebbe il Top.

 

Paola Copertino

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